VULVAEPISTOLA SINE IRA ET STUDIO
Mia cara, giorno verrà durante il quale t’incontrerò casualmente, dopo aver trascorso abbastanza tempo senza incontrarti, e rammemorerò i nostri incontri divenuti ricordo antico, durante i quali ho vagheggiato un innamoramento che si è estinto perché gli è mancata una adeguata corresponsione di amorosi sensi copulanti. Quel giorno, sicuramente ti verificherò refrattaria a ogni opzione sentimentale rischiosa, non tutelata da alcuna sicurezza per il giorno dopo e per gli anni successivi al primo genetliaco antaizzato che risulta, quasi a ogni donna, coincidente con la data di scadenza della pulsionalità sessuale precedente. Quel giorno, gradirò l’incontro, ma appena nel mio spazio abituale scriverò questa aepistola, che non t’invierò: nella quale trascriverò l’incipit di una vulvaepistola che non ti ho inviata, scritta per comunicarti il mio innamoramento in corso d’opera, dopo aver concluso uno dei nostri incontri destinato a divenire antico. La pubblicherò, però, perché il mio incipit abbia lettrici in sintonia: considerandomi autoesiliato con rigorose inibizioni a tornare, per ulteriori incontri nostri ravvicinati, forieri di altri desideri amorosi non condivisi, sui luoghi mise-en-scene di un innamoramento che ho sublimato compiendo esercizi scrittòrii.
L’INCIPIT – Mia cara, sei costituita e caratterizzata da una anatomia mini portatrice di eccellenze fisiche essenzializzate che maximizzano nel mio immaginario le labbra della tua vulva, presuntivamente modellate come le labbra della tua bocca, nella quale mi vagheggio abitante quando mi sorridi, tanto che durante ogni incontro, fantasticando ipotesi di coiti straordinari possibili, supposti oggetto di desiderio per entrambi, anche variamente eseguiti, ti dimensiono vulvofora XL come nessun’altra delle vulvofore, diversamente dimensionate divenute nel frattempo miei ex oggetti di desiderio archiviati. Durante ogni abbraccio, ho l’intenzione di parlare ri-orchestrando parole di poeti eccelsi, cominciando da un inglese cognomato Donne (coetaneo di Sakespeare), per dirti: Poiché amore ogni orizzonte chiude e di ogni luogo fa un ognidove, nel tuo occhio guarderò il mio volto, il tuo nel mio specchiato con cuori semplici e fedeli riposati nei nostri volti: perché i nostri amori siano uno e tu ed io così uniti che né l’uno né l’altro possa mancare o morire.
Non trascrivo altre parole della vulvaepistola che non ti ho inviata perché, nel frattempo, è divenuta documento semantico di un innamoramento d’annata, equivalente a un abito lussuoso d’alta moda che hai ricevuto in dono e non hai indossato. Sine ira et studio (spassionatamente).