Enzo Rossi-Roiss

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DELLE PERFORMANCES ESPOSITIVE DI LOLITA TIMOFEEVA MENO FREQUENTI PERCHE’ PRIVE DI SPONSOR E MENTORI ADEGUATI

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Lolita Timofeeva accanto a Eugenio Giani, ex assessore al Comune di Firenze.

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Le performaces espositive della pittrice lettone italiana russofona Lolita Timofeeva si sono rarefatte di anno in anno a cominciare dal 2005, dopo il primo ciclo iniziato nel 1993, epicentrato a Bologna, concluso nell’anno 2000.

Risulta incontestabilmente fondativo il ciclo del suo lancio “da zero notorietà e redditività artistica, a…”, costituito da 21 expo personali in Italia e all’estero, con 5 presenze successive in Artefiera (più 4 in altre Fiere a Milano, Ginevra, Venezia), e la partecipazione alla Biennale di Venezia 1997, adeguatamente e variamente bibliografata.

Il ciclo che ho generato e gestito nel ruolo di esegeta principe e promoter/comunicatore sponsorizzato dal mio personale capitale di conoscenza ed estimatori, dotato di autonomia logistica progettuale e intellettuale, propulsiva e determinante.

Un ciclo che ho pubblicizzato con numerossimi testi scritti per essere pubblicati, con la mia firma e con pseudonimi (la cui identità scrittòria fittizia è stata generata da me con artifici), in cataloghi e pubblicazioni varie: testi che risultano tutti citati (elencati) dalla Timofeeva nella sua bibliografia webizzata senza il mio nome.

Un ciclo padre indiscutibile dei cicli successivi costituiti da 11 expo personali complessive (comprensive di alcuni flop come l’expo durata 5 giorni del 2002 a Bruxelles, in una sala del Parlamento Europeo, malmallevata da Giorgio Celli), più alcune collettive, durante gli anni 2001-2008, con nessun’altra presenza in Artefiera, nè altra partecipazione equivalente a quella della Biennale veneziana, da me realizzata e “presentata” (ved. Catalogo Ufficiale) nel ruolo di Commissario.

Conseguentemente si è rarefatta anche la sua bibliografia costituita sempre più da “voci”… in picciol numero e modesta significanza, di anno in anno: idem la sua collezione di foto in compagnia di Personaggi illustri nel ruolo di testimonial consapevoli e non.

Così come è diminuita progressivamente la sua attività espositiva, particolarmente durante l’ultimo ciclo di iniziative prevalentemente epicentrate a Firenze: mallevate da Eugenio Giani, assessore allo sport del capoluogo toscano e accreditate dal mentore di servizio istituzionale eclettico e disinvolto Maurizio Vanni, organizzatore di mostre collettive allestite con opere di autori eterogeni insiemizzate di volta in volta in ogni luogo con (e da) titolazioni pretestuose, buone anche per l’insiemizzazione di opere diverse d’altri autori.

Tanto da cominciare a risultare assente anche là dove è risultata presente: tra gli artisti in rapporto con la Modenarte insediata a Modena e Venezia (per es.).

Con nessuna expo personale allestita durante gli anni 2006-2009 da curriculare nel sito personale www.lolitatimofeeva.it, dove risultano webizzate soltanto partecipazioni a expo collettive: 12, comprensive dell’annuale (ricorrente) Premio Sulmona, e delle stesse collettive replicate in location diverse a cura del Vanni. Accreditata (motu proprio) nei cataloghi come rappresentante della Repubblica di Lettonia, della quale non è mai stata cittadina, nè ha mai posseduto il passaporto dopo quello degli occupati sovietici.

Esemplare e significativa la Florence Biennale 2007 (1-9 dicembre) insediata in alcuni locali della Fortezza da Basso a Firenze, con lo spazio espositivo Timofeeva disallestito e disertato dall’artista (unica “lettone” catalogata, però!), causa la manifesta inconsistenza artistica dell’insieme fierizzato dall’agenzia organizzatrice.

Una “Biennale di Venezia 2007″ risulta curriculata nel suo sito web senza l’indicazione della location et altro identitario: significando millanteria, oppure Florence Biennale 2007…refusata.

Nel 2008 ha partecipato soltanto a quattro expo collettive: 3 curate dal solito Vanni, compresa una del 2007 replicata (Segni di confine), più una FreshGlass di Adriano Berengo nelle cui fornaci a Murano non sono in produzione nuove sculture in vetro firmate Timofeeva..

