DEL POTENZIAMENTO E SOVRADIMENSIONAMENTO DESTINATO AL DEPOTENZIAMENTO E AL… RIDIMENZIONAMENTO
Più volte ho conferito alla mia passione amorosa una realtà che in breve tempo è divenuta superiore e incontrovertibile: al di là di ogni ambizione iniziale e desiderio costante di rapporti sessuali.
Più volte mi sono incaricato subito di bruciare tutta le legna in mio possesso, per produrre calore ininterrottamente.
Fino a che la passione amorosa non ha assunto le caratteristiche di una passione a tre, con la mia scrittura poetica che è divenuta la pietra di paragone dell’autenticità della passione stessa: assumendo un ruolo tutt’altro che artificiale, sempre più invasivo e preponderante.
Tutto ha avuto il suo principio ogni volta, perciò, nel momento in cui il mio fervore creativo ha cominciato a coincidere con un nuovo fervore sentimentale che ho considerato senza precedenti.
Con la mia scrittura poetica, però, ho potenziato e sovradimensionato ogni volta la donna oggetto del mio desiderio collocandola in uno spazio eccessivo per le reali dimensioni delle sue virtù amatorie e dei suoi sentimenti. Uno spazio più ridotto l’avrebbe contenuta, comunque, con ciò che costituiva l’insieme delle emozioni prodotte e consumate durante ogni nostro incontro ravvicinato.
Fino a che, dopo aver tanto scritto e in parte pubblicato per “cantare” le stupefazioni e “sublimare” le delusioni del rapporto, non ho deciso ogni volta di rinunciare a bruciare altra legna per scaldare una passione amorosa che cominciava a risultarmi mal corrisposta.
Iniziando a depotenziare e ridimensionare le “qualità” della donna oggetto del mio desiderio, dopo aver rammemorato una mia “lampisteria” d’antan che merita di essere memorizzata: Durante l’azione di depotenziamento e ridimensionamento di ciò che abbiamo potenziato e sovradimensionato è consigliabile sostenersi sperimentando intollerabilità e degrado progressivo del rapporto, in modo tale da non alimentare rammarichi e rimpianti successivi.