Enzo Rossi-Roiss

blog


DI CRISTIANO RAVARINO BACONOMOFILO DICHIARATO SEDICENTE GIORNALISTA BENEFICATO DA FRANCIS BACON CON CENTINAIA DI DISEGNI ACCREDITATI DA BACONOLOGI PARVENUS & MARGINALI ESORDIENTI

Risultati immagini per francis bacon disegnatore in italia libro

Francis Bacon disegnatore in Italia”, benefattore omofilo del sedicente giornalista Cristiano Ravarino, risulta eventato da una esposizione allestita a Treviso in alcuni spazi della Casa dei Carraresi (15 ottobre 2016 - 1° maggio 2017). Prodotta e organizzata dal Trio RGM (Ravarino-Guerini-Maretti). Tale esposizione ha lo scopo di suscitare attenzioni positive a opere considerate false dal Curatore del Catalogo Generale (exempla Martin Harrison - metavisual@btinternet.com): non mercanteggiate da alcuna galleria d’arte prestigiosa adeguatamente curriculata, improponibili dalle case d’asta della categoria Sotheby’s e Christie’s, discriminate dalle fiere dell’arte multistellate insediate a Parigi, Basilea, Madrid, Colonia, Bologna.
Perchè t
rattasi di una esposizione allestita con opere cartacee, accreditata da baconologi esordienti curriculati da gesta curatoriali compiute ai margini del cosiddetto “sistema dell’arte”, marginalizzati e marginalizzanti: autori di testi “depennati” (non accreditati né citati) dai redattori della bibliografia essenziale pubblicata nei cataloghi di esposizioni allestite con opere tutte notoriamente autentiche. Una esposizione massmediatizzata copiaincollando comunicati stampa come questo che riproduto qui di seguito farcito da aggiunte evidenziate dal carattere tipografico grassetto (o neretto).

Mostra Francis Bacon a Treviso. I confini della mente in Casa dei Carraresi dal 15 ottobre al 1 maggio 2017. La mostra è dedicata all’artista irlandese controverso e sregolato, figlio del ‘900 e delle sue sofferenze, interprete della maledizione del corpo e dell’anima. Un’incredibile opportunità di entrare nella mente dell’artista, di comprenderne i dubbi, le angosce e le ragioni che lo spinsero a scegliere i suoi soggetti, in un’inedita lettura attraverso le teorie della psicanalisi di Sigmund Freud.
Le opere visibili appartengono per la maggior p
arte alla prestigiosa FBF – The Francis Bacon Foundation of the Drawings Donated to Cristiano Lovatelli Ravarino, della quale è presidente l’avvocato Umberto Guerini (socialista del PSI bolognese craxiano!), il quale ha curato molti (quanti?) volumi (esempio unico “La punta dell’iceberg” edito nel 2008 da Maretti), ed esposizioni (dove? accreditate da chi?) dedicate all’artista irlandese Francis Bacon.

ADDENDA CONCLUSIVA – Rebus sic stantibus, poiché i disegni firmati F. Bacon, gestiti e promossi dal trio Ravarino-Guerini-Maretti, risultano esposti in locations mercenarie disponibili come e quanto le suites alberghiere nelle quali è possibile soggiornare con indentità documentate anche da passaporti falsi, oppure in location surroganti, accreditati da simil-esegeti neo-baconologi mallevadori d’occasione, assoldati a buon prezzo di volta in volta per la bisogna scrittoria contingente, concludo scrivendo alcune domande alle quali è possibile rispondere.
* A quale casa d’aste con insediamenti internazionali, come Sotheby’s e Christie’s, è possibile affidare in conto vendita i disegni firmati F. Bacon provenienti dal Ravarino?
* In quale fiera dell’arte come Art Basel, Arco Madrid, Artefiera Bologna è possibile esporli accreditati da una galleria d’arte incontestabilmente internazionale?

*
Quale museo con buona e indiscutibile reputazione nel mondo dell’arte e dell’artisticità è disponibile per l’allestimento di una loro esposizione?

MEMENTO A FUTURA E PERENNE MEMORIA

(Già variamente webizzato con date precedenti today)

