RITA ALDROVANDI “POETATA” DA GUY D’ARCANGUES
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ALDROVANDI (à Rita)
Tortuosa s’immischia e illusa
S’incurva in sicure traiettorie,
Senza esitare inventa il suo spazio
Per cacciar via tutti gli intrusi,
La felicità equilibrando e il dramma.
I suoi Mostri sono Dei in fiamme,
Le sue forme impigrite decifrano i nostri sogni
E sulla pagina sempre in bianco e nero
Dove serpeggiano le mie donne e si arrotolano
Deambulo per incontrare un segreto.
Gorgone, fata, conchiglia, albero-plasma.
Le sue braccia non allacciano che un re folle
Maestro del vuoto e della voluttà.
Insiste, divaga e decide del tempo
Che impiegherà il fantasma a incarnarsi.
Sulla carta tranquilla dove lei è sempre l’Altra,
Avanza senza parlare, senza tradire.
Ma nuda come una mano-memoria,
La sua festa silenziosa e civile
Traccia in divenire le vie della passione.
Corteggia e veste l’inconscio
Nel vento gelido e risolve le nostre tempeste.
Nè allegro né triste, s’avanza, allucinato
Sui nostri lidi-poemi, l’occhio preciso
Sugli appuntamenti sacri dell’immaginazione.
Lei ritorna e camuffa con dei segni i volti
Pone invano il problema della loro identità.
Poeta, chi sei? Specchio, scrivere, cieco…
Nella notte attraversata da molli scie bianche,
io sono l’alba, e la chiave per la porta dei miraggi.
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( In “Chateaux De Platre” di Guy D’ Arcangues, poesie edite nel 1982 con 22 disegni della Aldrovandi da André De Rache a Bruxelles – GUY D’ARCANGUES , nato nel 1924, figlio del poeta Pierre D’Arcangues, con la residenza avita nel “villaggio” D’Arcangues). Traduzione di Enzo Rossi-Ròiss
Guy d’Arcangues (marchese), né le 31 mai 1924 à Paris et mort le 22 septembre 2004, est un romancier et poète français. (https://fr.wikipedia.org/wiki/Guy_d’Arcangues)
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La residenza dei D’Arcangues