DI KRISTAPS GELZIS PITTORE LETTONE BIENNALIZZATO IN UNA LOCATION DELL’ASSOCIAZIONE ITALO-TEDESCA
Del padiglione lettone insediato al piano terra del Palazzo Albrizzi, sede veneziana dell’Associazione Culturale Italo-Tedesca, location locata dalla Repubblica di Lettonia, tramite la PaiviProArte, per l’esposizione personale di Kristaps Gelzis, ho già scritto ciò che è possibile leggere cliccando: http://lampisterie.ilcannocchiale.it/?yy=2011&mm=3&r=16051 – http://lampisterie.ilcannocchiale.it/?yy=2011&mm=3&r=16051
A bocce ferme (come suol dirsi!), scrivo altro per miniaturizzare il mio giudizio critico e comunicare che in Lettonia risulta diffusa e condivisa l’opinione di chi è convinto che tale artista sia stato prescelto come rappresentante unico dell’arte lettone contemporanea nella Biennale 2011, perché figlio di…sposato a una donna figlia di…, più che per le opere che avrebbe (ha) realizzato con l’intenzione di sorprendere e stupire.
Kristaps Gelzis è nato nel 1962, figlio dell’architetto Modris Gelzis (1929-2009). Ha compiuto i due anni nel 1964: l’anno in cui Breznev ha cominciato a governare l’URSS. Ha compiuto, invece, i 27 anni nel 1989: l’anno in cui è crollato il Muro di Berlino. Ciò significa che la sua educazione scolastica e la sua formazione artistica sono “accadute” durante il regime sovietico che non ha tollerato dissensi intellettuali e artisticità aniconica, criminalizzando l’arte concettuale.
Domande: – Che cosa ha disegnato e dipinto il lettone Gelzis fino al 1989? – Dove ha esposto le sue opere e che riconoscimenti ha ricevuto? – Che opinioni ha manifestato urbi et orbi?
Le sue opere visibile nel web, prevalentemente acquerelli su grandi superfici cartacee , sono opere nelle quali risulta eccellente tecnicamente, eseguite scolasticamente per riprodurre il reale. Tanto che è possibile scrivere che risultano realizzate da un individuo creativo capace, dotato di una bella mano.
Non è possibile supporre e scrivere, però, che abbia pensato quando ha usato la sua bella mano, cioè che abbia disegnato e dipinto col pensiero in mano. Perché è d’obbligo scrivere che non gli si addice l’elaborazione teoretica, così come non gli si addice la trasfigurazione e il fantasmagorico. Poiché gli si addice l’espressionismo per la raffigurazione della persona umana e l’impressionismo per la illustrazione della natura durante le diverse stagioni.
Per la sua expo a Venezia griffata Biennale 2011 (54esima) ha realizzato grandi acquerelli deideologizzati: eseguiti azionando la sua bella mano su grandi teleri e pensando a lusingare il consenso popolare e il mercanteggiamento più opportuno o facile, refrattario alle elaborazioni teoriche degli estetologi e del connazionale americanizzato Mark (Marcus) Rothko (Rothkwitz) nato nel 1903 a Daugavpils e morto suicida nel 1970 a New York.