Il 2009 è avviato a concludersi in bianco (come suol dirsi), principiando un nuovo ciclo di rapporti precari col sistema dell’arte in età antaizzata, avendo superata la frontiera dei 40 anni nel 2004.

Nel website personale si segnala referenziata a Riga dal micro spazio espositivo (commerciale) Tifana Gallery, nel quale non ha mai allestito alcuna esposizione. Non gode buona fama presso Solvita Krese, director del Latvian Centre for Contemporary Art, che l’ha contestata (e continua a contestarla) come rappresentante artistica della Lettonia, considerandola straniera perchè cittadina italiana.

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Per leggere altro cliccare i link qui di seguito:

http://www.liquida.it/lolita-timofeeva

http://www.italo-baltica.it/ Personality

http://immobilmente.blogspot.com/2008/11/bologna-case-agli-amici-degli-amici.html

www.enzorossiroiss.blogspot.com/…/eurocarni-in-tribunale.html

www.lastampa.it/redazione/…/38108girata.asp

www.studiliberali.it/…/LO%20SCANDALO%20DI%20BOLOGNA.pdf

www.namir.it/MAFIAGRAFFITI/legalita.htm

Published by rossiroiss, on novembre 2nd, 2009 at 2:15 pm. Filled under: Diario, Enzo Rossi-RòissCommenti disabilitati

CARNASCIAL ART ESCA 2010 (comunicato n.1)

La Compagnia De Calza „I Antichi“ ha deciso di organizzare e realizzare a Venezia, per il prossimo Carnevale 2010 (febbraio), una expo con opere d’arte e installazioni artistiche ispirate soprattutto all’immaginario della Compagnia (www.iantichi.org).
Sarà intitolata: CARNASCIAL ART ESCA 2010. 
Nelle intenzioni dei Compagni De Calza che l’hanno concepita, tale expo coinvolgerà più luoghi espositivi veneziani, sul percorso- sia pedonale che acquatico – che collega la Stazione Ferroviaria a Piazza San Marco, transitando inevitabilmente a piedi per Campo San Maurizio: storico spazio all’aperto per la espressione delle opinioni e il compimento delle gesta carnascialesche griffate „I Antichi“ a cominciare dal 1981.
Alcuni degli „oggetti materiali“ dotati di pertinenze estetiche per tale expo saranno commissionati a menti creative in rapporto con la Compagnia De Calza „I Antichi“, altri saranno selezionati tra quelli che saranno proposti in tempo utile da operatori culturali o singoli artisti, illustrati con descrizioni e immagini inviate via e-mail al curatore artistico Enzo Rossi-Ròiss (rossiroiss@libero.it – cell. 339. 6918363 ), al quale è stata affidata anche l’organizzazione e la scelta delle location espositive, con l’autorizzazione a interloquire con chiunque a nome e per conto de „I Antichi“. 
Campo San Maurizio sarà la location col punto-info nella sede del Circolo Culturale „I Antichi“, una installazione nello spazio all’aperto e una esposizione nella sacrestia della Chiesa San Maurizio rispettosa del luogo.
La sala espositiva del Palazzo Priuli Bon in Campo San Stae, con la sua porta d’acqua e quattro finestre affacciate sul Canal Grande ospiterà una esposizione interna con installazioni esterne.
Per l’autorizzazione a utilizzare altre location (il Teatro la Fenice… addirittura!) sono state avviate trattative e programmati i contatti necessari.
Tutte le opere esposte o installate risulteranno illustrate e commentate in apposita pubblicazione progettata e realizzata da Luca Colferai per IAntichi Editori Venezia (www.iantichieditori.it), con la presentazione di Roberto Bianchin, una introduzione del curatore Enzo Rossi-Roiss e testi di Autori Vari.
 
E’ stata progettata una esposizione delle sculture in vetro di Ilze Jaunberga intitolata “Priapeide Vetrosa”, con opere realizzate dal maestro vetraio muranese Silvano Signoretto, visibili nella Berengo Collection.