In trio con l’avvocato Umberto Guerini e l’editore Christian Maretti, Cristiano Ravarino ha cominciato a esibire in tournée espositiva i “suoi” disegni firmati Francis Bacon a Venezia, durante i mesi della Biennale 2009, in due sale di Cà Zenobio appositamente locate per la cosiddetta bisogna, esponendoli poi a Milano in Palazzo Durini, prima di esporne 33 a Cento nella Pinacoteca Civica “Il Guercino (fino all’8.11.2010), con alcuni (sette!) disegni del Guercino, in contemporanea con altra esposizione di altri disegni (40) nel Centro Cultural Borges a Buenos Aires (fino al 19.8.2010) e nella Fundacao Eugenio Almeida a Evora in Portogallo (5 luglio- 3 ottobre 2010). Intenzionato ad esporli ovunque perché siano considerati autentici al punto da essere presi in considerazione come business dalle case d’asta Sotheby’s e Christie’s
Senza specificare in ogni occasione espositiva, però, se sono i disegni protagonisti della vicenda giudiziaria che lo ha avuto protagonista dal 1997 al 2005, oppure sono “altri” disegni. Non comprendendo alcun disegno dei 120 che illustrano il mio libro “Francis Bacon disegnatore in Italia” Iles Celébès Editios, Geneve) presentato e promosso nella Artefiera 1999 (http://rossiroiss.wordpress.com/2008/01/03/francis-bacon-disegnatore-in-italia/). Nè comprendendo alcun disegno dei 41 venduti (sequestrati) al Prof. Francesco Martani e dei 25 venduti (sequestrati) al notaio Angelo Guerrini: repertati dal Tribunale di Bologna. Assenti anche quelli venduti a Giorgio Soavi e ad altri amatori, senza contare quelli scambiati con i pittori Pozzati, Saliola, il sarto Bosi et altri amatori bolognesi (oltre a quelli divenuti mia proprietà).
Non ha specificato ciò perché i disegni esposti sono tutti disegni (astutamente occultati), quasi certamente mai sequestrati (come quelli che possiedo), né indagati, dalle autorità inquirenti per essere giudicati dal Tribunale di Bologna che ha emesso una sentenza a suo carico (difensore l’avv. Umberto Guerini) nel cui dispositivo risulta scritto:
La lunga vicenda processuale alla quale il Ravarino ha assiduamente partecipato per sostenere con determinazione la sua innocenza, non ha potuto chiarire a fondo la sostenibilità e la sussistenza della ipotesi accusatoria.(…) I contorni di questa lunga e accidentata relazione sentimentale (tra il Ravarino e il Bacon) non sono nitidi; né potrebbero esserlo per le reciproche esigenze di riservatezza che hanno impedito di renderla pubblica. Per cui il racconto (del Ravarino) appare da un lato verosimile, punteggiato di riferimenti che lo rendono attendibile, e dall’altro tacciabile di mitomania, o quanto meno di esagerazione strumentale. Si ritiene che anche la esistenza del rapporto e dei disegni donati non escluda comunque successive e arbitrarie falsificazioni. (Dal libro “La punta dell’iceberg” di Umberto Guerini Christian Maretti Editore 2008: un libro-zibaldone privo dell’indice, del colophon e del frontespizio)
Chi sia Cristiano Ravarino l’ho già scritto in più occasioni, biografandolo nel mio libro dettagliatamente con le sue gesta di baconomofilo e le sue opinioni. Questa occasione scrittoria la colgo per scrivere che attualmente è un uomo sovrappeso nato nel 1952, malamente e irreversibilmente smogliato dal 1997, diseredato dal padre Mario, italo-americano morto ottantatreenne nel 1998 a Vergato/Bologna, e ancor peggio sfratellato dal secondogenito Luke Antony , privo di rapporti genitoriali, non avendo generato alcun figlio con Beatrice Beghelli sposata nel 1991, da lungo tempo privo di qualifica professionale relativa ad attività lavorativa produttrice di redditi dichiarati nella apposita denuncia annuale: un uomo che si dà immagine di baconomofilo beneficato da Francis Bacon con disegni, anziché con valuta internazionale cache, per l’affettuosa amicizia manifestatagli in più occasioni a cominciare dal 1980. Un uomo facebookamiciziato con informazioni bugiarde (l’anno di nascita 1957, anziché 1952, per es.), titolare soltanto di una utenza telefonica mobile e recapito postale C.P. 962 Piazza Minghetti 40124 Bologna, presenzialista in vernissage e feste private organizzate da conoscenti indulgenti e accondiscendenti.
Per quanto riguarda i 33 disegni firmati Bacon esposti a Cento e catalogati da Maretti, condivido il pensiero e il giudizio di Vittorio Sgarbi che riassumo come segue.
Bruttezze disegnate nel peggiore dei modi para-artistici con l’intenzione di sfigurare più che raffigurare caratteristiche somatiche reali conosciute. Oppure disegni d’aprés che non è possibile supporre siano stati eseguiti come studi preparatori per ritratti, poiché non corrispondono a ritratti eseguiti. Opere, quindi, postume, presumibili come opere eseguite eventualmente “dopo” e approssimativamente da mano diversa da quella di Bacon, firmate eventualmente per certificarle opere di suo pugno, malgrado le brutture esecutive che hanno destato e continuano a destare perplessità nei baconologi più prestigiosi e accreditati: opere meritate come doni, anziché valuta internazionale cache, da Cristiano Ravarino giovane amico affettuoso e disinibito, compagno di bevute e partouzes.

