Enzo Rossi-Roiss

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ELISABETH THATCHER – CRISTIANO RAVARINO – ALBERTO AGAZZANI CALUNNIATORI & DIFFAMATORI A GOGO’ GIA’ DENUNCIATI

Poichè permangono in Google link diffamatori che ho già denunciato all’Autorità Giudiziaria, ripropongo in lettura un testo già webizzato.

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La cricca costituita dal trio Thatcher-Ravarino-Agazzani è stata da me denunciata per diffamazione continuata e reiterata a mezzo internet. Siccome l’attività diffamatoria e calunniatoria di tale trio si è attivata anche in concomitanza della mia “Vulveide al Casinò”, con mail ad personam, supportata dai commenti di alcuni Soliti Anonimi pusillanimi, durante i prossimi giorni la segnalerò all’Autorità Inquirente attivata dalla mia denuncia. Evidentemente i miei diffamatori continuano a sottovalutare le conseguenze “giudiziarie” del processo che inevitabilmente sarà celebrato a loro carico, teso a ottenere la loro condanna e un risarcimento danni che sarà devoluto in beneficienza a favore della anzianità disagiata alla quale li considero destinati. Ignorando le agiatezze intellettuali e fisiche che connotano la mia eccezionale e vigorosa anzianità “diversa”: comphortevolmente plurinsediata a Venezia e Bologna (in Italia) e a Riga (in Lettonia).

I tre della cricca sono noti a se stessi e ai facebookamiciziati: l’Agazzani è noto anche a chi gli si è accompagnato occasionalmente considerandolo plus valore esegetico per la promozione artistica personale e l’accredito presso il collezionismo sia privato sia pubblico.

Per chi voglia saperne di più, relativamente all’origine dei loro esercizi scrittòrii calunniatori e diffamatori, schedo brevemente ognuno dei tre, con Link tra parentesi, cliccando i quali è possibile leggere ciò che ho scritto…indignandoli.

ELISABETH THATCHER (nata nel 1974) – Portatrice di singletudine conclamata, creativa in lista d’attesa, giornalista precaria notiziatrice nei blog di una causa legale vinta dalla pittrice lettone italiana russofona Lolita Timofeeva, senza riscuotere alcun euro a titolo di risarcimento dalle Edizioni QuattroVenti di Urbino per la riproduzione non autorizzata di un dipinto.

CRISTIANO RAVARINO (nato nel 1952) – Smogliato malamente , diseredato dal padre a beneficio dei fratelli, sedicente giornalista disoccupato da sempre,agente segreto velleitario e precario al servisio di se stesso, redditato dalla vendita di disegni firmati F.Bacon disconosciuti dai baconologi in rapporto fiduciario con Sotheby’s e Christie’s, nomade per quanto riguarda il domicilio, con recapito postale in una C.P., inciccionito da una anzianità anticipata.

ALBERTO AGAZZANI (nato nel 1967) – Leghista pentito e ininfluente perchè dotato di 39 (pochissimi) voti preferenziali a Reggio Emilia, neo-baconologo prima assoldato e poi discriminato (ripudiato) e de-editato dal trio Ravarino-Guerini-Maretti, connotato somaticamente da un arredo pilifero facciale modello “barba ci cova”, predestinato single devulvato.

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ADDENDA

AAA… CAVE ALBERTO AGAZZANI “Barba ci cova” & C.

Neobaconologo di Reggio Emilia estromesso dall’Affaire Bacon dopo averlo manlevato pro Ravarino-Guerini-Maretti: http://lampisterie.ilcannocchiale.it/post/2516059.html)

Frequentemente notiziato e discusso come prolifico aepistolografo corvo e commentatore di artisti & artisticità variamente pseudo(ano)nimato: http://lampisterie.ilcannocchiale.it/post/2550556.htmlhttp://www.arslife.com/dettaglio2/2010/7/11-luglio-20

Esiliato (eliminato) come blogger da e in Exibart: http://albertoagazzani.exibart.com/

Denunciato da me per diffamazione a mezzo internet con altri omologhi: http://lampisterie.ilcannocchiale.it/post/2522074.html

Membro leghista del Consiglio di Amministrazione della Accademia di Belle Arti di Bologna, nominato dal ministro berlusconiano Mariastella Gelmini.

Notissimo a se stesso e ai 39 elettori leghisti che rappresenta in un consiglio circoscrizionale a Reggio Emilia.

