VULVAEPISTOLARIUM INEDITO
1- Mia cara,
sei nei miei pensieri da qualche giorno come maxioggetto di desiderio, inconsapevolmente minimizzato in sul nascere, tanto che ti vagheggio portatrice di eccellenze dotate di carica erotica pesante con miccia corta, foriera di goduriosità maximizzanti carezze intense e reciproche: raggiungimi, oppure ti raggiungo, con l’intenzione di verificare vis à vis ogni possibile rapporto ravvicinato e reiterato per realizzare una corrispondenza totale dei cosiddetti amorosi sensi condivisi… stupefacendoci.
Sei nei miei pensieri perché ti suppongo maxiturbata da accadimenti che hanno ostacolato e continuano a ostacolare la maximizzazione del mini che ti prefissa anagraficamente e penalizza esistenzialmente. Se mi raggiungerai, la mia unica occupazione sarà maximizzarti, con ogni gesto e in gni modo, per rischiarare ogni oscura inquietudine della tua quotidianità. “Non si deve mai riprendere la stessa esistenza“, ti dirò con parole di Oscar Wilde, presupponendoti pronta a intraprendere insieme una esistenza diversa esistendo io stesso diversamente.
Sei nei miei pensieri, trasloca tra le mie braccia, predisposta a consentire alle mie mani di accarezzarti con toccamenti che non hanno età. Consideriamoci canestri nei quali introdurci reciprocamente per conseguire punteggi massimi. Postata in: http://www.facebook.com/topic.php?uid=191434975963&topic=21083
2 – Mia cara,
sei equivalente a una bella statua, sogno di carne calda e non di marmo freddo, però, troneggiata sui miei desideri di amplessi disinibiti e disinibenti, nemica di ogni carezza approssimativa e disorgasmaticante: perché ti fai supporre talentata per condividere la goduria incontrollata di una successione di piaceri sessuali diversi e ininterrotti. Incontriamoci, perciò, predisposti a godere il presente tangibile, di volta in volta, senza formulare previsioni relative al futuro soltanto ipotizzabile. Dove e
quando…comunicamelo prima possibile.
3 – Mia cara,
ti scrivo per placare l’ansietà che mi pervade, pensando all’incontro che abbiamo concordato per svirtualizzare la nostra conoscenza soltanto webizzata e sostanziata da fascinazione bisognosa di incontri ravvicinati: una conoscenza che suppongo possa essere verificata e realizzata (concretizzata) come nel nostro immaginario.
Ci siamo reciprocamente illustrati abbastanza con immagini fotografiche, comunicandoci pensieri scritti sempre più allusivi e intriganti. Fatti e comportamenti, non più soltanto immagini e parole scritte, quindi, a cominciare da questa vulvaepistola. Ho sufficiente esperienza per fare la differenza nella routine del tuo vissuto quotidiano, attivandomi per farti esprimere l’inespresso della tua personalità, valorizzando le tue eccellenze prevalenti.
Tu hai tutte le qualità fisiche con le quali puoi aspirare a piacermi sempre più, portatrice di una vulva con carica erotica a miccia corta che saprò fare esplodere orgasmandoti, posseduta e resa inquieta da un demone che so come esorcizzare per farti esprimere e godere ognuna delle tue capricciosità amatorie.
Mi lascerai guardare ciò che da gran tempo desiderio omaggiare e godere, perciò, già durante l’incontro concordato. Poi consentirai alle mie mani di toccare e accarezzare ciò che i miei occhi avranno guardato. E ti comporterai in modo da lasciarmi entrare nel tuo santuario vulvomorfo, compiaciuta della seduttività virtuale esercitata con successo: godendoti le mie amorosità reali per le quali ogni tua amorosità reale sarà esca prelibata. Con le nostre bocche occupate soltanto a dare e ricevere baci. Abbracciati per darci felicità copulatoria totalmente. Sicuri che per quante volte soddisferemo intensamente con reciproco godimento i nostri desideri, altrettante volte ci abbracceremo desideranti e desiderati. Abbandonandoci, già durante il primo amplesso, a tutti i giochi che possono oscenizzare i nostri corpi: mollate le briglia a tutte le nostre virtù amatorie. “Fai a – e con – me tutto ciò che hai immaginato possibile fare, ma lascia che anch’io faccia a – e con – te tutto ciò che so come fare”, ti dirò. E se la durata del primo amplesso ci sembrerà troppo breve, ne sopporteremo la brevità, consapevoli che la reciproca fascinazione – sperimentata – saprà procurarci amplessi sempre meno brevi e più elaborati, dando continuità ai nostri incontri ravvicinati copulatorii. Non scrivo altro per non anticiparti alcunchè di ciò che intendo dirti vis à vis.