Giovedì 11 ottobre 2001, il quotidiano bolognese “Il Domani” notiziò su un’intera pagina l’inizio del processo a carica di Cristiano Ravarino per l’affaire Bacon, titolando: “In aula il giallo dei falsi Bacon”.
In un riquadro della stessa pagina pubblicò questo mio esercizio scrittòrio:

Bacommedia O Bacongedia?
Baconofagia O Baconoclastia?
Baconburla O Bacontruffa?
Baconapogrifi O Baconautografi?
Baconsì O Baconnò?
Or che ce l’ho
ravarinati…cosa ne fo?

Tony Shafrazi della omonima galleria d’arte di New York, subentrata alla Marlborough Gallery di Londra nella gestione della esclusiva su Bacon con annessi e connessi , durante una conversazione privata a Venezia sulla terrazza della Guggenheim Collection, sollecitato a esprimere un giudizio personale su Francis Bacon disegnatore in Italia pro Ravarino, mi ha detto: “E’ un affaire tutto italiano che non mi riguarda, né riguarda i titolari del lascito ereditario di Francis Bacon, per noi sono opere false”. Parere condiviso dai gestori della Galleria Malborough che fino ad oggi è stato condiviso dalle case d’asta Sotheby’s e Christie’s e dalla Tate Gallery.

Published by rossiroiss, on gennaio 28th, 2017 at 5:46 pm. Filled under: Enzo Rossi-RòissCommenti disabilitati

DELLE SETTE OPERE DI PIERO MANZONI VENDUTE DALL’AVVOCATO PELIZZARI A UN COLLEZIONISTA DANESE

diventa un giallo

Milano, mistero sull’origine di 7 presunte opere di Piero Manzoni

di MARIO CONSANI

Ultimo aggiornamento: 23 gennaio 2017 (Il Giorno)
Piero Manzoni, l'artista morto nel 1963

Piero Manzoni, l’artista morto nel marzo 1963

Milano, 23 gennaio 2017 - E il processo per i sette (falsi?) Piero Manzoni si tinge di giallo… Meglio, di nero. Imputato è l’avvocato bresciano Carlo Pelizzari, che il pm Luigi Luzi accusa di ricettazione, messa in commercio di opere d’arte contraffatte e truffa. Il presunto raggirato è J.G., facoltoso commerciante danese appassionato d’arte contemporanea, assistito dall’avvocato Eugenio Losco, che da Pelizzari acquistò – pagandole in blocco 210mila euro – sette opere dell’enfant prodige scomparso trentenne all’inizio degli anni ’60 lasciando i suoi Achrome e la Merda d’artista, i cui lavori originali, oggi, raggiungono quotazioni da capogiro. Al centro della vicenda ci sono loro, quattro Tela grinzata, una Ovatta a rettangoli e due Pacco di carta di giornale, tutte firmate Piero Manzoni ma che, per la Fondazione che porta il suo nome, sarebbero

Ma ecco il colpo di scena a tinte noir. Nell’aula del tribunale, davanti al giudice Monica Amicone, si sono costituite parte civile (rivendicando la proprietà dei sette lavori) moglie e due figlie di Giovanni Schubert, noto gallerista milanese che sette anni fa venne ucciso, fatto a pezzi e gettato nel Naviglio da un suo giovane collaboratore (poi condannato all’ergastolo), che l’anziana vittima sapeva essersi appropriato di alcuni quadri della galleria per poi rivenderli. Ma perché le eredi Schubert ora rivendicano la proprietà dei sette Manzoni? Perché – dicono – l’avvocato Pelizzari imputato della presunta truffa è, guarda caso, la stessa persona che anni fa aveva conquistato la fiducia di Schubert, uno dei pochi a poter entrare nei locali dove il celebre gallerista custodiva i quadri di sua proprietà.

Locali che, dopo l’omicidio-choc, risultarono misteriosamente quasi vuoti. Ma non è finita. Cinque anni prima di essere barbaramente ucciso, infatti, lo stesso Schubert era rimasto coinvolto (addirittura arrestato, ma poi prosciolto) in un’inchiesta della procura campana di Santa Maria Capua Vetere su un giro di falsi attribuiti a Mario Schifano, altro pratogonista dell’arte contemporanea. In quell’occasione gli investigatori sequestrarono a Schubert opere di vari artisti, compresi due Manzoni che già all’epoca ritennero falsi e che ora sono, insieme agli altri cinque, al centro della vicenda processuale. E allora l’ultimo dubbio che rimane è sul perché gli eredi del gallerista siano entrati nel processo per poter rimettere le mani sulle sette opere di Piero Manzoni ritenute ufficialmente contraffatte. Ma sarà proprio vero che lo sono?
———————-
PER LEGGERE ALTRO CLICCARE: http://www.rossiroiss.it/blog/?p=1597