Direttore artistico precario e discusso in attesa di delibera a Guastalla, dove non gli sarà consentito di bibliografarsi esegeta neo-baconologo esponendo disegni attribuiti a Francis Bacon.

http://www.listacivica-guastallaliberata.org/2010/10/guastalla-agazzani-vs-bartoli/comment-page-1/#comment-6832

Published by rossiroiss, on settembre 20th, 2015 at 8:41 am. Filled under: Enzo Rossi-RòissCommenti disabilitati

NON ACCADA A CARMELO BENE CIO’ CHE E’ ACCADUTO A “IL GALATEO”

DELLE ATTIVITA’ & ASSOCIAZIONI CULTURALI
BLASONATE CON NOMI DI CREATIVI ILLUSTRI
ATTIVATE IN LUOGHI NATALI SOLTANTO ANAGRAFICI

Carmelo Bene ha avuto i natali anagrafici il 1° settembre 1937 a Campi Salentina (suo malgrado): nel territorio di uno dei 95 comuni della provincia di Lecce. Dove non ha avuto, però, alcuna sala teatrale per iniziarsi all’arte scenica, disponendo soltanto di un Salone delle Opere Parrocchiali in via Umberto I° n.29, tale luogo natio anagrafico, durante i suoi anni adolescenziali. Ha avuto, perciò, i natali artistici e intellettuali altrove, interrelazionato agli abitanti di altri luoghi, acculturato dalla frequentazione di personalità con natali diversamente radicati. Come altri suoi coetanei salentini.Carmelo Bene è morto il 16 marzo 2002, cremato e tumulato nel cimitero di Vitigliano di Santa Cesarea Terme in provincia di Lecce, dopo aver sottoscritto un testamento nel quale la sua eredità autorale risulta destinata a una Fondazione nomata “Immemoriale di Carmelo Bene”, custode del suo reliquario oggettuale e librario, costituito da tutto ciò che può testimoniarlo e celebrarlo come teatrante geniale, a futura memoria delle sue gesta e opinioni artistiche. Una Fondazione mai attivata, però, a causa dei conflitti tra la sorella Maria Luisa, la moglie vedova Raffaella Baracchi, madre di Salomè unica rampolla cognomata Bene, e Luisa Viglietti sua compagna di vita durante gli ultimi nove anni.
Siccome recentemente Maria Luisa Bene è morta senza riuscire a sanare il conflitto con Salomè Bene, la Baracchi e la Viglietti, relativo al lascito ereditaro del fratello pro Fondazione Immemoriale, considero lecita questa domanda: Chi si attiverà perchè siano eseguite le sue disposizioni testamentarie, vigilando perchè non siano intraprese iniziative ambigue logate col suo nome e cognome millantando intenzioni celebrative?

Perchè non accada a Carmelo Bene nel suo luogo natio anagrafico Campi Salentina, ciò che è accaduto al medico umanista “Galateo” Antonio De Ferraris (
1444-1517) nato da genitori greci a Galatone (da non confondere con Galatina, altro toponimo salentino), studente a Napoli a cominciare dal suo anno 16°, destinato a insediarsi stabilmente a Lecce. Il Galateo divenuto recentemente logo del Premio “Città del Galateo”, organizzato dall’associazione “Verbumlandiart”: una Associazione statutariamente non profit, proposta anche come agenzia editoriale di servizio con tariffario (+ IVA) per ogni servizio reso da competenti anonimi. (Valutazione testi inediti euro 0,50 ogni 1800 battute – editing 1,50 ogni cartella – impaginazione 0,50 ogni cartella– correzione bozze 1 ogni cartella – sinossi testo 10 – prefazione 30 – preventivi per creazione copertina e promozione. Non è specificato se l’editing sarà eseguito da lettori simil Ezra Pound alle prese con i testi di T. S. Elliot, oppure simil Elio Vittorini o Giorgio Bassani alle prese con “Il Gattopardo”, oppure Italo Calvino alle prese con gli scrittori dell’OU. LI. PO). Una Associazione, quindi, omnicomprensiva e tantofacente (la “Verbumlandiart”), variamente e pluri webizzata come Cenacolo Internazionale di Cultura -Arte – Informazione, caratterizzata come una mensa della Caritas per indigenti, predisposta a non negare indistintamente un pasto/post (bloghizzato) a chiunque.

