DI CIO’ CHE SCRIVERO’ PRIMA O POI
Dovrei scrivere a lungo di alcuni/alcune sedicenti essere ciò che non sono, per scrivere di alcuni/alcune che presumono di sé moltissimo narcisisticamente, tutti/tutte affetti/affette da autoreferenzialismo miope per quanto riguarda il discernimento del pochissimo che li/le costituiscono geneticamente.
Dovrei scrivere che non ci si connota artisti dicendo “Sono un artista”, prescindendo dall’espletamento full-time di una concreta e qualificata attività artistica, apprezzata e accreditata come tale dalla utenza esegetica dell’artisticità.
Dovrei scrivere che non ci si connota critici d’arte dicendo “Sono un critico d’arte”, bibliografandosi con pochi testi scritti estemporaneamente e occasionalmente per presentare o notiziare artisti marginali noti a stessi o mostre d’arte allestite in spazi succedanei strapaesani o periferici, insiemizzando opere eterogenee di autori presuntivamente rappresentativi della molteplicità della ricerca artistica contemporanea.
Dovrei scrivere a tanti che non ci si connota poeti dicendo “Sono un poeta”, autoannoverandosi tra gli autori di testi scritti andando a capo spesso, webizzati o autoeditati per i famigli e i conoscenti.
Dovrei anche scrivere che non ci si connota scrittori dicendo “Sono uno scrittore”, autoannoverandosi tra i diarizzautori di singletudine conclamata o tra i narratori del vissuto personale marginalizzato e convenzionale.
Per scrivere, in definitiva, che non ci si connota creativi/creative dicendo “Sono un creativo/Sono una creativa”, per giustificare e dissimulare inadeguatezze propositive e interattive personali all’origine del proprio disagio interrelazionale.