Published by rossiroiss, on gennaio 24th, 2017 at 5:33 pm. Filled under: Enzo Rossi-RòissCommenti disabilitati

WIKIPEDIA SI O WIKIPEDIA NO? – LA MODIFICA A CHI E PERCHE’ LA DO ? – SAPENDO CHE OGNI DISCUSSIONE SARA’ ESAMINATA E VALUTATA DA ALGORITMI ETERONIMATI – ATTIVATI NO O DISATTIVATI SI DA WEBESPERTI

Premesso che (webipse dixit!): Wikipedia è un’enciclopedia online, collaborativa e culturalmente libera. Redatta: Grazie al contributo di volontari di tutto il mondo, disponibile in oltre 280 lingue. Ragion per cui: Chiunque può contribuire alle voci esistenti o crearne di nuove, affrontando sia gli argomenti tipici delle enciclopedie tradizionali sia quelli presenti in almanacchi, dizionari geografici e pubblicazioni specialistiche. Perchè non accada ciò che è già accaduto e continuerà ad accadere a chiunque, causa l’effettuazione di modifiche o interventi in discussioni di schede già redatte o da redigere ex novo, esemplifico qui di seguito ciò che è accaduto a un Pinco Pallino wikimodificatore/sostenitore della wikipediazione di una Pinca Pallina meritevole.

Un wikipediano eteronimato “Ale Sasso (msg) 08:16, 21 gen 2017 (CET)”, per comunicare il rifiuto di una scheda modificata, ha cosi scritto al “Wikimodificatore”.

Gentile PINCO PALLINO, la modifica che hai effettuata alla voce PINCA PALLINA non ha rilevanza enciclopedica. Per favore non inserire questo tipo di informazioni su Wikipedia. Wikipedia è destinata a contenere informazioni esclusivamente su argomenti, persone o gruppi che siano realmente di interesse collettivo o di rilevanza significativa; esistono dei criteri minimi di ammissibilità e ciò che hai scritto non sembra soddisfare tali requisiti minimi (leggi: cosa mettere su Wikipedia). La rilevanza delle informazioni inserite deve inoltre emergere da fonti terze e autorevoli .

Il Wikimodificatore mi ha incaricato, perciò, di scrivere tutto ciò che segue.

Wikipedia, oppure un suo divulgatore di messaggi algoritmologati, giustifichi la wikipediazione della voce Giovanni Maria Pedrani, copiaincollata nel (e sul) corpo di questo post, argomentando:
* la sua “rilevanza” quanto risulta e perchè…significativa -
* l’interesse collettivo come e perchè lo suscita -
* siano esemplificati i requisiti minimi che hanno determinato (soddisfatto) la sua ammissibilità -
*siano indicate le fonti terze autorevoli (oltre se medesimo feisbukato) che hanno determinato la sua wikipediazione -
*sia discussa e giutsificata la formattazione stravagante di una scheda disomologante,  comparandola ad ogni altra scheda redatta rispettosa degli standard Wikipedializzati
-
* la presenza di tale scheda, così come risulta formattata, risulta impensabile in altra pubblicazione enciclopedica o in un almanacco -

COPIAINCOLLO CON INNESTI OPPORTUNI LA SCHEDA IN DISCUSSIONE

Risultati immagini per giovanni maria pedrani
L’ingegnere AUTORE EDITOCILIEGIATO in dimestichezza con la scrittura letteraria eterogenea

Giovanni Maria Pedrani (anno di nascita non wikipediato) è uno scrittore e ingegnere italiano (elettronico? edile? altrimenti ingegnerato?) , ENTERTAINER adeguatamente redditato (in dimestichezza con gli algoritmi, disinvolto manipolatore del web pro fama personale (e fame di apparenza et appartenenza scrittòria). Autore di romanzi thriller e racconti eterogenei o di vario genere (giallo, noir, fantascienza, grottesco, umorismo, favole ecc. Tutti (7-1) pubblicati da Il Ciliegio, casa editrice di servizio pro (oppure  al servizio di) autori autoreferenziali feisbukati sponsor di se medesimi.

Nel 2010 si è classificato al primo posto del premio genericamente intitolato “Autori Italiani” con il romanzo “Nebbie d’estate” [1] (CSA Edizioni): unico premio conseguito.

6

Questa foto lo documenta dotato di arredo pilifero facciale

(Bibliografia specifica in Google linkata “Barba ci cova”)

Contributi in antologie: finanziate da preventivo acquisto autoriale di copie.
Dal 2004 al 2016 alcune opere sono state pubblicate in antologie quali: Energheia (2005, 2007, 2008), Nerolucido, Tropico d’asfalto, Maremma Mistery, Giallofreccia.
Le case editrici che hanno fatto capo a queste opere sono state fra le più note:
Mondadori, Il Ciliegio Edizioni, Amazon, Marco del Bucchia, Akkuaria.