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Published by rossiroiss, on settembre 24th, 2009 at 2:18 pm. Filled under: Diario, Enzo Rossi-RòissCommenti disabilitati

DELLE LOCATION ESPOSITIVE A VENEZIA E DELLA LORO ACQUISIZIONE

Scrivo delle location espositive a Venezia, sia pubbliche che private, disponibili per l’allestimento di mostre d’arte personali o collettive, pagando il dovuto per l’affitto, la guardiania di persona poliglotta, la promozione massmediatica, il vernissage, la curatela critica e quant’altro necessario per documentarla a futura memoria con supporti cartacei.
Le location espositive private disponibili sono gallerie d’arte notoriamente disposte a concedersi “un tanto al giorno” come contenitori per l’allestimento di mostre personali o collettive autogestite e autopromosse da chi le organizza in proprio o per conto terzi. Oppure proprietà private d’uso abitativo o commerciale, sfitte per convenienza o causa forza maggiore, nei casi in cui non sono location chiesastiche.
Le location espositive pubbliche disponibili sono spazi singoli o multipli (chiese, oratori, scole e scolette, dependences parrocchiali, porticati e chiostri conventuali, sedi di associazioni culturali). Oppure di proprietà diversamente configurabili (sale museali, residenze storiche restaurate all’uopo, spazi amministrati da esercizi commerciali con clienti abituali benredditati).
All’uso di tali location è possibile accedere direttamente, contattando chi le dirige o amministra, oppure tramite brokers locali e agenzie di servizio mercenario.
Dei brokers locali, noti a se stessi e ad alcuni concittadini, non scrivo nomi e cognomi per non favorirli, considerandoli in rapporto con l’arte e l’artisticità soltanto per il reddito esentasse che possono ricavarne attivandosi per l’allocazione di esposizioni prescindendo dalla notorietà dell’artista e dall’artisticità delle opere.
Di alcune agenzie di servizio mercenario, invece, scrivo quanto basta per la loro esemplificazione e identificazione, considerandole emblematiche per la loro disponibilità a servire chiunque e la Spagna, purché… se magna.
Comincio con l’indicare lo Studio Dal Ponte, gestito da Mario Di Martino, sperimentato mediatore per l’allestimento e la promozione massmediatica di mostre d’arte nell’Ex Convento di Santa Apollonia nei pressi di San Marco e nelle sale della Scoletta dei Tiraoro e Battioro in Campo San Stae, come in altri spazi, fratello di Enzo Di Martino critico/recensore d’arte de “Il Gazzettino”
Continuo citando l’Associazione Nuova Icona insediata sull’isola Giudecca, broker per l’acquisizione di location espositive surroganti e decentrate o periferiche, che nel 2004 procurò l’Oratorio San Filippo come sede per una esposizione personale del lettone Ilmars Blunbergs, curata da un critico lettone (il giovane e inesperto Andris Brikmanis) debuttante a Venezia nel periodo della bassa stagione e dell’acqua alta (16 ottobre-21 novembre): lo stesso Blunbergs già esposto dalla Repubblica di Lettonia nel padiglione nazionale della Biennale 2001. L’Oratorio San Filippo risulta allocato in una calle morta inospitale, Calle Dei Vecchi, “…larga un metro e lunga 56 passi”: location angusta e degradata in zona periferica sul Canale della Giudecca, lontana da Piazza San Marco, nei pressi della Stazione Marittima.
E concludo segnalando l’agenzia Art Communications del rampante Paolo De Grandis, che loca e subloca come spazi espositivi di tutto e di più, perfino locali d’uso abitativo sfitti con l’accesso in calle morte come il Ramo Malipiero, per l’insediamento di padiglioni come quelli delle Repubbliche di Estonia e Lettonia della Biennale 2005. Lo stesso De Grandis/Art Communications che ha locato una tantum alla Repubblica di Lettonia, come padiglioni per le Biennali, le chiese San Giovanni Novo (1999), San Lio (2001) e la Scoletta di San Giovanni Battista (2007), così come ha locato il Palazzo Bollani (che non gli sarà più concesso, come altre location) una tantum per l’esposizione del trascendental realism di Adi Da Samraj in occasione della Biennale 2007. Il De Grandis che da dieci anni si dà reddito organizzando in concomitanza con la Mostra Internazionale del Cinema, l’esposizione di sculture all’aperto nomata “Open”, sull’isola nomata Lido, per la quale gli artisti partecipanti sono selezionati tra coloro che risultano provvisti di finanziatori, oppure sono in grado di autofinanziarsi. Significativa la selezione per “Open 2008”  di Giulio Serafini, Leonardo Chionna e Vincenzo Musardo: un trio accreditato dalla Artisse s.r.l. che ha la sede a Mesagne (BR).
Scrivo ciò considerando comunque opportuno dare visibilità alle opere della creatività personale e comunicare la propria esistenza artistica con una esposizione personale a Venezia, location dotata di plus valore internazionale capitalizzabile, apprezzata in tutto il mondo, anziché (a parità di costo) con mostre in location marginali e marginalizzanti, oppure regionali e regionalizzanti: interrelazionadosi con operatori culturali e promoters notoriamente fertili e in rapporto ravvicinato e privilegiato con la comunicazione adeguatamente referenziata, refrattari a stabilire rapporti sterili e promiscui di puro servizio mercenario.