A presto insieme nello stesso luogo.
4 – Mia cara,
scrivo questa vulvaepistola durante il giorno dopo il nostro incontro concordato e realizzato con l’intenzione di svirtualizzare la nostra facebookamicizia. Ti ho incontrata facendo ciò che avevo calendariato di fare da solo, recandomi in tua compagnia là dove mi sarei comunque recato da solo, incontrando e interlocuendo con persone a me relazionate da rapporti di studio e lavoro. Ciò ti ha disagiata ruolandoti pesce fuor d’acqua, sconosciuta tra sconosciuti, depotenziata come giovane ficofora decorativa desiderabile come partner ipotizzando coiti possibili: tanto che ti sei comportata in modo tale da far desiderare a entrambi di concludere l’incontro prima possibile col ritorno di ognuno alle proprie relazioni e occupazioni abituali. Scritto ciò, posso soltanto ipotizzare che non concorderemo altri incontri, perchè ci siamo percepiti reciprocamente imbarazzanti e sconvenienti: sia fisicamente sia intellettualmente. Diversamente anagrafati e acculturati, oltre che relazionati e realizzati.
Delle tue percezioni scriverai dopo aver letto ciò scriverò qui di seguito delle mie percezioni.
Durante l’incontro ti ho percepita irritante e mi sono rapportato irritato: sia alla tua fisicità, sia alla tua intellettualità. Irritato dal tuo sorriso desnudatore di superficie gengivale sgorbiante. Irritato dalla conformazione della tua bocca con labbra che mi hanno fatto immaginare similmente conformate le labbra della tua vulva sdesiderandole per una eventuale esecuzione di carezze mie labiali. Irritato dal tuo viso connotato come il viso di alcune bambole seriali. Irritato dalla formulazione di ipotesi mie relative all’origine di alcuni comportamenti tuoi e di alcune insofferenze tue che hanno le radici in ciò che confligge col sapere che si può acquisire soltanto a seguito di studio continuo e disciplinato nelle scuole, supportato da attività creativa quotidiana ben interrelazionati nella società. Irritato dal dover prendere atto che col cazzo intrattieni rapporti immaginari semantici, destinando i rapporti vaginali infra cosce fessurate dalla tua magrezza a risultare ogni volta insoddisfacenti perchè inadeguati. Non me ne frega un cazzo – ke cazzo vuoi – chi cazzo sei - a me ke cazzo me ne dovrebbe fregare - son cazzi miei - schematizzatevi il cazzo se ne siete capaci - cercasi uomini disposti a farmi incazzare…(uomini disposti a riempirti ogni vuoto corporale col proprio cazzo!?): hai scritto in alcune “Note“ facebookpostate , riproducendo il linguaggio che parli nei momenti in cui ti contraria essere contraddetta da interlocutori che giudichi incapaci di capire le tue civetterie stravaganti e narcise, oppure il tuo desiderio costante di trasgressione approvata e condivisa. Irritato dalla tua esibizione di eccellenza fisica e intellettuale priva di singolarità, inconsapevole di essere portatrice di singolarità priva di eccellenze. Irritato dalla pretesa di considerare scaturiggine della tua interiorità ogni tua opinione, dotate di artisticità le tue poche tele dipinte che emblematizzano pochezza concettuale e approssimazione esecutiva, intoccabili i tuoi esercizi di stile scrittòrio d’autrice ruspante autodidatta.
Di altre mie percezioni scriverò per commentare, eventualmente ciò che scriverai delle tue.
A futura memoria di una facebookamicizia e della sua svirtualizzazione mancata.