Premi e riconoscimenti: costituiti soltanto da segnalazioni, menzioni, rose finali.
Dal 2004 al 2016 ha partecipato infruttuosamente a più di un centinaio (un record!?) di premi letterari, facendosi registrare piazzato fuori del podio. Fra i più noti: Carabinieri in Giallo [2], Carlo Ulcigrai [3], Salvatore Quasimodo [4], Esperienze in giallo [5],  considerando meno noti e parrocchiali gli altri.

Collegamenti esterni autoreferenziali: Sito Ufficiale, giovannimariapedrani.itPagina Facebook, facebook.com.

Published by rossiroiss, on gennaio 21st, 2017 at 3:48 pm. Filled under: Enzo Rossi-RòissCommenti disabilitati

MESSAGGIO MIRATO CON DESTINAZIONE WIKIPEDIA

Risultati immagini per questarte rivista

Disponibile a elargire ogni mio contributo rispettando le condizioni d’uso e le regole inderogabili dei (così detti) “Cinque Pilastri”, propongo la Wikipediazione della rivista d’arte QUESTARTE diretta da Giuseppe Rosato, edita da Eugenio Riccitelli a Pescara a cominciare dal 1976.

Sia webizzata una DISCUSSIONE ad hoc. In tale rivista hanno radicato il principio dell’attività pubblicistica (quindi scrittòria!) numerosi critici d’arte… apprendisti neulaureati ambiziosi in carriera. Exempla: Gabriella Belli (1952) dei Musei Civici veneziani, Claudio Cerritelli (1953) della Accademia di Brera.

Lo stesso editore Eugenio Riccitelli merita una DISCUSSIONE come giornalista organizzatore e promotore di esposizioni d’arte nel territorio abbruzzese.

Risultati immagini per questarte rivista

Published by rossiroiss, on gennaio 18th, 2017 at 3:45 pm. Filled under: Enzo Rossi-RòissCommenti disabilitati

IL SESSO DELL’ANGELO raccontato al femminile del duo Giorgio Celli – Costanza Savini ignorando IL SESSO DEGLI ANGIOLI di Pitigrilli

Risultati immagini per pitigrilli il sesso degli angioli libro

Pitigrilli (Dino Segre 1893-1975) ha intitolato nel 1952 “Il sesso degli angioli”, uno dei suoi numerosi libri “impertinenti”. Giorgio Celli e Costanza Savini hanno intitolato “Il sesso dell’angelo” sette racconti brevi “al femminile” editati in formato 32° da Campanotto con foliazione complessiva di pp.48, risguardi compresi.
Le due pubblicazioni, però, hanno in comune soltanto la parola “sesso”. Da Pitigrilli inteso “
sesso” di tutti gli angioli, dal duo Celli-Savini inteso “sesso” dell’angelo canonico e single.
Sesso dell’angelo donna portatore di consolazioni occasionali o risarcitorie.

Sesso dell’angelo uomo destinato a non piacere gran che alle donne, a cominciare dall’infanzia: non solo perchè portatore di punizioni e per le sue fattezze (risultando talvolta malmodellato), ma anche per talune allusioni/illusioni di “aspettative” goduriose simulacrate nel proprio immaginario.

Trattasi, perciò, di brevi narrazioni “favoleggianti” scaturite dall’attività scrittoria di due autori, diversamente connotati per quanto riguarda il “genere” personale: sia sessuale sia intellettuale, in rapporto amicale “intramontabile”.
Sette narrazioni eterogenee che non hanno alcunchè in comune col sesso manual
-narrato da Jolan Chang scrivendo “Il Tao dell’Amore”, né col sesso del romanzone cinese (scritto nel 1500) intitolato “Chin P’ing Mei” (d’autore non identificato). Sette narrazioni scevre da ogni didattismo esplicito, con nessuna descrizione di ammanamenti audaci.
Unico angelo ipersessuato o sessualizzato un
simil-Casanova nomato Cesare Vivaldi, portatore di uncarico di sogni proibiti”, nel momento in cui si autorivela bisessuale: custode del segreto dei suoi veri desideri, amatore efficiente e soddisfacente soltanto nel ruolo di amante di femmine immaginate maschili durante l’amplesso.

