IL LAGO IN SOFFITTA di Costanza Savini
Costermano può essere annoverato come iperluogo letterario nel Dizionario delle Opere e degli Autori. Costanza Savini, giovane scrittrice residente a Bologna e sua abitante periodica, lo ha prescelto come deposito di vite vissute e fantasticate per un libro intitolato “Il lago in soffitta” edito nel 2007 da Mursia, già notiziato nel marzo 2004 col titolo “Sfollati a Costermano”. In questo libro è narrato il soggiorno in una grande villa padronale, ben nota ai costermanesi, nel periodo della Repubblica di Salò (1943.1945), dei componenti “sfollati” di più nuclei famigliari (quattro). Imparentati e comproprietari sia dell’immobile che dell’azienda agricola annessa, costretti dal regime fascista a ospitare un generale repubblichino con moglie e cinque figli. Costermano risulta già iperluogo letterario nel primo libro della Savini, pubblicato nel 2002 dall’editore Campanotto col titolo “Le saponette magiche”. Il nuovo libro, che ha la struttura e la corposità di un racconto lungo quanto un romanzo medio, però, lo sovradimensiona sino a farlo risultare luogo magico come il Macondo di Garcia Marquez. Un luogo magico nel quale sono state vissute realtà magiche, stabilendo rapporti magici con le cose, le piante e le persone vive e defunte. La quantità di vissuto personale che Costanza Savini ha riversato nei racconti già pubblicati, continuando a riversarla ne “Il lago in soffitta”, è notevole. Il “tempo” che fu dei suoi Avi, fino ai suoi genitori, con reviviscenze nel tempo attuale, è narrato con puntigliosità e precisione. Quasi certamente, la giovane scrittrice ha scelto di narrare il periodo storico dello “sfollamento” della sua famiglia, da Bologna a Costermano, e degli altri parenti con residenze in altre città bersagliate dai bombardamenti, alla ricerca di ciò che è stata la sua adolescenza nella grande villa sulle pendici del monte Baldo, di fronte al lago di Garda: per mettere a fuoco la propria identità interiore ed esteriore (abiti compresi) nel tempo della sua esperienza scrittòria. La verosimiglianza delle vicende narrate risulta compiuta. L’epoca storica e gli accadimenti che la connotano è indiscutibile, oltre che dettagliata, anche per quanto riguarda le date. Come protagonista principale, al lettore s’impone l’adolescente Nina, onnipresente e iperintraprendente: inequivocabilmente alter-ego della scrittrice che la rivive reincarnata in sé consapevolmente e con compiacimento. Nina è un’adolescente che si è predestinata a diventare scrittrice, affascinata da tutto ciò che riguarda l’esoterismo, attenta a cogliere ogni manifestazione dell’invisibile, attratta dal mistero. Ragion per cui effettua incursioni nel paranormale, nello spiritismo e nei fenomeni di percezione extrasensoriale, coinvolgendo i cugini coetanei nelle sue ricerche e nei suoi esperimenti, i cui esiti sono rivelati nelle ultime pagine. Concludo scrivendo che Costanza Savini ha progettato e realizzato il suo nuovo libro come “libro per tutti”. Il “vero storico” lo ha appreso, ovviamente, dai genitori: successivamente lo ha “verificato” leggendo libri e conversando con persone coetanee dei genitori. Il “nerbo” dell’intera narrazione è costituito da un notevole biografismo trasfigurato in invenzione letteraria verosimile. Le incursioni nel paranormale si fanno supporre supportate da conoscenza sperimentata e non soltanto libresca.
(Riscrizione di un testo apparso ne “Il Borgotto”, marzo 2004)