Published by rossiroiss, on novembre 17th, 2008 at 9:36 pm. Filled under: Diario, Enzo Rossi-Ròiss1 Comment

UN’ONDA DI PASSIONE



Ha fame di futuro e affermazione chi ha scritto il testo poetico che segue  questa premessa.
Un testo scritto per non affogare, per assecondare l’onda nuotando intenzionata a dominarla. Un testo scritto da una giovane scrittrice che si considera emula dell’amazzone Pentesilea: emula ribella e in competizione selvatica addomesticabile soltanto durante le ore serali. Scritto da una amabile donna nomabile Germanamazzone, perciò!
 
un'onda di passione travolge il mio corpo
quando penso ai nostri corpi isole deserte e separate
anelando amplessi totali
 
un'onda di passione travolge il mio corpo
quando mi sento vibrare dentro nel profondo
incognita e inesplorata
 
un'onda di passione travolge il mio corpo
quando ti guardo con occhi avidi di sguardi impudichi
desiderante e in preghiera
 
un'onda di passione travolge il mio corpo
quando fantastico abbracci tuoi oscenizzanti
ineffabilmente appassionata
 
un'onda di passione travolge il mio corpo
quando mi prefiguro amplessi reiterati e condivisi
straordinariamente erotizzata
 
GERMANA RICCIOLI
(germanariccioli@gmail.com)

Published by rossiroiss, on novembre 8th, 2008 at 2:49 pm. Filled under: Diario, Enzo Rossi-RòissCommenti disabilitati

“BALTICA 9”: BIRRA SUPER E LIBRO COMICO


Potrebbe accadere a chiunque (poiché è già accaduto) di apprendere che, alle ore 21,30 di un giorno feriale qualsiasi, sarà presentato, nello spazio apposito della libreria alternativa Modo Infoshop, un libro di Daniele Benati e Paolo Nori intitolato “Baltica 9” edito da Laterza: presenti gli autori (ovviamente!). Un libro scritto cinque anni prima della sua pubblicazione, guida ai misteri di un Oriente che cinque anni dopo risulta meno misterioso e più globalizzato.

Potrebbe accadere a chiunque (poiché è già accaduto) di recarsi in tale libreria alternativa perché intrigati dal titolo del libro, più che dalla notorietà dei suoi autori, in tempo utile per acquistarlo e leggere le prime dieci pagine di seguito, continuando a leggerlo qua e là prima della sua presentazione.

Potrebbe accadere a chiunque (poichè è già accaduto) di apprendere dai due autori che il libro non sarà presentato, ma letto qua e là senza alcuna informazione preliminare relativa all’esercizio scrittòrio compiuto.

Potrebbe accadere a chiunque (poichè è già accaduto) di proporre inutilmente ai due autori/autopresentatori di anticipare al pubblico dei presenti (si e no 20!) qualche informazione relativa al concepimento del libro e alla sua redazione in duo.

Potrebbe accadere a chiunque (poiché è già accaduto) di disapprovare (disapprovati!) due scrittori che leggono ciò che hanno scritto autocompiacendosi e ridendosi addosso: protagonisti inconsapevoli di una comica e applauditi da un uditorio indulgente e amicale. Dopo aver appreso che la balticità titolata riguarda una certa birra bevuta e bevibile nei Paesi Baltici: non bevuta prima della lettura, però, dal duo protagonista del “reading” e dai presenti plaudenti.