Published by rossiroiss, on gennaio 15th, 2017 at 4:38 pm. Filled under: Enzo Rossi-RòissCommenti disabilitati

RITA ALDROVANDI grafo-partner di Poeti

LIBRI DI POETI ILLUSTRATI CON DISEGNI

(editi da André De Rache a Bruxelles)

* Philippe de Hérissem “Demeure du Gran Vide” 1979

* Pauline Roth-Mascagni “Geste” 1979

* Andrée Sodenkamp “Choix” 1980

* Pauline Roth-Mascagni “Claviers” 1981

* Guy D’Arcangues “La nuit princesse” 1981

* Jean Osiris “Poéme di délire” 1982

* Alfred Roland “Reste la terre” 1982

* Guy D’Arcangues “Chateaux de Platre” 1982

* Jacqueline Valentin-Smith “Jeux de vilaine” 1983

Published by rossiroiss, on gennaio 15th, 2017 at 1:53 pm. Filled under: Enzo Rossi-RòissCommenti disabilitati

Rita Aldrovandi ci disturba, ci interroga, ci attira, lasciamola fare.

José VOVELLE

jose.vovelle chez wanadoo.fr

Professeure honoraire université Paris I Panthéon Sorbonne


Rita Aldrovandi ha già una dimenzione internazionale: alcune esposizioni in Italia, in Francia e in Belgio ce l’hanno fatta conoscere, ma non abbiamo sviscerata abbastanza l’evoluzione del suo disegno, o piuttosto della sua visione, esigente, imperativa, che s’impone.I pastelli del 1977 facevano ancora gran conto dei valori, ma, anche, nella semplicità delle curve, dei corpi appena evocati, esacerbavano l’aggressività dei punti di regresso del contorno. Poi il disegno lineare si è imposto, la penna ha lasciato apparire sul foglio bianco delle figure che sono state paragonate a dei totem, doveil viso, specchio ovale, appena modellato localmente da un punteggiato, può rimandare alla rappresentazione archetipica di Klee o del primo Lam. Infine il progetto è maturato e i mezzi di cui si serve si sono precisati, semplificandosi.
Sono le immagini del 79/80 che questa giovane “Parca” ha dedicato, in armonia privilegiata con i discorsi della sensibilità femminile,ai poemi di Andrée Sodenkamp e Pauline Roth-Mascagni, e che filano il loro tratto flessibile, interrotto nell’automatismo della mano guidata dal fantasma.
Dell’arabesco soffice rifiutano, da questo punto in poi, ogni concessione al modellato o si liberano, si organizzano spesso in costruzione piramidale degli intrecci o degli incontri di esseri umani o animali.Alcune indicazioni puntuali le precisano sulla loro identificazione, dei segni marcano, li occhi, la punta dei seni, l’ombelico. A volte qualche elemento realista affiora- un viso, una colonna – ma l’incertezza sussiste nell’interpretare la composizione come un bestiario innocuo. Le linee possono anche suggerire bene le silhouettes fantastiche 8sarebbero delle maschere?). Nessuna angoscia d’altra parte in queste costruzioni statiche che sembrano riflettere come il trionfo del regno animale su quello minerale, nelle sue metamorfosi. In questa ultima espressione che ci intriga particolarmente, il disegno di Rita Aldrovandi evoca la sinuosità delle lamelle di uno “scisto”, o meglio le “agate figurate” ancora prima di sollecitarci a riconoscervi in queste cose gli elementi biomorfici.Ci hanno detto che l’artista ha fatto degli studi scientifici (scienze naturali), bisognerebbe che loe immagini del suo mondo interiore siano distillate attraverso questo “Teatrum Chimicum” di cui parla André Breton a proposito della “lingua delle pietre”.Cercando queste differenze comparative ci siamo imbattuti in una frase di Roger Callois: “Nel Museo Metallicum pubblicato nel 1648 da Ambrosini, il naturalista di Bologna Ulisse Aldrovandi, classifica le specie di marmo a seconda delle figure che presentano naturalemnte: enumera così i marmi a soggetto religioso, a corsi d’acqua, a onde mosse, a foreste, a visi, a cani, a pesci, a dragozzi, etc…”.
Si badi bene che le figure che nascono dal tratto di Rita Aldrovandi, ricollocata nelle sue origini bolognesi alle prese con le scienze naturali, per qualche misterioso “azzardo obbiettivo”, non sono affatto inoffensive. Misteriose certamente. Ma è precisamente la loro sensualità, più che la loro animalità, che noi riceviamo adesso in maniera pressante.
Le sue ultime sculture conferiscono la terza dimensione alle stesse confluenze piramidali d’esseri che nascono o si rincontrano elettivamente, in un’altra e sottile trasmutazione della materia minerale.Nella sua ambiguità, come nella sua coerenza, Rita Aldrovandi ci disturba, ci interroga, ci attira, lasciamola fare.
(Giugno 1981:scritto per l’expo al Kunst Forum di Schelderode in Belgio)

——————————

Maud Andrée Sodenkamp, née à Saint-Josse-ten-Noode le 18 juin 1906 et décédée à Walhain le 27 janvier 2004, est une poétesse belge de langue française. Elle exerça la profession d’inspectrice des bibliothèques publiques (https://fr.wikipedia.org/wiki/Andr%C3%A9e_Sodenkamp)


Andrée Sodenkamp / Essai - Choix De Textes - Bibliographie - Documents   de Marcel Thiry - Roger Brucher

Published by rossiroiss, on gennaio 14th, 2017 at 4:40 pm. Filled under: Enzo Rossi-RòissCommenti disabilitati

Mi piace molto che Rita Aldrovandi abbia come metodo il “non esistere”: di HUBERT JUIN

(Hubert Juin pseudonyme de Hubert Loescher, né le 5 juin 1926 à Athus (Lorraine belge) et mort le 3 juin 1987 (à 60 ans) à Paris, est un poète, romancier, essayiste et critique littéraire belge d’expression française).

