DELL’APPROCCIO ESEGETICO ALLA VISUALITA’ DI CHI SCRIVE
L’approccio conoscitivo alle opere visuali di un creativo capace anche di scrivere con competenza specifica della sua visualità comporta rischi inesistenti allorchè si approcciano opere visuali di creativi capaci soltanto di visualizzare manifestando competenze gregarie (o di risulta) per quanto riguarda l’esercizio scrittòrio esegetico.
Comporta rischi perché le opere visuali di un creativo capace di compiere esercizi scrittòri esegetici sono dotate di Parole d’Autore (significando che hanno il dono della parola plurisemantizzata, che sono parlanti anziché mute), nel senso che sono dotate di parole scritte dal loro autore per la cosiddetta “bisogna”, diversamente dalle opere visuali di creativi dipendenti e semantizzati da parole altrui contingentate.
Tali rischi sono costituiti dagli esami comparativi cui inevitabilmente possono essere sottoposti da chiunque i testi degli esegeti militanti, scritti dopo aver letto i testi esegetici autorali.
Particolarmente nel caso di Enzo Rossi-Ròiss che da sempre e frequentemente assume il ruolo di primo esegeta della sua visualità, curando la produzione e promozione delle sue performances espositive che accredita esercitando lo jus primo judicio, con testi polistratificati linguisticamente che possono essere annoverati in ambiti scrittòri diversi: della poesia, delle dottrine estetiche, del giornalismo culturale, della duplicità ( double entendre) semantica, della letteratura tout- court.
Come approcciare esegeticamente, quindi, le sue opere intitolate “D’après senifora gidugliata”, per identificare o riconoscere la loro carica simbolica e farla esplodere in un’area metaforica più vasta possibile?
Così posta la domanda, l’Autore risponde.
Poiché ognuno vede ciò che sa o riconosce, e soltanto ciò che sa e riconosce, l’approccio esegetico sarà condizionato in ogni caso dal livello di significazione sul quale stazionerà il riguardante.
Chi stazionerà sul primo livello di significazione, soffermando la sua attenzione sul particolare iconico ricorrente che caratterizza il mio d’après, riconoscerà subito lo zampirone antizanzare, compiaciuto e soddisfatto.
Chi stazionerà sul secondo livello di significazione, soffermando la sua attenzione sullo stesso particolare iconico ricorrente, penserà e dirà che lo zampirone raffigura una spirale, rammemorando qualche significato simbolico letto in un libro o in una rivista culturale.
Chi stazionerà sul terzo livello di significazione, considerando la presenza significante nella titolazione della parola “gidugliata”, penserà che lo zampirone a forma di spirale raffigura la “giduglia” (“gidouille”, in francese) logo della Patafisica, scienza delle soluzioni immaginarie: logo spiraliforme, perciò, del sapere patafisico che tutto ingloba e contiene all’infinito, di colore verde perché illuminato dalla fiamma della candela verde del suo ideatore e codificatore: Alfred Jarry (1877-1914) l’autore di “Ubu Roi”.