Scrivo ciò perchè si attivino gli estimatori di Carmelo Bene operativi nel territorio salentino con azioni inibitorie intese a scoraggiare il concepimento e la gestione di Associazioni culturali o Premi teatrali autoreferenziali, intestate/i Carmelo Bene, con Presidenze assunte da personalità strapaesane sprovviste di conoscenza teatrale e interrelazioni culturali adeguate. Perchè sia inibito logotipare Carmelo Bene messe in scene filodrammatiche, premiando con trofei metallici e diplomi cartacei logati col suo nome e cognome la creatività dilettantesca dopolavoristica. Perchè risulti ostacolata ogni iniziativa blasonata Carmelo Bene governata come una simil Caritas da un organismo associativo, costituito da Soci Onorari cooptati in gran numero e soci clientelati per la fruizione di servizi profit…pro ruolo culturale personale.

Published by rossiroiss, on giugno 21st, 2015 at 2:27 pm. Filled under: Enzo Rossi-RòissCommenti disabilitati

LUIGI ONTANI…IN ETA’ POPPANTE

LUIGI ONTANI in “la Repubblica”
intervistato da Antonio Gnoli
Nato il 24 novembre 1943 in provincia di Bologna, Luigi Ontani si è raccontato a Antonio Gnoli per “la Repubblica” (7 giugno 2015) dicendo di sé ciò che segue.

Mio padre morì che avevo 13 anni. Da piccolo, durante la guerra (novembre 1943-aprile 1945) sfollammo dal paese. Legato (poppante) al petto della mamma, con i tedeschi che minacciosamente ci scortavano. Ci portarono a Bazzano. Ricordo (neonato poppante) l’eco dei bombardamenti. E un prato minato (visto in età poppante). Qualcuno saltò. Era un prato sulla via del ritorno. Non potemmo evitarlo. Mi dissero: attento Luigi (poppante neonato legato al petto della madre, non camminatore). Devi zigzagare sul ciglio della stradina e prega di non imbatterti in una mina. Ancora oggi ho l’impressione di camminare così nella vita.
Che memoria !! Una straordinaria testimonianza a futura memoria… (r)esistenziale!!

Published by rossiroiss, on giugno 7th, 2015 at 4:04 pm. Filled under: Enzo Rossi-RòissCommenti disabilitati

27 MAGGIO – GIORNO ANNIVERSARIO per Lolita Timofeeva e Dante Stefani… coniugi

Nel giorno anniversario del loro primo lustro coniugale, PROSIT! a Lolita Timofeeva (pittrice lettone italiana russofona nata 1964 a Riga) e Dante Stefani (nato 1927 a Bologna, ex parlamentare comunista vedovo vitaliziato), cittadini bolognesi matrimoniati il 27 maggio 2010 in trasferta burocratica strumentale a Ozzano dell’Emilia.

Al seguito del primo, risultino numerosi i lustri coniugali/coniugati residui dell’artista lettone italiana, in marcia di allontanamento dai suoi primi 50 genetliaci personali già sommati e psico-somatizzati, vagheggiando gli agi di una vedovanza generosamente “vitaliziata”.

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Per leggere altro cliccare: http://www.italo-baltica.it/blog/2015-anno-ventennale-dell%E2%80%99arte-lettone-in-artefiera-1995-quinto-anniversario-del-matrimonio-con-dante-stefani-per-lolita-timofeeva-pittrice-lettone-italiana-russofona.html

Published by rossiroiss, on maggio 27th, 2015 at 4:25 am. Filled under: Enzo Rossi-RòissCommenti disabilitati

DELLA ONOMATURGIA NUTRIMENTO SEMANTICO PRO LESSICOGRAFI CACCIATORI DI NEOLOGISMI

“Il lessicografo americano Paul Dickson ha da poco dato alle stampe un libro intitolato con un neologismo, Autorismi (Authorism, edizioni Bloomsbury), in cui raccoglie più di quattromila vocaboli perlopiù nati tra le pagine letterarie”.

Questa: la notizia. Con informazioni relative alla quantità di “parole d’autore” coniate da alcuni Autori noti, considerati da Bruno Miglorini “onomaturgi”: Shakespeare, John Milton, Walter Scott, Mark Twain, Norman Mailer, Aldous Uxley…et altri.

Gioverà, a questo punto, segnalarmi ai lessicografi, e a Stefano Bartezzachi, come creatore di parole coniate “…per dare una galassia di significati non solo letterari” a taluni miei testi.

Cliccando in Google le parole Ubunide e Ficofora, è possibile apprendere che sono porzioni lessicali dei titoli di due libri: Ròiss gli Ubunidi (cartaceo) e Ad personam ficofora (ebook).

Così come sono titolazioni di mie iniziative: Priapeide, Vulveide in laguna, D’apres senifora gidugliata.

