PERCHE’ SI ADDICE ALLE EXPO SIMIL-FIERE DELL’ARTE
ALLESTITE NELLE SUE RESIDENZE ILLUSTRI
PAGANDO I COSTI DOVUTI E LUCRANDO I RICAVI INDOTTI
A Venezia non è possibile insediare una fiera dell’arte, perché l’arte di ogni epoca risulta fierizzata permanentemente in ogni dove e per ogni gusto, profit e no-profit. Ragion per cui non ha attecchito il SIMA (Salone Internazionale dei Mercanti d’Arte) nel Palazzo Grassi, centro culturale durante gli anni 1983-85, nè Veneziarte 1999 in uno dei fabbricati del Bacino di Marittima, e neanche Cornice (Venice International Art Fair) ubicata al Tronchetto, l’iniziativa intrapresa una-tantum nel 2007 con la direzione artistica di Augustus Rylands rampollo del direttore in carica presso la Guggenheim. Un progetto di fiera nelle camere e negli spazi dell’Hotel Monaco & Gran Canal è stato abortito appena annunciato nel maggio 2008. Causa non ultima la notizia postata l’11 giugno nel mio Diario del sito www.iantichi.org, della quale riproduco soltanto l’incipit: Una Associazione nomata “Fresh” e allocata a Venezia ( cap 30124) in una casella postale (719) San Marco 5554, ha concepito un marchingegno fieristico-espositivo nomato Fresh Venice Contemporary Art Fair ed ha cominciato ad azionarlo nel mese di maggio 2008 per riempire le camere dell’Hotel Venic Monaco & Grand Canal di opere d’arte con galleristi badanti e mercanteggianti al seguito, durante i giorni 12-13-14-15 marzo 2009: giorni notoriamente di bassa stagione turistica priva di eventi clamorosi, successivi al clamore del Carnevale.
A Venezia è possibile, invece, insediare expo simill-fiere dell’arte, collateralizzandole (pagando i costi dovuti e lucrando i ricavi indotti, ovviamente!) alle expo (arte e architettura) de “la Biennale” astutamente “intitolate” e argomentate: allestite in residenze illustri disabitate ben mappate, proprietà edili di privati o di istituzioni, preferibilmente con l’affaccio sul Canal Grande per l’installazione di banner segnaletici penduli dai balconi.
Docet l’expo “Glasstress” divenuta brand dell’imprenditore vetrario muranese Adriano Berengo, allestita nel Palazzo Cavalli Franchetti nel 2009 e 2011 come evento collaterale a “la Biennale”. Annunciata ri-allestita nella stessa locations anche nel 2013, organizzata e promossa ancora da Adriano Berengo che in tale Palazzo s’insedierebbe stabilmente come patron di esposizioni d’arte (potendo e pagando il dovuto, ovviamente!) http://lampisterie.ilcannocchiale.it/post/2751632.html - http://www.rossiroiss.it/blog/?p=503 .
Idem l’expo “Personal Structures” 2011 allestita nel Palazzo Bembo, performance organizzativa compiuta pro immagine sua dall’intraprendente olandese Rene Rietmeyer (artista minimal nato nel 1957, esposto una-tantum dal Berengo in Glasstress 2009) e realizzata dalla Global Art Affaire Foundation (www.globalartaffairs.org) insediata a Leiden (Olanda), con recapito italiano (postale e fiscale) a Venezia presso uno studio legale in Piazzale Roma 466 / G. “Personal Structures” sarà ri-proposta come evento collaterale a “la Biennale 2013”, ri-allestita (con altre opere di altri artisti, ovviamente più numerosi!) nello stesso Palazzo. Curata e scepsi-zzata da un trio curatoriale molto giovane e femminile (olandese-cinese: Sara Gold, Karlyn De Yongh, Zhuang Kai), col Rietmeyer nel ruolo di boss artista psicologo pluriaffaccendato, supportato da uno staff di collaboratori giovani.