2015 ANNO VENTENNALE DELL’ARTE LETTONE IN ARTEFIERA 1995 QUINTO ANNIVERSARIO DEL MATRIMONIO CON DANTE STEFANI PER LOLITA TIMOFEEVA PITTRICE LETTONE ITALIANA RUSSOFONA
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Per la pittrice lettone italiana russofona Lolita Timofeeva il 2015 e l’anno ventennale del suo esordio espositivo nella Artefiera 1995, a Bologna: co-protagonista di una mostra collaterale collettiva intitolata L’Arte Lettone Contemporanea (10 artisti diversi, tre opere di ognuno), curatore ombra e promotore/esegeta evidente Enzo Rossi-Ròiss, bio-bibliografato come tale a futura memoria anche dai media cartacei in lingua lettone.(http://www.italo-baltica.it/wordpress/archivio)
Il 2015, però, per la stessa pittrice (nata a Riga nel 1964) e anche l’anno del 5° Anniversario del suo matrimonio anagrafico con Dante Stefani (nato a Bologna nel 1927), ex senatore comunista del parlamento Italiano, Presidente della Artefiera fino al 1999, divenuto nel frattempo ex tant’altro, adeguatamente vitaliziato da rendite pensionistiche reversibili.
Il matrimonio della Timofeeva con Dante Stefani è stato anagrafato il 27 maggio 2010 a Ozzano dell’Emilia, presenziato soltanto dai testimoni, per ottemperare a ineludibili esigenze di rispetto della privacy, e per essere registrato successivamente a Bologna, costituendo una nuova famiglia Stefani – Timofeeva nella residenza maritale in via Alceste De Ambris 4 (pour cause). Con la pittrice domiciliata singolarmente a Bologna in via Don Minzoni 5 (docet Pagine Bianche), co-domiciliata con la s.r.l. Italo. Sapendo che alcuni ben informati logotipati Artefiera avrebbero semantizzato la propria perplessità relativa a tale unione, non considerandola pulsionata da autentica corresponsione di amorosi sensi irreprimibili: dati gli anni di nascita dei protagonisti.
Nato nel 1927 LUI vedovo genitore di una figlia adulta. Ex parlamentare del PCI in disaccordo con chi sostiene la necessità di legiferare la non reversibilità di trattamenti pensionistici pro giovani mogli strumentali, nate decine di anni dopo i mariti: come Lolita Timofeeva nata 37 anni dopo il suo terzo “sposo” anagrafico, ex senatore comunista russofilo vitalizziato con 3073 mensili.
Nata nel 1964 LEI senza figli e pluridivorziata prima come cittadina sovietica (cognomata Jaskina) da uno Juri Timofeev moscovita, e poi come cittadina italiana da un Emanuele Noviello lucano. Dando per scontata l’opinione più condivisa che tale matrimonio sia stato perseguito dalla lettone italiana russofona come risultato finale di interazioni volpine strategiche concepite ed eseguite ad hoc (mirandole come instrumentum regni !), sostenuta a far ciò da una sperimentata consigliera omoglotta gattesca in sintonia: prospettandosi la lucrosità di una vedovanza in età menopausata sovrappeso ancora attraente per suscitare desideri, redditata dal vitalizio parlamentare dell’ex senatore comunista (vita-natural-durante definitivamente smatrimoniata), con ogni altro nesso e connesso indotto acquisibile.
Per sapere di più della Timofeeva, basti ai più curiosi tutto ciò che risulta linkato e foto-documentato in Google: bio-bibliografata come pittrice (da zero alla Biennale di Venezia), a futura memoria incontestabile in un libro intitolato “Mondo lettone made in Italy”. Con tant’altro nel web, come esemplificano i link qui di seguito:
* http://lampisterie.ilcannocchiale.it/2014/12/27/della_pittrie_lettone_italiana.html
* http://www.italo-baltica.it/blog/il-%E2%80%9Ccorpus-hermeticum%E2%80%9D-di-lolita-timofeeva-esposto-in-una-galleria-gregaria-a-riga.html
Per quanto riguarda, invece, l’ex senatore Dante Stefani (a sinistra nella foto), poco linkato e foto-documentato in Google, risulterà opportuno leggere la scheda qui di seguito.
Dante Stefani è nato a Bologna il 19 settembre 1927. Disegnatore tecnico (tre anni scolastici di avviamento professionale), è stato “…riconosciuto partigiano non combattente col grado di sottotenente” (minorenne smedagliato) dall’1.5.1944 alla Liberazione” (“Dizionario Biografico” di Arbizzani e Onofri, vol. V°, pag. 347).
L’attività patriottica contro i nazifascisti l’ha intrapresa diffondendo stampa clandestina e partecipando alla distribuzione di chiodi scassagomme prodotti dalla fabbrica nella quale ha lavorato a Sabbiuno/Bologna, anziché partecipando ad azioni armate. Nel settembre 1944 (diciassettenne) ha contribuito alla formazione della compagnia SAP della 4a brigata Venturoli Garibaldi, della quale divenne commissario politico, distinguendosi come organizzatore, in relazione con le organizzazioni clandestine di Castel Maggiore/Bologna.
La carriera politica se l’è propiziata, quindi, compiendo tali “gesta” patriottiche nel territorio natio: segnalandosi, a ogni “major” del Partito Comunista Italiano, come “compagno” ortodosso e affidabile, rispettoso della nomenclatura al potere, e meritando la effettuazione di più soggiorni di studio nella Unione Sovietica, tanto da apprendere e parlare la lingua russa.
Ha assunto questi incarichi “politici”: consigliere e assessore comunale comunista a Bologna durante gli anni del sindaco Dozza (1951-1956) / (1964-1970), consigliere e assessore regionale comunista durante gli Anni 70 del presidente Fanti, senatore comunista della Repubblica nell’VIII e IX legislatura (1979-1987), presidente comunista della Fiera di Bologna dal 1988 al 1999 (destinato ad avere Luca Montezemolo nel ruolo di successòre), presidente ex comunista dell’Associazione nazionale delle Fiere italiane (AEFI) e vice presidente dell’Unione internazionale delle Fiere (UFI), presidente post-comunista della Fondazione del MIC (Museo Internazionale delle Ceramiche) a Faenza (dulcis in fundo) fino al settembre 2005.