5 – Mia cara,
ricordo che quando hai bussato alla porta del mio immaginario erotico, te l’ho aperta anche se non ero in attesa dell’arrivo di una donna come te, ricordando anche che ho desiderato immediatamente abitare nel tuo sorriso. Ricordo che ho pensato: “Che tu sia benvenuta, la più gradita”. Predisponendomi a riceverti nella mia residenza abituale dicendo: “Accomodati dove vuoi, come fossi nella tua residenza. Libera di accedere in ogni ambiente”. Sicuro che avresti fatto ciò con disinvoltura e senza alcun imbarazzo. Quasi certamente per scegliere dove intrattenerti e intrattenermi durante eventuali incontri successivi che ho subito desiderato come accadimenti frequenti e in tempi brevi. Poiché il nostro primo incontro nella mia residenza, però, continua a risultarmi soltanto immaginato, ti chiedo: “Quando daremo inizio ai nostri incontri là dove abito?”. Te lo chiedo perché ho preso l’abitudine d’intrattenerti e intrattenermi nel mio immaginario erotico, quotidianamente in ogni ambiente, usandoti attenzioni preliminari foriere di amplessi totali condivisibili. Nudi entrambi come le nostre mamme ci hanno partorito, con nessun cordone legato a chicchesia o chicchecosa. Impegnati a soddisfare tutti i nostri sensi: privilegiando soprattutto la vista, l’udito e il tatto/contatto in simbiosi copulatoria.
Valuta, perciò, l’opportunità d’incontrarci per verificare disimmaginata ogni possibilità di corresponsione d’amorosi sensi straordinari: considerando ogni altra corresponsione sentimentale e sensuale precedente inadeguata a soddisfare le pulsioni che reciprocamente possono orgasmaticarci oscenizzati. Perché non mi accada di cominciare a “sdesiderarti” intrigato e pervaso da altro innamoramento.
Ad majora per entrambi!
6 – Mia cara,
sei un campionario di quintessense erotiche ed erotizzanti, tanto che la tua seduttività è costituita da attrattive fisicoficofore distillate. I tuoi seni risultano sintetizzati da capezzoli maximizzabili con accorte carezze manipolatorie e sapienti succhiotti labiali. I tuoi glutei hanno dimensioni tali da pedofilizzare ogni azione compiuta, eventualmente, per penetrarli là dove possono risultare accessibili soltanto per soddisfare anche il tuo desiderio del piacere anale. La tua bocca e le tue labbra, invece, sono modellate per farti eccellere nella esecuzione dell’amplesso orale (l’auparistaka indiano). E le dimensioni del tuo corpo sono tali da consentire il vagheggiamento della possibilità di farti assumere le posizioni kamasutresche più acrobatiche per realizzare penetrazioni vaginali diversamente orgasmatiche. Sapendo che la posizione che può consentirti di orgasmarti governando il “dentro e dentro a dovere”, oltre “al fuori e fuori a dovere”, poetati da un cinese della dinastia Ming, è la posizione della ficofora a cavalllo del falloforo steso sul dorso. Particolarmente in rapporto di coppia con un uomo iperdimensionato da una altezza fisica asimmetrica, raportata alla tua: inadatto, perciò, a penetrarti la vulva col fallo, azionando contemporaneamente la sua lingua nella tua bocca.
Sei dotata, perciò, di una carica erotica a miccia corta e tanto ti basta per suscitare desideri sessuali come nessun altra donna… intensamente.
Scrivo ciò per cominciare a “sdesiderarti”, poichè mi disagia vagheggiarti come oggetto di desiderio, scrigno nel quale porre ogni mia goduriosità.
7 – Mia Cara,
sei portatrice di un volto che nel momento in cui sorride apre e muove labbra nelle quali si desidera entrare, considerandole scrigno per la custodia di goduriosità indicibili. Tanto mi è bastato durante i nostri brevi e collettivi incontri ravvicinati per trasferirti nel mio immaginario erotico, dando inizio al cosiddetto processo di cristallizzazione, cosi ben scritto e inimitabilmente descritto da Stendhal in “De l’amour”. Un processo celebrando il quale mi sono immaginato come eventualmente godermi e farti godere ogni altra zona del tuo corpo, privilegiandomi come partner durante incontri sessuali ravvicinati ed esclusivi, per consentirmi di maximizzare ciò che ti caratterizza mini e abbondare ciò che risulta scarso.