Potrebbe accadere a chiunque (poichè è già accaduto) di giudicare tale libro un insieme di testi televisionabili dai comici di Zelig, scritti da due autori emiliani nati molti anni dopo Georges Perec e Giani Celati, nati molti anni dopo Italo Calvino, nato molti anni dopo Raymond Queneau, nato molti anni dopo Alfred Jarry, nato molti anni dopo Clarles Cros e Isidore Ducasse comte de Lautréamont: ragion per cui non hanno potuto far parte del Collège de Pataphysique, né eseguire alcun esercizio scrittòrio per la Bibliothèque Oulipienne.

Potrebbe accadere a chiunque (poichè è già accaduto) di essere palesemente considerato imbecille da uno dei due autori di “Baltica 9” (il Paolo Nori) per aver manifestato la propria refrattarietà alla comicità della loro scrittura.

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Daniele Benati è nato a Reggio Emilia, ma la maggior parte del tempo la passa a Budapest, dopo aver insegnato in alcune università straniere. Recentemente si è data visibilità libresca con l’eteronimo Learco Pignagnoli.

Paolo Nori, ex ragioniere con laurea in lingua e letteratura russa, è nato nel 1963 a Parma ma vive a Bologna. Recentemente ha aperto una partita IVA per fatturare redditi diversi da quelli derivanti dalla vendita di libri del genere ”Baltica 9”.

Entrambi hanno tradotto testi d’autori stranieri noti e sono impegnati nella redazione del settemestrale “L’accalappiacani”.

Published by rossiroiss, on ottobre 6th, 2008 at 10:11 pm. Filled under: Diario, Enzo Rossi-Ròiss1 Comment

Biennalizzata a Venezia al di là dei confini della scatola l’architettura simulacro dell’artisticità stravagante

L’immaginario collettivo ha deambulato perplesso e sconcertato negli spazi dell’Arsenale e nei padiglioni dei Giardini, location della 11th Mostra Internazionale di Architettura 2008 (Venezia 14/9 – 23/11). Sconcertato dalle numerose installazioni realizzate dagli architetti espositori per rappresentare una architettura «oltre il costruire» (come nei desideri degli organizzatori), liberata dai confini della scatola e dai limiti delle pratiche costruttive consuete e omologate. Perplesso (anche) nel constatare le numerose somiglianze con ogni Mostra Internazionale di Arti Visive.È accaduto ciò perché gli architetti biennalizzati si sono posizionati con le loro creazioni talmente tanto oltre i confini del costruire, da sconfinare (consapevolmente o inconsapevolmente) negli ambiti estetici della creatività fluxus, video, body, povera e comportamentale. Fatta eccezione per i francesi e gli australiani (per es.), autori di un ricchissimo campionario lillipuziano, esibito nei loro padiglioni, di progetti architettonici per costruzioni tra le più stravaganti e disparate.La Biennale delle case irreali (Paolo Vagheggi) – La Biennale senza edifici – Ma l’architettura non è un’arte ornamentale (Vittorio Gregotti) – L’architetto cerca casa / Alla Biennale uno spazio senza star (Francesco Erbani): così hanno titolato alcuni prestigiosi giornali quotidiani. (Già postato in: www.iantichi.org)

Published by rossiroiss, on settembre 26th, 2008 at 3:05 pm. Filled under: Diario, Enzo Rossi-RòissCommenti disabilitati

PUBBLICATI DA “I ANTICHI EDITORI” A VENEZIA

I “POEMI DOPING” DI ENZO ROSSI-ROISS
SCRITTORE SETTANTENNE DIVERSAMENTE ANZIANO

(da “Il Ridotto” anno 2° n.13, settembre 2008)

