LE MASCHERE DI L’ALTRANGE SOMATIZZANO ARCAISMI SCIAMANICI
L’Altrange ha creato maschere facciali extra large infernali più che paradisiache, inquietanti più che rasserenanti, perché attivino nell’inconscio di chi le guarda la rottamazione di ogni materiale imbarazzante.
Sono maschere che deificano comunque soprannaturalità primordiali. Maschere fantasmatiche e larvali dall’aspetto irato con destinazione d’uso rituale magico, esorcistico. Maschere aliene, refrattarie al derisorio e a ogni clawnerie, che somatizzano arcaismi sciamanici idonei per la comunicazione con l’Altro, l’Altrove, l’Aldilà. Maschere che iconizzano una spiritualità che può risultare benigna, oppure maligna, a secondo di chi le approccia visivamente nel ruolo di astante presuntuosamente erudito, portatore inconsapevole di sapienza stereotipa…invece.
Formalmente stravolgono ogni concetto wichipediato di maschera modellata per occultare identità riconoscibile, oppure per accentuare caratterialità archetipica, poiché sono dotate quanto basta di ciò che può far loro assumere artisticità esposte in luogo collettivo dotato di pertinenze estetiche.
Maggiormente durante i giorni del Carnevale a Venezia.
http://www.youtube.com/watch?v=G2CwW_83scQ
L’Altrange e’ il nome d’arte di un figlio d’artista che abita, lavora e sogna in una casa/atelier al secondo piano di un caseggiato nel Barrio Gotico barcellonese, contiguo alla Rambla, come nella stiva di una imbarcazione sovraccarica di trouvalleries, importate da un’antica dimora abbandonata all’improvviso per sopraggiunte necessita’ d’evacuazione. Il suo arredo facciale e’ costituito da occhiali scuri modello non-vedenti e da barba folta modello astrologo. Il suo eloquio e’ accattivante, anche perche’ e’ un colto conferenziere d’arte.
La sua pittura, manierata ed erudita, echeggia formalismi plastici, piu’ che pittorici. Siamo alle prese con un onirismo pittorico espresso allo stato puro: al tramonto, anziche’ all’alba, su superfici sabbiose e parietali. Nelle sue opere, organico e inorganico ci risultano scolpiti, piu’ che dipinti, poiche’ l’architettura degli interni e degli esterni che la connotano, ci risulta solida, massiccia come in (o di) altri tempi. L’Altrange e’ nato a Istambul (Turchia) nel 1948, abita e lavora a Barcelona. Parla e legge piu’ lingue. Ha esposto in luoghi pubblici e privati numerose volte. Nel territorio spagnolo e’ molto attivo anche come organizzatore e animatore culturale.
L’Associazione “Amici dell’Arte”, con il patrocinio del Comune di Ghilarza e dell’Assessorato alla Cultura, ha organizzato l’esposizione del grande dipinto “La scoperta dell’America”. Un dipinto unico al mondo le cui misure sono metri 100 (la base) per 2,10 (l’altezza). L’evento espositivo è stato realizzato (presente l’artista), come manifestazione ufficiale del “Mese della Cultura Ghilarzese” negli spazi della Villa Deriu, per il periodo 16 settembre – 20 ottobre 2006, a mia cura, già curatore della esposizione della stessa opera a Venezia nel marzo 1999, presentata con un testo apparso pubblicato nel catalogo di Veneziarte ’99, dal quale stralcio il brano che segue.
L’America delle civilta’ precolombiane con I suoi riti e I suoi miti. Il viaggio delle tre caravelle di Cristoforo Colombo partite dalla Spagna per raggiungere le Indie. L’approdo nel Nuovo Mondo. La sua scoperta, la conoscenza dei suoi territori e dei suoi abitanti. Tutto cio’ e’ stato dipinto simbolizzato ed emblematizzato su 200 pannelli alti cm.210 e larghi cm 50 che, accostati l’uno all’altro, costituiscono un’opera unica lunga 100 metri dipinta da L’Altrange e intitolata “La scoperta dell’America”.
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