Cliccando “Barba ci cova” (http://www.rossiroiss.it/wordpress/barba-ci-cova) è possibile leggere nel Cap. XV (intitolato: “Vuolsi così esemplificare campionariato il barbiloquio pro barbidulia con DIZIONARIETTO PARALIPOMENIZZATO”) tutte le parole appositamente coniate nei vari capitoli di un libro inedito come oggetto cartaceo, anticipato dalla rivista online “Il Ridotto”.

Published by rossiroiss, on maggio 19th, 2015 at 5:44 pm. Filled under: Enzo Rossi-RòissCommenti disabilitati

WANTHED IL CANNOCCHIALE

(http://www.ilcannocchiale.it/member/login.aspx)

Riceverà in omaggio uno dei miei libri della categoria “fuori catalogo” chiunque mi fornirà notizie relative alla visualizzazione dei link relativi alla piattaforma “Il Cannocchiale” gestita da “dol.it”.

A Sara Peppucci (sara.peppucci@dol.it) della dol.it sono state mailate queste domande: “Ci sono disservizi sulla piattaforma Il Cannocchiale? Che cosa è possibile fare per ripristinare l’operatività relativa al blog Lampisterie (http://lampisterie.ilcannocchiale.it)? E’ possibile recuperare i testi contenuti in tale blog?”.

Al telefono della “dol.it” (06.68301448) parla soltanto chi interlocuisce per suggerire: “Ci invii una mail”. Con nessuna garanzia di riscontro della mail con altra mail logotipata “dol.it”.

tipata “dol.it”.

Published by rossiroiss, on maggio 14th, 2015 at 11:14 am. Filled under: Enzo Rossi-RòissCommenti disabilitati

FLASHES OF FERTILE THOUGHTS ON THE “ANONYMOUS RESERVATUS” – PAINTED BY ILZE JAUNBERG

http://lampisterie.ilcannocchiale.it/post/2807137.html
(translation Sarah Lane)

Anonymous: emblematic mask and multiplied icon,
Anonymous: mask showing rebellion,
Anonymous: de-identitied and sexless mask,
Anonymous: unemotionalised and de-ageing mask,
Anonymous: mask of de-ethnicised irrelevance,
Anonymous: stereotyped and globalising mask,
Anonymous: right you are, if you think so and each to his own mask,
Anonymous: unmistakeable mask in search of an author.

The Anonymous mask, which appears in variously crowded depictions in Ilze Jaunberga’s paintings, is characterialised by Goyaesque chromatic dramatisations and iconic Tintorettesque ensembles that are allusive and reserved rather than assertive and forceful. Since it absorbs the bodies of those who wear it, it makes them appear as individuals belonging to a single kind that is de-featured, de-ethnicised, de-aged and de-identitied thus becoming trans-sexual, trans-generational and trans-national.
It’s the same mask as worn by the character in the film “V for Vendetta” adapted from the cartoon of the same name and later chosen as an identifying icon diffused by the Indgnatos movement which originated in Spain in 2011. The Latvian artist didn’t however intend to convey the idea of Vendetta, but rather she meant to emblemise the idea of rebellion against the illiberal officialised powers and the neo-sovietism of Putin: globalising interclassism and making each individual’s ethnicity, age and sex conform.
Jaunberga adopted the mask as a recurrent icon in 2012, with a painting entitled “Critical Temperature” (the main draw at an exhibition in Riga) which was permeated by the idea of an increase in tension in social and political relations worldwide. The idea is to signal the anonymity of wearing a shared mask by those who intend to express their rebellion, and – masked – control it.
It represents an impression of the features of Guy Fawkes, the English dynamite-brandishing terrorist before his time and Catholic plotter, who failed in his assassin attempt of the king and was slaughtered at the age of 36 in Westminster on 13 April 1606 (James I was on the throne and it was during the lifetime of Shakespeare 1564-1616). cf Wikipedia
Although each of the canvases painted for the installation entitled “Anonymous Reservatus” – which were first displayed at a preview at Cà Ròiss in Venice during the 2014 Carnival – is an autonomous composition, they were all conceived as fragments of a single image to make up a large-scale fresco in-progress. They feature a recurrent iconic design and are characterised by formal constants, such as the Tintorettesque crowding of figures, the overall use of colour which includes references to certain dramatic glooms typical of Goya, and the poetical and ethical nature which ideologises them and gives them substance.
The Latvian artist used her emotions and instincts to paint each one of them, letting her thoughts lead her hand, free from the slightest desire to reproduce a reality of people, things and places that can be easily recognised. Her hand can be considered the “window on her mind” (Kant), the “hand that works” as Hegel thematised (taken up by Marx) and a praiseworthy hand, to paraphrase the words of Henri Focillon, who wrote a book published in 1939 under the title “In praise of hands”.
Painting the works, she didn’t aim for “vedutismo”, or sights seen by herself and others, but she painted to transfigure and iconise her thoughts whilst seeing. Through the paintings she traced a mental journey which is notable for its highly personal and vivid trademarks.
She painted to convey the collective carnivalesque nature of Venice, disambiguating it after having experienced and documented it in immobility, for her future memories, by taking photographs.
Painting in this way, the subjective carnivalesque simil-Venetian of the fifteen/seventeen hundreds is simulated repeatedly to tell the nothings of self-promoters who occasionally mask, in a serene Venetian way, their individuality that is wholly, yet alternatively and in every moment of the day, gratified by sterile friendly relationships scattered with flimsy emotions that are conventional and sometimes shared.
Ilze Jaunberga as an artist takes constant care to favour symbolisation and emblemisation and these are both predominant in her paintings while sweetened decoration and peaceful illustrations are considered discriminative. (www.ilzejaunberga.com)