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Ha le caratteristiche di un “Meridiano” Mondadori il libro edito da “I Antichi” a Venezia col titolo “Poemi Doping”. Ha tali caratteristiche perchè contiene in 350 pagine tutta l’opera poetica (edita e inedita) di un solo autore: Enzo Rossi-Ròiss nato nel 1937. Con testimonianze esegetiche di Autori Diversi, la gran parte noti ai lettori di testi poetici moderni e contemporanei. Tanto che alcuni meritano di essere citati (in ordine alfabetico); Vincenzo Accame, Elio Filippo Accrocca, Ercole Bellucci, Gianni Celati, Gualtiero De Santi, Joice Lussu, Eugenio Miccini, Luciano Nanni (anche Menetti), Roberto Roversi, Sarenco.
Il libro è sottotitolato “Canzoniere 1964-2007”, perchè l’Autore ha ordinato la sua scrittura poetica in versi trascorrendo il suo 70° anno: come Francesco Petrarca (1304-1374) che non riuscì a compierlo perchè morì un giorno prima. L’ordine di pubblicazione e lettura, però, non rispetta l’ordine di scrittura, poiché i vari testi risultano accorpati in “sezioni” (dieci) omologanti e monologanti.
Poichè  a quasi tutti i testi pubblicati si addice l’oralità dell’Autore, più che la “dicitura” degli attori di teatro, così come si addice l’esegesi di chi li ha concepiti, propedeutica a ogni esegesi professorale,una conversazione col Rossi-Ròiss,a questo punto, è quanto di meglio potevamo pensare di realizzare per i lettori de “Il Ridotto”.
I ANTICHI – Cominciamo dalla copertina aniconica e tricolore: perchè?

ROISS – Perchè è stata concepita come opera visuale, la cui decodificazione o deambiguazione è consentita soltanto a chi si predispone ad esaminare i suoi diversi liveli di significazione.
I ANTICHI – Che sarebbero…?
ROISS – I livelli di significazione risultano stratificati a cominciare dalla successione (sovrapposizione) delle tre parole tricolorizzate su fondo nero: ROISS (verde) POEMI (bianco) DOPING (rosso). Esaminando il primo livello di significazione si connota la nazionalità italiana dell’Autore e del suo linguaggio originario. Esaminando il secondo livello di significazione si  identifica la carica simbolica di ogni colore: NERO (l’ideologia referente dell’anarco-libertarismo), VERDE (il colore della candela verde che illumina il sapere patafisico), BIANCO ( le polverine stupefacenti), ROSSO (la passionalità espressiva). L’esame di altri livelli di significazione consente l’accesso ad altre aree metaforiche a chi dispone dei password sapiensiali idonei.
I ANTICHI – Il “Doping” del titolo significa scrittura stupefacente?
ROISS – Significa scrittura poetica assunta come medicinale per positivizzare il negativo, smascherare le ipocrisie, esaltare le stupefazioni, connotare gli innamoramenti, deridere l’esibizione di eccellenze soltanto presunte, stigmatizzare la mediocripositività conclamata, disdegnare la creatività episodica e l’artisticità domenicale…ecc.
I ANTICHI – La doppia significanza è diffusa in tutto il libro, l’allegoria e la metafora spadroneggiano quasi in ogni testo, la sentenziosità risulta ricorrente, qua e là profetizzi con disinvoltura: ironico, sarcastico, raffinatamente crudele, inequivocabilmente laico e agnostico. Ti riconosci come poeta e come persona in tutto ciò?
ROISS – Così come mi riconosco in tant’altro “dicibile” dopo aver letto i miei”Poemi Doping”.
I ANTICHI – Spiega ora la presenza nei tuoi testi di tante parole, alcune sprovviste di etimo cruscacclarato, irrintracciabili nel vocabolario: ibridi semantici, ircocervi linguistici, insiemi sfingici, fonemi chimerici, generati da accoppiamenti trasgressivi di notissime parole durante la tue orge creative.
ROISS – Lo spiego col dire, semplificando, che le concepisco per significare più compiutamente (o completamente) ciò che è nelle mie intenzioni poetiche. Facilitato dalle mie frequentazioni patafisiche , oltre che dalla conoscenza degli esercizi di stile scrittòrio “oulipienne” (OU.LI.PO).
I ANTICHI – Un glossarietto finale prima dell’indice, però, avrebbe ben figurato.
ROISS – E’ una buona idea. Suggerisco di esemplificarlo impaginando in un riquadro alcuni dei miei neosememi. Per es:carmepilogus, deufemismazione, ficofora,gidugliata, iconovulvata,lauramplessi,piedilavori,
postchiaraggiunta,tergiversificatori, ubunide,vulvaepistolata, vulvautorale, vulveide, vulvindex.

