http://www.ilridotto.info/it/content/quando-tutti-vogliono-essere-biennale
*88 le Partecipazioni Nazionali – 47 gli Eventi Collaterali – Numerosissime le Esposizioni Concomitanti – Avrà inizio il 1° giugno a Venezia la Biennale Arte n. 55
*L’uso del nome Biennale è consentito a Venezia soltanto a pagamento
*Idem l’uso come location espositiva di ogni proprietà immobiliare sfitta sia nobile sia plebea
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“Biennale, altolà all’uso del nome – A pochi giorni dalle Arti Visive, diffida a chi se ne serve per altre esposizioni”: ha così titolato il quotidiano “La Nuova”. Senza scrivere che tale altolà riguarda chi per l’uso del nome Biennale non ha pagato 20.000 euro come (+IVA) i 47 Eventi Collaterali per clientelare espositori e finanziatori variamente interessati a massmediatizzarsi e darsi immagine di “biennalizzati” (impropriamente).
“Stop all’uso selvaggio degli spazi in città – In arrivo nuove regole”, altra titolazione dello stesso quotidiano veneziano. Relativa alla locazione spregiudicata ed esosa di spazi privati per uso espositivo occasionale, accreditati dalla Biennale nella propria bacheca come idonei: compresi monovani sprovvisti di servizio igienico, modeste residenze disabitate perchè inabitabili, locali sfitti perchè malmappati e sconvenienti per l’insediamento di attività commerciali o lavorative. Disapprovando l’intermediazione di chi millanta rapporti “di qualsiasi tipo” con la Biennale affaccendandosi come curatore/produttore/organizzatore/promoter artistico, interlocutore privilegiato di chi possiede location in affitto presuntivamente disponibili a buon mercato.
Citando soltanto gli Eventi Collaterali organizzati da Fondazioni note o blasonati da curatele autorevoli.
Privilegiando la notiziazione delle expo logotipate Pinault, Guggenheim, Prada, Louis Vitton, Cà d’Oro, Cà Pesaro, Palazzo Grassi, Punta della Dogana, Museo Correr, Palazzo Grimani, Palazzo Da Mula Morosini, Arsenale, Giardini et location similmente ben considerate e frequentate dalle Isituzioni politiche e culturali.
Discriminando Eventi simil fieristici con titoli omnicomprensivi divenuti brand, come “Personal Structures” (Global Art Affairs Foundation, 74 artisti) e “Glasstress” (Berengo Studio, 60 artisti), accreditati da curatele aziendalistiche surroganti ed enfatizzati dall’insediamento in location turisticamente appariscenti e ben mappate con affaccio sul Canal Grande, come Palazzo Bembo e Palazzo Cavalli Franchetti: supportati da promozione autarchica autoreferenziale e cataloghi editi post-vernissage durante il periodo espositivo.
(Per leggere altro del Palazzo Bembo Exibishion e di Rene Rietmeyer cliccare: http://lampisterie.ilcannocchiale.it/?yy=2013&mm=2 )http://lampisterie.ilcannocchiale.it/?id_blogdoc=2772990
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Gli artisti di “Personal Structures”
Chul Hyun Ahn (KOR), Yoshitaka Amano (JPN), Alice Anderson (GBR), Jan-Erik Andersson (FIN), Axel Anklam (DEU), Yifat Bezalel (ISR), Hans Bischoffshausen (AUT), Djawid Borower (DEU), Faiza Butt (PAK), Genia Chef (RUS), Chen Ping (CHN), Canal Cheong Jagerroos (CHN), Karlyn De Jongh (NLD), Scott Eady (NZL), Toshikatsu Endo (JPN), Carole Feuerman (USA), Cristiana Fioretti (ITA), Dale Frank (AUS), Chris Fraser (USA), Marc Fromm (DEU), Sally Gabori (AUS), Jakob Gasteiger (AUT), Darryn George (NZL), Selby Ginn (AUS), David Goldenberg (GBR), Gotthard Graubner (DEU), Kimberley Gundle (ZAF), Laura Gurton (USA), Patrick Hamilton (CHL), Anne Herzbluth (DEU), Per Hess (NOR), Hirofumi Isoya (JPN), Sam Jinks (AUS), Grzegorz Klatka (POL), Mehdi-Georges Lahlou (FRA), James Lavadour (USA), Helmut Lemke (DEU), Luce (LVA), Heinz Mack (DEU), Michele Manzini (ITA), Christopher Martin (USA), Herre Methorst (NLD), David Middlebrook (USA), Atelier Morales (CUB), Peter Simon Mühlhäußer (DEU), Hermann Nitsch (AUT), Yoko Ono (JPN), Roman Opalka (FRA), Otto Piene (DEU), Triny Prada (FRA), Qin Chong (CHN), Stefanus Rademeyer (ZAF), Nicola Rae (GBR), Arnulf Rainer (AUT), Bogdan Rata (ROU), Thomas Riess (AUT), Rene Rietmeyer (NLD), Yhonnie Scarce (AUS), Wilhelm Scherübl (AUT), Dmitry Shorin (RUS), Nitin Shroff (IND), The Icelandic Love Corporation (ISL), Monika Thiele (DEU), Michele Tombolini (ITA), Stefan Toth (CZE), Suh Jeong Min (KOR), VALIE EXPORT (AUT), Elena & Vitaliy Vasiliev (UKR), Ben Vautier (FRA), Raphael Vella (MLT), André Wagner (DEU), Xing Xin (CHN), Plamen Yordanov (BGR), Zhang Yu (CHN).
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(Degli artisti progettati presenti in “Personal Structures”, risultano assenti: Lawrence Weiner, On Kawara, Joseph Kossuth, Giuseppe Penone, Lee Ufan)
Gli artisti di “Glasstress 2013”
AES+F, Alice Anderson, Polly Apfelbaum, Ron Arad, Ayman Baalbaki, Miroslaw Balka, Rina Banerjee, Fiona Banner, Pieke Bergmans, Budicca, Pedro Cabrita Reis, Loris Cecchini, Hussein Chalayan, Mat Chivers, Oliver Clegg, Mat Collishaw, Tracey Emin, Jan Fabre, Paul Fryer, Francesco Gennari, Recycle Group, Cai Guo-Qiang, Dmitri Gutov, Mona Hatoum, Stuart Haygarth, Charlotte Hodes, Shirazeh Houshiary, Shih Chieh Huang, John Isaacs, Michael Joo, Ilya&Emilia Kabakov, Kiki&Joost, Marta Klonowska, Joseph Kosuth, Hew Locke, Delphine Lucielle, Alastair Mackie, Jason Martin, Kris Martin, Oksana Mas, Whitney McVeigh, Aldo Mondino, Lucy Orta, Tony Oursler, Zak Ové, Mimmo Paladino, Cornelia Parker, Javier Pérez, Jaume Plensa, Karim Rashid, Ursula von Rydingsvard, Thomas Schutte, Joyce Scott, Conrad Shawcross, Sudarshan Shetty, Meekyoung Shin, Helen Storey, Tim Noble &Sue Webster, Zak Timan, Gavin Turk, Koen Vanmechelen, Joana Vasconcelos, Zhan Wang.
(per leggere altro di Glasstress e Adriano Berengo cliccare: http://www.rossiroiss.it/blog/?p=503 )