Ilze Jaunberga nella Birkenfelds Galerija a Riga in Lettonia omaggiata con fiori durante il vernissage della sua esposizione personale.

NOTE – Every year on 5 November, the UK celebrates the fact that King James I was saved during the so-called Gunpowder Plot. The same event is recalled by English teachers in Latvian elementary schools with the rhyme “Remember, remember…” about the Anonymous Guy Fawkes and his failed plot.
The title Anonymous Reservatus is thus intended to mean Controlled Anonymity, rebellious but not vengeful – a shared or shareable anonymity that results in being more participated and globalised, as each can decide where, when and how to display or spread their rebellion.

Published by rossiroiss, on aprile 21st, 2015 at 5:45 pm. Filled under: Enzo Rossi-RòissCommenti disabilitati

E’ MORTO L’AVV. VALERIO CAPPELLO – UN UOMO CHE E’ STATO MIO AMICO ININTERROTTAMENTE DAL 1964:… UN’ANNATA ECCEZIONALE !

VALERIO CAPPELLO (nato in Libia nel 1928), il noto avvocato divorzista, cittadino bolognese in rapporto intenso e ravvivinato anche con le lettere e le arti, daL 17 aprile non è più tra i vivi. A futura memoria della nostra amicizia eccezionale, lo ricordo riproponendo in lettura ciò che scrissi per notiziare uno dei suoi libri.

DI UN LIBRO INTITOLATO “NOMI E COGNOMI… TANTO DI CAPPELLO !”
(scritto da Valerio Cappello e vignettato da Zap & Ida)

Tra nomi e cognomi con tanto di Valerio Cappello, scrittore ameno e docente esperto di diritto di famiglia, per apprendere che il nome deve essere unico, poiché il nome plurimo non ha diritto di esistenza legale, dilettandoci con cognomi e nomi stravaganti che possono essere cambiati o nomi di santi inesistenti: come tra monti e valli con tanto di guida sperimentata per distinguere varietà botaniche, riconoscendo le specie faunistiche. In questo libro, edito a Bologna da Arnaldo Forni, risulta scritto dei nomi e dei cognomi come micro-sistemi di segni con i quali “diciamo che…” e “diciamo a… ”: dicendo, per esempio, della fede religiosa, oppure di quella politica di chi li ha attribuiti ai propri figli apena nati; oppure della decisione genitoriale di autogratificarsi manifestando a futura memoria interessi personali per la letteratura, la mitologia, l’arte, la musica, lo spettacolo, lo sport, i protagonisti della storia sacra e profana e quant’altro ragionevole o irragionevole. Nomi e cognomi che, ciò che dicono, lo dicono con tanti altri significati, sia impliciti che espliciti, compresi i significati “doppi” che generano commenti e domande, nel momento in cui sono letti o ascoltati da chiunque per la prima volta.E’ stato scritto da un avvocato illustre con l’intenzione di divulgare, divertendosi, sapienza specifica divertente… vignettata da Zap & Ida.