I ANTICHI – La sezione erotica del tuo libro s’impone per qualità e quantità dei testi. Tanto che puoi essere considerato e indicato come poeta plurivulvato confesso e documentato, inviso a ogni altro poeta monovulvato, avulvato, devulvato, sia poeta o no. Condividi questa opinione?
ROISS – La condivido a condizione che mi si consideri scrittore vulvologo virtuoso ed erudito, alternativo a ogni scrittore vulvomane approssimativo e maldestro.
I ANTICHI – Hai tradotto in versi tutti i tuoi innamoramenti?
ROISS – Soltanto i più significativi, a prescindere dal loro epilogo.
I ANTICHI – Ti hanno arricchito tutti?
ROISS – A conti fatti, tutti tranne uno che mi ha impoverito. Poiché l’ho condiviso a lungo con una donna mediocripositiva che si è rapportata a me applicando la formula: costi tuoi benefici miei / lavoro tuo plus valore mio / capitale tuo rendita mia / conoscenze tue per nuove relazioni mie.
I ANTICHI – Concludi con una dichiarazione.
ROISS – Dichiaro che i miei “Poemi Doping” costituiscono un prezioso campionario del mio vissuto e che li ho così ordinati a futura memoria della mia attività scrittòria, per connotarmi “diversamente anziano” trascorrendo gli anni successivi al mio 70°.
(Il libro può essere ordinato a www.iantichi.org, oppure a www.libreriaparolini.com)

Published by rossiroiss, on settembre 26th, 2008 at 2:54 pm. Filled under: Diario, Enzo Rossi-RòissCommenti disabilitati

ARREDO URBANO EFFIMERO E LUDICO L’OPEN 2008

SAGA ESPOSITIVA GRIFFATA LIDO DI VENEZIA Le sculture della esposizione “Open 2008” sono state rimosse il 29 settembre, dopo essere state arredo urbano effimero e ludico al Lido di Venezia dal 27 agosto al 6 settembre, in concomitanza con i giorni della Mostra Internazionale del Cinema. Ben catalogate dall’editore Bellati, per l’autogratificazione di ognuno degli artisti esposti che enfatizzeranno la propria partecipazione come grande evento espositivo nel CV personale. Per l’undicesimo anno consecutivo l’agenzia organizzatrice Arte Communications del duo De Grandis – Tirkkonen ha impastato e cotto una ciambella redditizia (metaforizzando!), equivalente a una saga dell’arte eterogenea massmediatizzata in loco veneziano (e soltanto in loco veneziano) da pochi cronisti locali, con brevi testi informativi scevri da ogni esercizio esegetico: evento fungo nell’umus di un evento quercia. Per l’undicesimo anno consecutivo Paolo De Grandis ha venduto a scultori (e non) italiani e stranieri d’ambo i sessi la partecipazione alla sua “Open” griffata Lido di Venezia, attento a incrementare la redditività più che l’artisticità dell’iniziativa: tutto esponendo e di chiunque (nulla escludendo e tutto includendo), senza discriminare i carneadi noti a se stessi e ai compaesani, marginalizzati da curriculum espositivi autarchici e supportati da schede bio-bibliografiche carenti. Esemplari le brochures di Giulio Serafini, Leonardo Chionna e Vincenzo Musardo (per es.), un trio accreditato dalla Artisse s.r.l. che ha la sede a Mesagne (BR). Nato nel 1961 a Urbino e noto agli urbinati: diplomato dalla Scuola del Libro urbinate dove non insegnano a dipingere e neanche a scolpire (il Serafini). Dotato di una bibliografia firmata da recensori e presentatori della categoria squillo mercenaria, e notiziato nelle cronache locali da media pugliesi (il Chionna). Sprovvisto di notizie bio-bibliografiche rilevanti e di un CV espositivo esibibile (il Musardo). Per l’undicesimo anno consecutivo “Open” si è rivelata dotata di una doppia data di scadenza: quella calendariata (29 settembre) e quella effettiva (6 settembre) concomitante col giorno ultimo della Mostra Internazionale del Cinema, dopo il quale il Lido di Venezia torna ad essere location abitata e frequentata esclusivamente dai residenti, prevalentemente anziani intolleranti delle presenze occasionali o turistiche. Americanizzata con due sculture policrome e iperrealiste di Carole A. Feuerman straviste, perché straesposte nella location Giardini, durante i mesi della Mostra Internazionale d’Arte 2007 negli spazi extra Biennale del ristorante-bar Al Paradiso. Con tante partecipazioni asiatiche, per internazionalizzarla agli occhi e nelle opinioni dei partecipanti una-tantum nazionali: Mauro Benati, Damiano Canalini, Domenico di Genni, Paola Giordano, Mario Paschetta, Oliviero Rainaldi, Tobia Ravà, Giacomo Roccon, Barbara Taboni, Pier Toffoletti, Cristina Treppo, Giusepe Vigolo e Dania Canotto.