Tra le mie braccia sarai strumento musicale dotato di corde che toccherò con mani virtuose e sperimentate… prive di età: per accarezzarti come ti ho già accarezzata nel mio immaginario, presupponendoti esplosiva in tempi brevi perchè dotata di carica erotica con miccia corta.
Raggiungimi là dove sei attesa per essere ospitata come in un’alcova attrezzata per l’attività copulatoria reale e condivisa. Sei dotata di peso e misure tali che ci sarà agevole sperimentare ogni posizione del Kamasutra, anche la più acrobatica, alternandoci nei ruoli sia attivi sia passivi. Ogni ora sarà per me l’ora giusta per vulvasturbarmi penetrandoti fino in fondo con ogni movimento ritmato dicendo “…dentro e dentro a dovere, fuori e fuori a dovere”: come in una poesia antica d’autore cinese. Ogni volta fino al momento in cui mi dirai “Basta così!”. Magni-ficandoti irreversibilmente come maxi-ficofora, musa ispiratrice di altri “Carmina vulvae”.
In attesa del tuo arrivo… non scrivo altro.
Postata in: (http://www.facebook.com/topic.php?topic=21100&uid=191434975963) -
http://www.iantichi.org/content/vulvaepistola-magni-ficante
8 – Mia cara,
giorno verrà durante il quale t’incontrerò casualmente, dopo aver trascorso abbastanza tempo senza incontrarti, e rammemorerò i nostri incontri divenuti ricordo antico, durante i quali ho vagheggiato un innamoramento che si è estinto perché gli è mancata una adeguata corresponsione di amorosi sensi copulanti. Quel giorno, sicuramente ti verificherò refrattaria a ogni opzione sentimentale rischiosa, non tutelata da alcuna sicurezza per il giorno dopo e per gli anni successivi al primo genetliaco antaizzato che risulta, quasi a ogni donna, coincidente con la data di scadenza della pulsionalità sessuale precedente. Quel giorno, gradirò l’incontro, ma appena nel mio spazio abituale scriverò questa aepistola, che non t’invierò: nella quale trascriverò l’incipit di una vulvaepistola che non ti ho inviata, scritta per comunicarti il mio innamoramento in corso d’opera, dopo aver concluso uno dei nostri incontri destinato a divenire antico. La pubblicherò, però, perché il mio incipit abbia lettrici in sintonia: considerandomi autoesiliato con rigorose inibizioni a tornare, per ulteriori incontri nostri ravvicinati, forieri di altri desideri amorosi non condivisi, sui luoghi mise-en-scene di un innamoramento che ho sublimato compiendo esercizi scrittòrii.
L’INCIPIT – Mia cara, sei costituita e caratterizzata da una anatomia mini portatrice di eccellenze fisiche essenzializzate che maximizzano nel mio immaginario le labbra della tua vulva, presuntivamente modellate come le labbra della tua bocca, nella quale mi vagheggio abitante quando mi sorridi, tanto che durante ogni incontro, fantasticando ipotesi di coiti straordinari possibili, supposti oggetto di desiderio per entrambi, anche variamente eseguiti, ti dimensiono vulvofora XL come nessun’altra delle vulvofore, diversamente dimensionate divenute nel frattempo miei ex oggetti di desiderio archiviati. Durante ogni abbraccio, ho l’intenzione di parlare ri-orchestrando parole di poeti eccelsi, cominciando da un inglese cognomato Donne (coetaneo di Sakespeare), per dirti: Poiché amore ogni orizzonte chiude e di ogni luogo fa un ognidove, nel tuo occhio guarderò il mio volto, il tuo nel mio specchiato con cuori semplici e fedeli riposati nei nostri volti: perché i nostri amori siano uno e tu ed io così uniti che né l’uno né l’altro possa mancare o morire.
Non trascrivo altre parole della vulvaepistola che non ti ho inviata perché, nel frattempo, è divenuta documento semantico di un innamoramento d’annata, equivalente a un abito lussuoso d’alta moda che hai ricevuto in dono e non hai indossato. Sine ira et studio (spassionatamente).
POSTATA IN: http://lampisterie.ilcannocchiale.it/post/2740993.html
9 – Mia cara,
abbiamo facebookamiciziato dopo aver messagiato come trascrivo qui di seguito.