———————————————————–

Contrariamente a una idea comunemente diffusa che ha fatto la fortuna dell’invisibile in pittura, esistono dei rapporti tanto stretti quanto necessari per il poema e il disegno. In fondo, essi nascono da una stessa natura e s’impongono allo stesso modo con delle imprevedibili “apparizioni”i tengo a questa idea che se il poema può capitare in un tale momento propizio, la poesia c’è sempre: semplicemente può capitare di temdere la tela e di passare, in un lampo, dal “non detto” allo “espresso”. Essa veicola l’incoffessabile . Assomiglia all’uccello che interrompe il suo volo per scegliere un ramo, posarvisi e renderlo indimenticabile.
Mi piace molto che Rita Aldrovandi abbia come metodo il “non esistere”. E’ necessario che i tratti si ricolleghino esattamente sulla tela o sul foglio, come se essi esistessero già prima e nel misterioso tessuto di ciò che è dato. Ma questo dono non è semplice capriccio. L’operazione ha a che fare con l’alchimia: è una cosa che risale molto in là, “di dentro”, nel mondo delle forme, nell’impetuosità di un discorso fucae e tuttavia fertile.
Per ritornare all’uccello, i cinesi dell’antichità dicevano che appena esso si posa già prende il volo, e che l’oggetto del pittore era di “fissare” quell’impercettibile intervallo. A volte Rita Aldrovandi disegna come lo zen consiglia di tirare all’arco: chiudendo gli occhi percè appaia ciò che si èvisto. Allora s’inseriscono gli elementi – si direbbe geologici – di un mondo interiore singolarmente sconvolto e complesso: i fantasmi di ciò che abbraccia e protegge. Mineralizzate queste forme armate di denti, di coltelli, di cristalli acuti, ma anche di seni, di ventri, dell’assoluta dolcezza di corpi che si aprono, ecco che si desiderano, si prendono, si penetrano. Fisse, esse si muovono. Disdegnose, esse gemono. Offerte, brandiscono spade. E’ un corteo di metamorfosi che l’insolita precisione del tratto fa apparire. Poi il rituale si cancella lentamente, si immobilizza, calmando le grandi acque della sua impudicizia. In questo istante il pittore ritrova la pesante irealtà del “di dentro” – là dove lo scavo sottomarino continua, ma è come se qualcosa d’irrefutabile sia accaduto, si sia mostrato e resta là, ormai, a portata di tentazione. Turbato, lo spettatore diviene a sua volta speleologo, chiude gli occhi e si mette sulla strada insolita della poesia.
Rita Aldrovandi, scommetto, prende ispirazione dalle proibizioni della memoria. Il labirinto è una cosa, il cuore del labirinto un’altra, perché è là che respira il Minotauro. Solo i ladri del fuoco racchiudono il sale delle parole allorchè le parole dicono “altra cosa”. Non ha mai amato chi non è stato persuaso delle mostruosità dell’amore. Da quel momento, questa danza di linee, nelle opere di Rita Aldrovandi, sottolinea un avvenimento grave: la messa a punto di ciò che è nel profondo. E ci si convince a questo punto che il vero laboratorio, quello delle “opere favolose”, è nel “dentro”, nel punto più segreto, o meno confessabile (anche a se stessi, se non attraverso quelle sorprese difficili che sono altrettanto “catture”, come dicono i pescatori), o più trincerato.
Nel sotterraneo. Rita Aldrovandi ce ne presente qui delle memorabili “riprese”-

( In “Chateaux De Platre” di Guy D’ Arcangues, poesie edite nel 1982 con 22 disegni della Aldrovandi da André De Rache a Bruxelles – GUY D’ARCANGUES ,nato nel 1924 figlio del poeta Pierre D’Arcangues, con la residenza avita nel “villaggio” D’Arcangues). Traduzione di Enzo Rossi-Ròiss

Published by rossiroiss, on gennaio 14th, 2017 at 11:47 am. Filled under: Enzo Rossi-RòissCommenti disabilitati

RITA ALDROVANDI “POETATA” DA GUY D’ARCANGUES

Fotoritratto


ALDROVANDI (à Rita)

Tortuosa s’immischia e illusa

S’incurva in sicure traiettorie,
Senza esitare inventa il suo spazio

Per cacciar via tutti gli intrusi,

La felicità equilibrando e il dramma.