Published by rossiroiss, on settembre 23rd, 2008 at 2:19 pm. Filled under: Diario, Enzo Rossi-RòissCommenti disabilitati

HO LANCIATO NEL CHIANTI I MIEI MAXIDADI ICONOVULVATI

GIA’ LANCIATI A VENEZIA DURANTE IL CARNEVALE 2007

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Altro coupe de dés rouge e noir ! Questa volta nel Chianti, dopo il lancio veneziano in Campo San Maurizio durante il Carnevale 2007 e a Torcello successivamente.
Vulveide nel Chianti, perciò, dopo Vulveide in Laguna, meditando altre Vulveidi in altri luoghi. Diversa la location, identiche le motivazioni… però.
Ho lanciato i miei maxidadi iconovulvati nel Chianti, come in laguna a Venezia, per continuare a omaggiare il duo Mallarmé-Stendhal, per propiziarmi nuovi Innamoramenti fuori di antichi calcoli, e per la Congiunzione Suprema delle probabilità superstiti di altro Fidanzamento, caduto il velo dell’ultima Illusione: poichè la sua ossessione mi risulta sempre più destinata a essere rimossa e archiviata come Fantasma di un gesto vacillante.
La location nel Chianti è Villa Mocale, una residenza chwe fu anche medicea durante il sec. XV, completamente restaurata e usata come sede per meeting, congressi, banchetti nuziali e festeggiamenti eterogenei, sulle colline tra Firenze e Siena nel territorio di Montefiridolfi San Casciano. Si raggiunge percorrendo la superstrada Firenze-Siena (uscita Bargino).

Published by rossiroiss, on luglio 22nd, 2008 at 10:16 pm. Filled under: Diario, Enzo Rossi-RòissCommenti disabilitati

DEL RITROVARSI ANNUALMENTE A BOLOGNA

SPETTATORE DEL CINEMA RITROVATO

Ogni anno, da 22 anni, ci si ”ritrova” sempre più numerosi d’estate a Bologna nel chiuso di sale cinematografiche diverse e all’aperto in Piazza Maggiore, per assistere alle proiezioni della Mostra Internazionale del Cinema Ritrovato. Trecento i titoli, otto le giornate dell’edizione 2008 (dal 28 giugno al 5 luglio), alcune migliaia i cinephiles, provenienti da ogni dove europeo ed extraeuropeo,
Casuali ritrovamenti di amatori e sapienti restauri sponsorizzati dal mecenatismo privato consentono ogni anno agli organizzatori della Cineteca Comunale bolognese di comporre un mix di proiezioni di lungo e cortometraggi, muti e sonori, per un palinsesto che risulta, poi, delizioso e infernale perchè obbliga a effettuare con sofferenza scelte sacrificali.
La sezione maggiormente apprezzata, tra le tante programmate, ha avuto per protagonista il regista Josef von Sterneberg con la proiezione di 13 suoi film. In sei dei quali, tutti magistralmente restaurati ( Marocco, Dishonored, Shanghai Express, Blond Venus,The scarlet empress, The devil is a woman ), ho ritrovato l’attrice Marlene Dietrich, immedesimandomi in ognuno dei suoi ammiratori intrigato dal suo erotismo e affascinato dalle sue civetterie, tutte inequivocabili promesse di coiti possibili. Con tante sigarette accese e fumate in interni ed esterni, da star e figuranti in ogni ambiente e circostanza, anche inopportunamente.
Non sono state proiettate opere cinematografiche di autori baltici o di produzione baltica del genere “Campanula bianca” di Ivars Kraulitis (anni ‘60, b/n, 35 min. senza parole) o “Più vecchio di 10 minuti” di Gherz Frank (anno 1978, b/n, 15 min. senza parole). Qualcuno le cerchi e le “ritrovi” cominciando con una richiesta di collaborazione al National Film Centre of Latvia che ha sede a Riga, oppure incaricando a far ciò Laila Pakalnina, attualmente attiva più come giornalista/opinionista del quotidiano lettone “Diena” che come regista cinematografica.

Published by rossiroiss, on luglio 9th, 2008 at 9:56 pm. Filled under: Diario, Enzo Rossi-RòissCommenti disabilitati