DEL POETA DIALETTALE SALENTINO ALFREDO MANGELI EDITATO IN PRIMIS NEL 1960/61 A NOVOLI/LECCE
Fino a prova contraria, come suol dirsi, Alfredo Mangeli è stato pubblicato e notiziato come poeta “in primis” nel 1960 e nel 1961 a Novoli, suo luogo natio, da me, giovane giornalista polimorfo, redattore de “La Tribuna del Salento”, collaboratore/cartapestologo de “La Zagaglia” e di altri media pugliesi, fondatore/editore e autore dei numeri unici “La Giuanna” (3 annate) e “Lu Puercu” (due annate), prima del mio trasferimento professionale e anagrafico definitivamente lontano dal territorio salentino. Siano considerati “Docenti” i ritagli riprodotti e trascritti qui di seguito.
Quanti libri abbia, poi, scritto e pubblicato firmandomi Enzo Rossi-Ròiss, (commercializzati da Amazon ed eBay), compresi alcuni ebook, lo si può apprendere navigando nel web (dove risulto presente con siti, blog, social, gruppi FB , pagine – Cà Ròiss – Skype, Twitter), dopo aver letto la scheda che mi enciclopedizza in Wikipedia: https://it.wikipedia.org/wiki/Enzo_Rossi_Roiss .
ALFREDO MANGELI
poeta in erba, una promessa per la poesia dialettale novolese
Non è facile scrivere in dialetto, per riuscirci bisogna rinunciare a scrivere, e soprattutto a pensare, in italiano; ma il Mangeli possiede, sebbene ancora in embrione, le qualità del poeta dialettale. Deve soltanto educarle al possesso delle immagini da tradurre in parole, libero dalla schiavitù della rima, attraverso lo studio dei maggiori poeti dialettali della nostra letteratura.
(Breve testo scritto per presentare quattro poesie intitolate: “Matina e sira”, “La Quaremma”, “La miseria”, “La saggezza te li turnisi”)
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In LA GIUANNA, anno secondo, 17 luglio 1960, numero unico di attualità e umorismo diretto e redatto da Enzo Rossi (futuro Ròiss), autore responsabile di ogni testo non firmato. Sedici pagine (cm. 35×25) con testi vari firmati anche (in ordine alfabetico): Gigi Carlino, Antonio Greco, Alfredo Mangeli, K. Mazzotta , Salvatore Mazzotta.
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Può mantenere le promesse
ALFREDO MAGELI
Alfredo Mangeli è nato nel 1932 a Novoli, dove attualmente risiede. Figlio di contadini, frequentò le prime tre classi delle scuole elementari. Ne interruppe la frequenza in seguito ad un atto di ribellione manifestato come protesta per le cure particolari che l’insegnante, quotidianamente, in classe, rivolgeva ad alcuni “figli di papà” abbondantemente privilegiati anche durante le interrogazioni. Lavorò “in campagna” perché la famiglia “aveva bisogno”. Nel 1948-49, saputo della istituzione di un corso di scuole serali in seno alle scuole elementari del luogo e nello stesso istituto, ritornò tra i banchi, riuscendo in breve a conseguire la “licenza elementare” con ottimi voti sulla pagella.Aveva 13 anni, iscritto all’Azione Cattolica ne frequentava i locali e gli iscritti. Molti frequentavano le scuole medie inferiori e superiori, parlavano dei loro studi, dei loro professori, dei compagni di scuola. La “licenza elementare” conseguita con tanto entusiasmo gli si rivelò insufficiente, insignificante. Scoprì di possedere una scarsa cultura, di conoscere male ciò che conosceva, di parlar male, e desiderò sapere di più per esprimere ciò che pensava, in parole “importanti”. Proprio così, in parole importanti. (Ancora oggi il Mangeli pronuncia in un modo che sa tanto di soddisfazione ambiziosa tutte quelle parole che, chi scrive per farsi capire anche dalla servetta, evita di proposito).Cominciò con lo spendere i pochi soldi che i genitori gli davano come “assegno domenicale”, in grammatiche sulle quali prese a studiare le regole del parlar corretto, e in libri di letteratura. Il libro “Cuore” del De Amicis fu il primo e lo ricorda con particolare affetto, anche perché la sua personalità si presta si presta ad ogni accostamento deamicisiano. “Le mie prigioni” di Silvio Pellico fu il secondo libro che lesse, rubando il tempo necessario al sonno e al lavoro.In casa gli dicevano: “Ma che te ne fai dei libri, è inutile che tu leggi e scrivi. Ormai la tua vita è la zappa”.
Foscolo, Capuana, Pirandello, Deledda, Pascoli, Leopardi. Li cita a caso come gli si avvicendano nella memoria mentre ne parla, furono sue letture preferite.
“I contemporanei non mi piacciono”, dice. “Forse perché non li capisco”.Trilussa, Di Giacomo e Cardarelli li ha letti, non tutte le opere naturalmente. Anche di Saba e Ungaretti ha letto qualcosa, per curiosità.
Intraprese lo studio del latino da solo, studiò il francese, e un giorno decise di presentarsi agli esami per la “licenza media”. Li superò nelle due sessioni di giugno e settembre 1960, meno di un anno fa.
(Testo illustrato con una poesia inedita intitolata “Sistemazione”)
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In LA GIUANNA, anno terzo, 17 luglio 196I, numero unico di attualità, umorismo, notizie e varietà, direttore responsabile Antonio Spagnolo, condirettori Gino Spedicato e Paolo Guadagno, redattore capo Ròiss (autore di numerosi testi non firmati). Sedici pagine (cm. 35X25) con testi vari firmati anche (in ordine alfabetico): Gigetto De Matteis, Antonio Greco, Paolo Guadagno, Alfredo Mangeli, Tonio Pellegrino, Fernando Sebaste, Gino Spedicato, Elio Valentini.