Published by rossiroiss, on aprile 21st, 2015 at 5:18 pm. Filled under: Enzo Rossi-RòissCommenti disabilitati

2015 ANNO VENTENNALE DELL’ARTE LETTONE IN ARTEFIERA 1995 QUINTO ANNIVERSARIO DEL MATRIMONIO CON DANTE STEFANI PER LOLITA TIMOFEEVA PITTRICE LETTONE ITALIANA RUSSOFONA

Lolita Timofeeva

- http://www.italo-baltica.it/wordpress/2015-anno-ventennale-dellarte-lettone-in-artefiera-1995-quinto-anniversario-del-matrimonio-con-dante-stefani-per-lolita-timofeeva-pittrice-lettone-italiana-russofona-eurekaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaa.html

- http://www.rossiroiss.it/wordpress/2015-anno-ventennale-dellarte-lettone-in-artefiera-1995.html

- http://www.italo-baltica.it/wordpress/wp-admin/post.php?action=edit&post=612&message=1

Per la pittrice lettone italiana russofona Lolita Timofeeva il 2015 e l’anno ventennale del suo esordio espositivo nella Artefiera 1995, a Bologna: co-protagonista di una mostra collaterale collettiva intitolata L’Arte Lettone Contemporanea (10 artisti diversi, tre opere di ognuno), curatore ombra e promotore/esegeta evidente Enzo Rossi-Ròiss, bio-bibliografato come tale a futura memoria anche dai media cartacei in lingua lettone.(http://www.italo-baltica.it/wordpress/archivio)
Il 2015, però, per la stessa pittrice (nata a Riga nel 1964) e anche l’anno del 5° Anniversario del suo matrimonio anagrafico con Dante Stefani (nato a Bologna nel 1927), ex senatore comunista del parlamento Italiano, Presidente della Artefiera fino al 1999, divenuto nel frattempo ex tant’altro, adeguatamente vitaliziato da rendite pensionistiche reversibili.

L’esposizione nella Artefiera 1995 fu presenziata e badata dagli artisti espositori ospitati in delegazione con altri connazionali al seguito dell’architetto Janis Dripe, Ministro della Cultura in carica, chaperon/interprete/testimone postumo lo slavista attaché della neo Ambasciata d’Italia a Riga, divenuto ex diplomatico residente a Philadelphia negli USA, e scrittore di e-book per “I Antichi Editori Venezia” (www.iantichieditorivenezia.com)
Janis Dripe, ministro lettone, taglia il nastro dell’Artefiera 1995: tra Lolita Timofeeva, alle sue spalle, e Dante Stefani.

Il matrimonio della Timofeeva con Dante Stefani è stato anagrafato il 27 maggio 2010 a Ozzano dell’Emilia, presenziato soltanto dai testimoni, per ottemperare a ineludibili esigenze di rispetto della privacy, e per essere registrato successivamente a Bologna, costituendo una nuova famiglia Stefani – Timofeeva nella residenza maritale in via Alceste De Ambris 4 (pour cause). Con la pittrice domiciliata singolarmente a Bologna in via Don Minzoni 5 (docet Pagine Bianche), co-domiciliata con la s.r.l. Italo. Sapendo che alcuni ben informati logotipati Artefiera avrebbero semantizzato la propria perplessità relativa a tale unione, non considerandola pulsionata da autentica corresponsione di amorosi sensi irreprimibili: dati gli anni di nascita dei protagonisti.

Nato nel 1927 LUI vedovo genitore di una figlia adulta. Ex parlamentare del PCI in disaccordo con chi sostiene la necessità di legiferare la non reversibilità di trattamenti pensionistici pro giovani mogli strumentali, nate decine di anni dopo i mariti: come Lolita Timofeeva nata 37 anni dopo il suo terzo “sposo” anagrafico, ex senatore comunista russofilo vitalizziato con 3073 mensili.

Nata nel 1964 LEI senza figli e pluridivorziata prima come cittadina sovietica (cognomata Jaskina) da uno Juri Timofeev moscovita, e poi come cittadina italiana da un Emanuele Noviello lucano. Dando per scontata l’opinione più condivisa che tale matrimonio sia stato perseguito dalla lettone italiana russofona come risultato finale di interazioni volpine strategiche concepite ed eseguite ad hoc (mirandole come instrumentum regni !), sostenuta a far ciò da una sperimentata consigliera omoglotta gattesca in sintonia: prospettandosi la lucrosità di una vedovanza in età menopausata sovrappeso ancora attraente per suscitare desideri, redditata dal vitalizio parlamentare dell’ex senatore comunista (vita-natural-durante definitivamente smatrimoniata), con ogni altro nesso e connesso indotto acquisibile.

