PARALIPOMENIZZANDO FRANCIS BACON DISEGNATORE ETERODOSSO IN ITALIA ESPOSTO A VENEZIA IGNORATO E MISCONOSCIUTO DAI BACONOLOGI ORTODOSSI
A Venezia sono sempre più numerosi e spregiudicati gli espositori e venditori di oggettistica carnevalesca e sculture vetrose modellate in Altrove, accreditata come oggettistica modellata da cartapestai veneziani e maestri vetrai di Murano, l’espositore di disegni attribuiti a Francis Bacon, invece, è unico: “badato” dalla proprietaria/affittuaria dell’immobile, un bilocale piano terra uso abitativo con servizi e giardinetto antistante, allocato in San Marco 1957/A, nella stretta Calle de la Fenice con l’accesso al Teatro riservato a chi vi lavora e vi si esibisce.
Un giornalista inglese della categoria “tuttoscrivente” ha notiziato l’iniziativa scrivendo che tali disegni, attribuiti a Francis Bacon, risultano esposti in Piazza San Marco (approssimativamente!), senza specificare se l’espositore è un bancarellaro o altro titolare di attività commerciale con clientela turistica della categoria mordi-e- fuggi. Né ha specificato alcunché delle motivazioni all’origine della loro “incredibilità” come opere di Francis Bacon, considerate inautentiche (oppure illegittime) dai baconologi d’antan più accreditati, dalla Tate Gallery di Londra, da Martin Harrison curatore del catalogo ragionato e dagli esperti delle case d’asta Sotheby’s e Christie. (Cfr: I «disegni italiani» sono davvero di Francis Bacon? – Martin Bailey e «The Art Newspaper», Il Giornale dell’Arte n. 315, dicembre 2011). Senza specificare che tale iniziativa espositiva risulta dotata di accredi soltanto italiani:Fondazione Valerio Riva, With Edimar (Edizioni Maretti), l’avvocato bolognese Umberto Guerini inventore (presuntivamente anche gestore!) della Francis Bacon Drawing Foundation allocata in London.
E’ stato scritto: “Negli ultimi tre anni sono state organizzate una serie di mostre. La prima nel 2009, durante la Biennale di Venezia, a Palazzo Ca’ Zenobio degli Armeni, intitolata «La punta dell’iceberg». Senza aggiungere che gli organizzatori di tale esposizione non hanno più messo piede in Palazzo Zenobio, perché sgraditi agli Armeni padroni di casa.
Ignorando l’esistenza del mio libro edito nel 1998 col titolo “Francis Bacon, disegnatore in Italia” (Iles Celébès Genere Ed.), anticipato da “The Sunday Review” de “L’Indipendent” a Londra il 3 maggio, diffuso in concomitanza con l’Artefiera 1999 e divenuto rarità bibliografica fuori catalogo. Oltre a tutto ciò che ho scritto e pubblicato successivamente, reperibile nel web con la pubblicistica fangosa postata in blog compiacenti da chi mi contrasta con maldicenze (mal-scritte… anche!) diffamatorie, biografandomi nato in una famiglia numerosa (ignorando che sono nato primogenito) e in fuga migratoria dal sud nel momento in cui mi sono trasferito a Urbino come studente del Corso di Giornalismo presso l’Università locale. Diversamente da chi mi indirizza mail come questa datata 20 gennaio 2012, riprodotta qui di seguito.
Dear Mr Rossi-Roiss, per primo, mi dispiace, non parlo Italiano.
I was in Milan last week, partly to see the Artemisia Gentileschi exhibition, partly to interview Mr Paul Nicholls. I had organised a debate on Cristiano Ravarino’s drawings, to take place at the Courtauld Institute of Art on January 25th. At the last minute this had had to be cancelled because of legal threats from Umberto Guerini, who says that because of the court decision in Bologna in 2004 no one may challenge the authenticity of Ravarino’s drawings. I have been trying to find your book in Italy and elsewhere, but with no success. I was, though, shown a copy by Paul Nicholls and the first thing to say is that the style of the drawings you reproduce is very different from those that have been exhibited since Venice, 2009. This is one of very many anomalies in this case, not least that the drawings do not resemble any authenticated works by Francis Bacon. May I ask if you would you be prepared to discuss this matter further with me? Yours sincerely,
Martin Harrison – (Editor, Francis Bacon: The Catalogue Raisonné)
Ne “Il Giornale dell’Arte” è stato scritto: “A oggi i disegni sono stati accettati da molti storici dell’arte italiani”. Senza elencarli avventizi come qui di seguito: Alessandro Riva (più che baconologo, narratore dell’artisticità depotenziato da una disavventura giudiziaria), Alberto Agazzani (baconologo pentito, auto-defilatosi nel frattempo), Duccio Trombadori (occasionalmente ingaggiato per una “bisogna” espositiva contingente), Vittorio Sgarbi (occasionale e cauteloso esegeta di tali disegni dubbiosi), Raffaele Cavarro (baconologo debuttante). Aggruppati a un unico inglese, l’anziano Edward Lucie-Smith, pervenuto alla baconologia recentemente e considerato inattendibile dagli studiosi suoi connazionali, reclutato dal trio Ravarino-Guerini-Maretti per assumere il ruolo di baconologo autenticatore “foresto”.