- Siamo conterranei, spero questo sia di buon auspicio magari per collaborazioni artistiche-professionali… In fondo cambiare le vibrazioni del Pianeta è un compito arduo… un privilegio di pochi… Sarebbe bello per me leggere le tue poesie, oppure muovermi su un pianoforte e danzare piano… mentre qualcuno le legge….dare corpo all’eros… Sarebbe abbastanza glamour per me… Potrei farlo… Se tu sei daccordo… Se tu volessi proporre un’intrattenimento erotico glamour di livello, a discapito di chi diffonde ancora molta spazzatura. Per sostituire l’arte erotica della poesia a quella cafonata della lap dance… E’ una sfida…- Proposta ok. Ho letto più volte in luoghi pubblici i miei testi erotici con musici live. I miei “Carmina Vulvae“ in più lingue, pagine del mio “Vulvaepistolarium“, quelle inedite sono leggibili nel mio sito e nel Gruppo FB “Vulvafanclub“ al quale è possibile aderire. Sarebbe opportuno incontrarci a Venezia , però, dove abito stabilmente.- Ok la seduta è aggiornata… A nuove idee e proposte… E’ delizioso anche il tuo sito “Vulvarium“… Sarebbe bello collaborare… dato che siamo molto in sintonia… per quanto riguarda il Santuario.- … possiamo sperimentarci come componenti di un duo performativo: io la voce erotizzante, tu la strega trasgressiva con carica erotica a miccia corta pronta a esplodere in ogni immaginario maschile.
- In che senso sperimentare? Vorrei creare un evento ed approfittare del caldo estivo per realizzarlo anche all’aperto.- Ok! Se deciderai di venire a Venezia, nella mia residenza c’è il letto in più.- Ohhu da non perdereeee…!
- … adeguatamente comphortato, ovviamente!
- Forse dobbiamo scambiarci i numeri… per il mio sto cambiando tariffa poichè ho problemi, ma te lo scrivo comunque.
Dopo aver messaggiato, ho visionato i tuoi album fotografici facebookpostati che non mi hanno intrigato granchè. Particolarmente l’album che ti documenta performer policromata in bikini da mani feminili creative in azione, impegnate a versare sul tuo corpo liquidi coloranti. Diversamente dall’album che ti illustra nel ruolo di Ninfa silvestre ficofora esibizionista, con i seni desnudati e la vulva pelosa semi abbigliata da tralci verzurosi fogliati, deambulante con piedi nudi per attivare pulsioni copulatorie in chi ti ha approvata e applaudita in quella circostanza, simulandosi Sileno voyeur anche suo malgrado. Dovessi decidere di raggiungermi a Venezia, con l’intenzione di attivarti per dare corpo all’eros della mia scrittura vulvaepistolata, predisponiti a provinare in luogo privato ciò che considereremo opportuno esternare in luogo pubblico, sperimentandoci “…come componenti di un duo performativo: io la voce erotizzante, tu la strega trasgressiva con carica erotica a miccia corta pronta a esplodere in ogni immaginario maschile“. (Sic! nel messaggio)
Nulla accadrà di sconveniente durante il provino che non ci risulti conveniente fare accadere, causato in corso d’opera dalla condivisione di preliminari reciproci straordinariamente incogniti. Poichè sono disinteressato a collezionare una singolare scopata in più, avendo già scopato abbastanza volte e abbastanza donne diversamente anagrafate, desideroso di concludere la mia esistenza in rapporto di coppia con una donna alla quale poter dire durante ogni amplesso: “Non sei la prima, ma sei indiscutibilmente l’ultima“. Sia tu a decidere il “che fare“, sapendo ciò che intendo eventualmente sia ben fatto.