Per sapere di più della Timofeeva, basti ai più curiosi tutto ciò che risulta linkato e foto-documentato in Google: bio-bibliografata come pittrice (da zero alla Biennale di Venezia), a futura memoria incontestabile in un libro intitolato “Mondo lettone made in Italy”. Con tant’altro nel web, come esemplificano i link qui di seguito:
* http://lampisterie.ilcannocchiale.it/2014/12/27/della_pittrie_lettone_italiana.html
* http://www.italo-baltica.it/blog/il-%E2%80%9Ccorpus-hermeticum%E2%80%9D-di-lolita-timofeeva-esposto-in-una-galleria-gregaria-a-riga.html

Per quanto riguarda, invece, l’ex senatore Dante Stefani (a sinistra nella foto), poco linkato e foto-documentato in Google, risulterà opportuno leggere la scheda qui di seguito.
Dante Stefani è nato a Bologna il 19 settembre 1927. Disegnatore tecnico (tre anni scolastici di avviamento professionale), è stato “…riconosciuto partigiano non combattente col grado di sottotenente” (minorenne smedagliato) dall’1.5.1944 alla Liberazione” (“Dizionario Biografico” di Arbizzani e Onofri, vol. V°, pag. 347).
L’attività patriottica contro i nazifascisti l’ha intrapresa diffondendo stampa clandestina e partecipando alla distribuzione di chiodi scassagomme prodotti dalla fabbrica nella quale ha lavorato a Sabbiuno/Bologna, anziché partecipando ad azioni armate. Nel settembre 1944 (diciassettenne) ha contribuito alla formazione della compagnia SAP della 4a brigata Venturoli Garibaldi, della quale divenne commissario politico, distinguendosi come organizzatore, in relazione con le organizzazioni clandestine di Castel Maggiore/Bologna.
La carriera politica se l’è propiziata, quindi, compiendo tali “gesta” patriottiche nel territorio natio: segnalandosi, a ogni “major” del Partito Comunista Italiano, come “compagno” ortodosso e affidabile, rispettoso della nomenclatura al potere, e meritando la effettuazione di più soggiorni di studio nella Unione Sovietica, tanto da apprendere e parlare la lingua russa.
Ha assunto questi incarichi “politici”: consigliere e assessore comunale comunista a Bologna durante gli anni del sindaco Dozza (1951-1956) / (1964-1970), consigliere e assessore regionale comunista durante gli Anni 70 del presidente Fanti, senatore comunista della Repubblica nell’VIII e IX legislatura (1979-1987), presidente comunista della Fiera di Bologna dal 1988 al 1999 (destinato ad avere Luca Montezemolo nel ruolo di successòre), presidente ex comunista dell’Associazione nazionale delle Fiere italiane (AEFI) e vice presidente dell’Unione internazionale delle Fiere (UFI), presidente post-comunista della Fondazione del MIC (Museo Internazionale delle Ceramiche) a Faenza (dulcis in fundo) fino al settembre 2005.

Published by rossiroiss, on aprile 21st, 2015 at 1:52 pm. Filled under: Enzo Rossi-RòissCommenti disabilitati

DOSSIER PIERO MANZONI TOMO SECONDO LAVORI IN CORSO

LAVORI IN CORSO PER IL TOMO SECONDO

DEL “DOSSIER PIERO MANZONI “

LEGGERE COPIARE E DIVULGARE

Considerando che Piero Manzoni è morto in solitudine il 6 febbraio 1963, disagiato dal clima invernale nel suo atelier milanese (in via Fiori Chiari 16), con nessuna opera disponibile in tale luogo per essere ereditata dalla madre e dalle sorelle (2) e fratelli (2). (Ho appreso della sua morte nel bar di via Fiori Chiari, in angolo con via Brera: proveniente dal numero 11 di via Brera, l’indirizzo della rivista d’arte e letteratura “Nucleo D” da me redatta e diretta).

Considerando che le prime opere di Piero Manzoni in bella vista sui muri delle abitazioni occupate dai suoi parenti, è possibile documentarle possedute e presenti (fotografate) soltanto in anni successivi al 1963, sempre più numerose durante gli Anni 70: anni delle prime esposizioni postume celebrative e dei lavori compiuti (dal duo Celant-Prearo) per realizzare approssimativamente la prima “catalogazione generale” nel 1975, con 802 riproduzioni fotografiche di altrettanti “oggetti materiali” eterogenei inventariati come “opere” autentiche. (Catalogazione indagata e dossierata nel mio “Dossier Piero Manzoni – tomo primo”, Edizioni Svolta 1991).