I suoi Mostri sono Dei in fiamme,

Le sue forme impigrite decifrano i nostri sogni

E sulla pagina sempre in bianco e nero

Dove serpeggiano le mie donne e si arrotolano

Deambulo per incontrare un segreto.


Gorgone, fata, conchiglia, albero-plasma.

Le sue braccia non allacciano che un re folle

Maestro del vuoto e della voluttà.

Insiste, divaga e decide del tempo

Che impiegherà il fantasma a incarnarsi.


Sulla carta tranquilla dove lei è sempre l’Altra,

Avanza senza parlare, senza tradire.

Ma nuda come una mano-memoria,

La sua festa silenziosa e civile

Traccia in divenire le vie della passione.


Corteggia e veste l’inconscio

Nel vento gelido e risolve le nostre tempeste.

Nè allegro né triste, s’avanza, allucinato

Sui nostri lidi-poemi, l’occhio preciso

Sugli appuntamenti sacri dell’immaginazione.


Lei ritorna e camuffa con dei segni i volti

Pone invano il problema della loro identità.

Poeta, chi sei? Specchio, scrivere, cieco…

Nella notte attraversata da molli scie bianche,

io sono l’alba, e la chiave per la porta dei miraggi.

————————————————————-

Risultati immagini per d'arcangues guy  livres


( In “Chateaux De Platre” di Guy D’ Arcangues, poesie edite nel 1982 con 22 disegni della Aldrovandi da André De Rache a Bruxelles – GUY D’ARCANGUES , nato nel 1924,  figlio del poeta Pierre D’Arcangues, con la residenza avita nel “villaggio” D’Arcangues). Traduzione di Enzo Rossi-Ròiss

Risultati immagini per guy d'arcangues nuit princesse

Guy d’Arcangues (marchese), né le 31 mai 1924 à Paris et mort le 22 septembre 2004, est un romancier et poète français. (https://fr.wikipedia.org/wiki/Guy_d’Arcangues)

———————–

La residenza dei D’Arcangues

Risultati immagini per marquis d'arcangues

Published by rossiroiss, on gennaio 12th, 2017 at 6:41 pm. Filled under: Enzo Rossi-RòissCommenti disabilitati

PRO WIKIPEDIAZIONE DELLE QUOTE FEMMINILI

Risultati immagini per manuela simoncelli  bassano del grappa
Expo personale di Manuela Simoncelli (sopra)
Un dipinto aniconico di Anna Valla (sotto)
Risultati immagini per ANNA VALLA PITTRICE

Siccome Wikipedia ha deciso di aumentare la wikipediazione femminile – scrivendo nuove voci o ampliando quelle già esistenti – chiediamo sia webizzata la “discussione” relativa a come e perchè wikipediare individualità creative adeguatamente courriculate, delle quali possiamo documentare e testimoniare alcune performance – per far crescere il sapere libero e l’enciclopedia.

Exempla (in ordine alfabetico): Rita Aldrovandi (pittrice emiliana nata nel 1951 in Italia a Medicina, nota e bibliografata in Belgio e Francia), Ines Fedrizzi (1919 – 2005, prestigiosa artista e storica gallerista promoter a Trento), Ilze Jaunberga (lettone nata nel 1978 a Riga, dove ha la casa e l’atelier, con frequenti soggiorni ed esposizioni in Italia a Venezia). Costanza Savini (nata nel 1970 a Bologna, talentosa scrittrice edita per gli infanti e gli adulti), Manuela Simoncelli (nata a Corryong in Australia da genitori italiani nel 1959, attiva a Bassano del Grappa come premiata disegnatrice per l’infanzia e pittrice), Lolita Timofeeva (nata nel 1964 a Riga, pittrice lettone italiana russofona con casa e atelier a Bologna, dal 2010 moglie di Dante Stefani nato nel 1927 ex senatore P.C.I. ed ex presidente dell’Artefiera), Anna Valla (piemontese nata nel 1951 a Saluzzo, dove risiede e opera come apprezzata pittrice aniconica/analitica).

Disponibili a elargire ogni nostro contributo rispettando le condizioni d’uso e le regole inderogabili dei (così detti) “Cinque Pilastri”.

———————————————–

Un libro di Pauline Rotho-Mascagni con disegni di Rita Aldrovandi

Geste-quatre-poemes-pauline-roth-mascagni-illustres-a124dbf0-13a3-4157-9785-0cf904c9eea8
Published by rossiroiss, on gennaio 10th, 2017 at 3:15 pm. Filled under: Enzo Rossi-RòissCommenti disabilitati