10 – Mia cara,
siccome ogni relazione conclusa e archiviata mi ha reso più esigente durante la relazione successiva, ed ogni cosa in te è in offerta speciale per la soddisfazione del reciproco desiderio sessuale intrattenendo rapporti sempre più ravvicinati e frequenti, durante ogni nostro incontro ci condurremo di piacere in piacere compiendo ogni esercizio della galanteria. Poiché voglio che tu sia mutante come Proteo durante ogni amplesso: una leonessa per quanto riguarda l’irruenza, un serpente per quanto riguarda l’arte d’insinuarti, onda e fiume nel sottrarti, per consentirmi di scoparti come una mortale, considerandoti dea superiore a tutte le mitiche dee dell’antichità. Tutto ciò che l’arte amatoria, appresa leggendo certi libri unici, mi consentirà di escogitare lo metteremo in opera impigliandoci in voluttuosi preliminari, però, assecondati dalla natura che eseguirà docile i nostri ordini: in modi tali che la passione ci inebrii concretizzando le nostre fantasie, abbattendo e vanificando ogni ostacolo alle nostre effusioni, fomentando l’estasi del possesso perchè ci pervada tanto da fonderci fisicamente e farci costituire una unità taoista (1+1=1). La singolarità del nostro rapporto sia l’unico argomento delle nostre conversazioni prima, durante e dopo ogni nostro amplesso.
11 – Mia cara,
sapendoti over 30 e considerandoti ficofora straordinaria, scrivo:… non perdere il tempo più felice della tua vita, poichè sono corti e pochi gli anni del piacere più succoso e orgasmico: quelli del decennio 30-40, ai quali seguono quelli del decennio successivo durante il quale comincerà ad attenuarsi la pulsionalità che attiva il desiderio di scopate condivise. Non correre il rischio di perderti occasioni d’intesa sessuale irreplicabile. Trascina al seguito del tuo fascino chi ti concupisce come portatrice di carica erotica a miccia corta, e acconsenti alle sue richieste copulatorie in modo che durante ogni amplesso lo smarrimento ti derivi dai sensi. L’intensità del piacere così goduto sarà tale che ti donerà gradevolissime memorie durante gli anni della vecchiaia. Rammemorando, “Breve è la giovinezza, e insensato chi la lascia sfiorire senza gustarne le gioie più belle”: scritto da Claude Godard D’Aucour (1716-1795) nel suo capolavoro letterario “Thèmidore” pubblicato nel 1745. Comunque vadano a finire la tue serate successive alla data di questa vulvaepistola, ogni qualvolta le concluderai delusa o in solitudine, presupponendoti destinataria privilegiata di ciò che scrivo, rileggimi prima di addormentarti. A futura memoria di un rapporto destinato a risultarci, comunque, artefice di differenza… emozionale.
12 – Mia cara,
quando ci accadrà di addormentarci più volte nello stesso paio di lenzuola, ci sveglieremo ogni volta più innamorati: desiderosi di copulare ogni volta nuovamente e senza remore per possedere più totalmente tu il mio fallo io la tua vulva. Non ti scrivo altro, perché intendo affabularti accarezzando le tue nudità.
13 – Mia cara,
poiché il processo di cristallizzazione letteratureggiato da Stendhal è in atto ful-time nei miei pensieri, quando ti privilegiano come oggetto di desiderio sessuale, ti comunico che diviene sempre più impellente la necessità di toccare e accarezzare il tuo corpo e la tua vulva con le mie mani sempre giovani: attento a percepire quando soffermarle e come azionarle per oscenizzarti e orgasmarti fino alla incontinenza più disinibita. Per non spasimare vanamente per te, preda del chimerico affano di scoparti più volte e goderti come ultimo amore, portatrice delle medesime gioie del primo amore, or che gli anni residui della mia straordinaria esistenza risultano sempre meno nel principio di ogni mia giornata: come accadde a Pietro Aretino, anziano “ragionatore” erudito dell’arte amatoria (sia mercenaria sia no-profit), quando spasimò senilmente a Venezia, durante gli anni 1540-44, per la giovane vulva di Perina Riccia già coniugata, piccola e minuta, l’opposto fisico della donna carnosa e procace iconografata come ideale muliebre dai pittori del Rinascimento. Se nel tuo immaginario sono presente come possibile partner copulante, comunicamelo in qualche modo e mi attiverò assecondandoti perché ognuna delle tua immaginazioni ti risulti realizzata. Prima possibile…ovviamente!
