DEL “TRICK” FRAMMENTO AMOROSO NEL DISCORSO DI R. BARTHES
Premesso che a ogni individualità è connesso una specie di quid che agisce alla maniera di una testata teleguidata e fa in modo che tale immagine, fra migliaia di altre, venga a trovarmi e mi catturi.
Premesso ciò, scrivo del “Trick” frammento del discorso amoroso letteratureggiato da Roland Barthes.
E’ “Trick” ogni incontro amoroso accaduto una sola volta: più di un adescamento, meno di un amore: un’intensità, che passa, senza rimpianto. Metafora di molte avventure che non sono tutte sessuali.
E’ “Trick” l’incontro di uno sguardo, la condivisione di un’idea o di un’immagine, un sodalizio effimero e forte, che accetta di sciogliersi naturalmente, una bontà infedele, un modo di non impeciarsi nel desiderio, senza tuttavia schivarlo: una saggezza insomma.
E’ “Trick” ciò che per un uomo ha sempre come inizio l’incontro con un tipo di donna vagheggiato (perfettamente codificato, però: tanto che potrebbe figurare in un catalogo o in una pagina di annunci del tipo AAA Cercasi).
E’ “Trick”, quindi, ciò che, appena ha inizio lo scambio di opinioni condivisibili, consente all’uomo di trasformare in persona reale l’individualità femminile vagheggiata, e genera un rapporto prefigurato inimitabile, qualunque sia la banalità delle prime parole scambiate.
Senza ricorrere alla psicologia, perciò, per ogni uomo e’ “Trick” l’incontro con una donna che si rivela a poco a poco: nell’abbigliamento, nel discorso, in ogni accento, nell’arredamento di ogni interno nel quale interagisce, in ciò che si potrebbe chiamare il suo vissuto domestico, in ciò che oltrepassa la sua anatomia, della quale ha però la gestione.
Essendo il Trick affine al movimento amoroso: un innamoramento virtuale, bloccato volontariamente da una parte e dall’altra, per contratto tacito e sottomissione a un codice culturale che assimila l’abbordaggio di ogni partnership sessuale al dongiovannismo.