Durante ogni festa in case private, la pittrice ficofora in età non ancora antaizzata, è presenza e arredo sexy, più che presenza e arredo artistico: sollecita convenzionalità e banalità, stimola curiosità che non hanno niente a che fare con la sua creatività. Ai suoi nuovi interlocutori non interessa la sua interiorità, ma la sua sessualità. Il desiderio di approfondire la sua intelligenza è fagocitato dal desiderio d’introdurre il fallo nella sua vagina e di abbracciarla nuda per coniugare in latino i verbi pedicare e inrumare. L’approssimazione e la superficialità connotano ogni discorso relativo ai suoi dipinti.
Se la pittrice ficofora esibisce i cataloghi che illustrano le sue esposizioni, molti uomini li sfogliano come album di figurine: ignorando i testi e guardando frettolosamente le immagini. Tutti le spalancano soltanto le porte del proprio immaginario erotico: ogni altro accesso alla privacy personale gliel’ostacolano, prudentemente, rinviando confidenze ulteriori all’incontro successivo. Dopo ogni festa in case private, ogni nuovo conosciuto cita la pittrice ficofora come suscitatrice di desideri sessuali, più che come artista meritevole di attenzioni e considerazioni. E’ ficofora e nient’altro che ficofora la giovane artista piacente che si propone alle attenzioni di collezionisti, critici d’arte, galleristi e amatori varii, abbigliata da aderenze totali o parziali che scolpiscono o evidenziano le sue rotondità naturali e artificiali.
Mi è stato raccontato di una giovane pittrice, potenziata e sovradimenzionata in primis da un uomo col quale ha realizzato un rapporto di coppia artistica e sessuale, totale e totalizzante, destinato a rivelarsi ineguagliabile. Da ogni altro uomo, la stessa pittrice, sarà occasionalmente potenziata e sovradimensionata soltanto come ficofora, con l’intenzione malcelata di realizzare, prima o poi, un rapporto ficale. Desterà interesse e sarà ambita, perciò, soltanto come ficofora: fino a che non risulterà indiscutibilmente antaizzata. L’essere anche artista sarà sempre più un optional, che la distinguerà da altre ficofore e giustificherà il pagamento di alcuni “costi” aggiunti, per certi suoi “consumi” voluttuari alla Osteria del Gambero Rosso.
In rapporto di coppia “totale” con l’uomo autore del suo potenziamento e sovradimensionamento artistico primigenio, in ogni luogo e circostanza, tale pittrice ha condiviso conversari dotti e conoscenze intellettuali divenute, poi, con profitto, relazioni sue personali. In rapporto di coppia con ogni altro uomo, in ogni luogo e circostanza, è destinata a condividere soltanto conversari effimeri vulgati, vivande saporose e liete libagioni abbondanti, con qualche scopata conclusiva doverosa, frettolosa, strategica, finalizzata, o semplicemente riconoscente.
Tutto ciò mi è stato detto da tanti ammiratori di pittrici in età non ancora antaizzata, ficofore full-time, velleitarie talentate quanto può bastare. Mi è stato detto da uomini di ogni età, refrattari all’artisticità, chaperons vacanzieri cicisbei e ufficiali pagatori pinocchieschi di consumi all’Osteria del Gambero Rosso. Dicendomi, nella stessa occasione, del sotterramento con poco profitto di zecchini d’oro nel Campo dei Miracoli, mirato a fare allargare le gambe a pittrici ficofore: interessate a darsi redditività e visibilità artistica con opportune relazioni pubbliche e private (anche clandestine eventualmente!) a prescindere dalla redditività intellettuale del partner di turno.