14 – Mia cara,
affronta i limiti o le limitazioni del tuo matrimonio assecondando e sperimentando al di fuori di esso il mio innamoramento, senza remore o pregiudizi. Soprattutto se il tuo matrimonio stenta a connotarsi come giusta risposta alle tue aspettative amorose, sessuali e professionali. A meno che tu non abbia detto a tuo marito, sposandolo: “Prometto di essere delusa da te e da te soltanto / di fare di te l’unico depositario dei miei rimpianti, invece di distribuirli ampiamente in molteplici rapporti / di non concedermi avventure sessuali / poichè ho preso in considerazione tutte le possibilità d’infelicità scegliendo di sposarti”. Fai ciò perché molto presto proverai soltanto un affetto intermittente per tuo marito, continuando ad avere rapporti sessuali consueti, sempre meno frequenti e sempre più doverosi meno desiderati, abitualmente di sera prima del sonno, in molte occasioni esausta al termine di una sgradevole giornata di lavoro. Comincia ad esaminare il tuo vissuto quotidiano, identifica ciò che ti inibisce a mettere in atto le tue pulsioni sessuali più istintive al di fuori della gabbia del matrimonio. Farai la muffa e non godrai le emozioni di scopate extramaritali più appaganti, orgasmate da innamoramento condiviso compatibile con la tua pulsionalità, continuando ad esitare nel corrispondere agli amorosi sensi di chi ti desidera come partner copulante: considerando inopportuna la fedeltà matrimoniale nelle circostanze in cui comporta la perdita di una più completa conoscenza del piacere dei sensi. Se ti lusingano le mie attenzioni e le mie inequivocabili profferte amorose, se hai già cominciato a condividere la mia incapacità di trascorrere più giorni senza vederci, di eccitarti fisicamente ogni volta che c’incontriamo, se nutri desideri e pensieri in sintonia con i miei, se ti affabulo e affascino con le mie narrazioni: attivati perché il desiderio di essere scopata da me ti pervada slegando ogni nodo inibitorio e il mio fallo abbia per custodia la tua vulva. Ad majora goduria nostra!
15 – Mia cara,
scrivo questa vulvaepistola nel ruolo di ghost-writer di un uomo della mia età, l’età di molti in coincidenza con ognuno dei miei compleanni: la scrivo perché quest’uomo mi si è dichiarato incapace di scriverti una vulvaepistola emulandomi, disagiato da un innamoramento “tossico” che ti riguarda, artefice ful-time di un processo di cristallizzazione celebrando il quale ti ha enfatizzata come ficofora portatrice di eccellenza copulatoria al di là di ogni supposizione diversa dalla sua. Scrivo questa vulvaepistola, quindi, per riassumerti ciò che è accaduto a quest’uomo, mio estimatore perché mi apprezza come lettore e decodificatore del “De l’Amour” di Stendhal, attento osservatore nella mia persona dei sintomi, degli sviluppi e degli stadi di quella malattia che è l’amore in ogni età.
Quest’uomo si considera disagiato sempre più dalla empatia esplicitamente “corporea” che lo pervade non condivisa adeguatamente nel principio di ogni vostro incontro, poiché molti neuroni del suo sistema motorio reagiscono agli stimoli visivi dei tuoi sguardi, dei tuoi gesti, delle tue posture, delle tua civetterie, delle tue labbra in movimento che gli prefigurano la tua vulva fallosturbante. Disagiato perché durante ogni vostro incontro ti attivi sessualmente nella sua Insula (cosiddetta dai neuroscienziati): la regione corticale delle sue emozioni, punto di contatto tra il suo mondo cognitivo e il suo mondo emozionale primitivo, scaturiggine del suo desiderio permanente di oscenizzarti e oscenizzarsi con adeguate carezze là dove possono produrre maggior goduriosità. Siccome il suo io primario non pensa ogni volta che t’incontra, ma reagisce e si emoziona, determinato a far ciò dai “neuroni specchio”, cosiddetti e teorizzati dal neuroscienziato Giacomo Rizzolatti. A conferma che molti dei neuroni del suo sistema motorio rispondono a stimoli visivi, poiché ogni tuo gesto o sguardo o discorso o movimento gli risulta neurologicamente programmato e descritto nel suo cervello.
Ciò scritto, perché sia da te letto, durante il vostro prossimo incontro, ti accada di percepire e comprendere istantaneamente i suoi bisogni erotico-affettivi, condividendo emozioni basiche affini, e di cominciare a soddisfarli senza la necessità di attivare alcun processo cognitivo superiore… in sintonia, ovviamente.