Considerando che Piero Manzoni vivente non ha autografato le sue opere titolate “Achrome” e che gli esaminatori al servizio dell’Archivio autenticatorio sono tutti esaminatori esperti postumi: Flaminio Gualdoni, compreso, esegeta ortodosso e biografo manzonodulo, intellettualizzato da arredo pilifero facciale contrapposto alla mancanza somatica di arredo pilifero craniale.

Considerando che risultano numerose le opere di Piero Manzoni giudicate non autentiche e perciò discriminate (penalizzate), con diffida dell’Archivio familistico a mercanteggiarle con profitto: tutte opere da riesaminare, eventualmente, che sono disposto a pubblicizzare come illustrazioni del mio “Dosssier Piero Manzoni – tomo secondo”, già disponibile per essere realizzato cartaceo, anticipandolo (eventualmente) e-book.

Considerando l’alto costo delle opere di Piero Manzoni in vendita nelle fiere dell’arte e presso le case d’asta, accreditate come opere autentiche dall’Archivio Opera Piero Manzoni: un Archivio familistico detentore del copyright ereditato e beneficiario del cosiddetto “diritto di seguito” indotto.

Considerando ogni opera di Piero Manzoni incontestabilmente autentica, posseduta da collezionista privato o istituzione museale pubblica, patrimonio culturale nazionale (conseguentemente collettivo) bisognoso di tutela giuridica ineccepibile.

Considerando meritevole di essere presa in considerazione la “vox populi” che giudica copie conformi o ripetizioni differenti postume molte delle opere achrome di Piero Manzoni accreditate e catalogate (collezionate) come opere autetiche dall’Archivio Opera Piero Manzoni.

Scrivo ciò e lo divulgo googlizzato perchè sia considerato:

1) – OPPORTUNO sollecitare il Comando Carabinieri per la Tutela del Patrimonio Culturale (Piazza Sant’Ignazio 152 – Roma), con un esposto, redatto ad hoc da uno studio legale e sottoscritto da un cittadino italiano anagrafato Rossi, mirato a promuovere un intervento deciso d’ufficio, con l’intenzione di sottoporre ad esami scientifici comparati opere di Piero Manzoni discriminate perché giudicate opere inautentiche dall’Archivio familistico , con opere similari mercanteggiate come opere autentiche accreditate e catalogate dallo stesso Archivio, comprese quelle possedute come beni famigliari, sia ereditati sia acquisiti (capitalizzati) post mortem dell’Artista.

2) – LEGITTIMO il suggerimento che tali esami siano eseguiti dagli esperti carabinieri del Reparto Investigazioni Scientifiche (RIS).

3) – NECESSARIO cominciare con la identificazione e acquisizione del DNA dell’Artista (rilevabile esaminando i “Fiati d’Artista”, per es.), e cercarlo in ogni altra opera: prelevando anche impronte digitali da opere sicuramente “manufatte” dal Manzoni, per la rilevazione di impronte simili in ogni altra opera similare.

4) – DETERMINATO SCIENTIFICAMENTE l’anno di produzione dei variegati materiali costitutivi delle opere (autenticate e non autenticate) “archiviate” (legno, caolino, tela, cotone idrofilo, fibre varie, pani, uova, polistirolo, sassetti, chiodi, piombature, cordicelle, resine, collanti, ceralacca, etc.), per il riconoscimento di materiali eventualmente prodotti, commercializzati e manipolati durante gli anni successivi al 1963.

5) – ESAMINATO E RICONOSCIUTO (specificato) mediante TAC (Tomografia Assiale Computerizzata) il contenuto delle scatolette etichettate “Merda d’Artista”, e delle opere costituite da pacchi sigillati accorpati sovrapposti a tele con etichette metalliche.

6) – GENERARE una “class action” finalizzata all’ottenimento della esecuzione di esami scientifici di tutte le opere “Achromes” archiviate, comparati ad esami simili di opere non archiviate similmente costituite, come risulta auspicato in un mio post precedente così linkato: http://lampisterie.ilcannocchiale.it/post/2826305.html

Nel mio sito web è possibile leggere alcuni testi del mio “Dossier” (tomo secondo) così linkato: http://www.rossiroiss.it/wordpress/dossier-piero-manzoni-tomo-secondo
Al mio idirizzo mail è possibile inviare testi e riproduzioni documentali di opere attribuibili a Piero Manzoni non autenticate dall’Archivio Opera Piero Manzoni, con autorizzazione a pubblicarle.

Published by rossiroiss, on febbraio 3rd, 2015 at 6:51 pm. Filled under: Enzo Rossi-RòissCommenti disabilitati