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Enzo Rossi-Ròiss nella residenza veneziana di e con Egidio Costantini
Ho scritto in gennaio che la Fucina degli Angeli sarebbe stata ricordata e celebrata con una esposizione ad hoc in concomitanza col centenario della nascita di Egidio Costantini (22.4.1912 – 7.10.2007) che l’ha fondata e animata, annunciandola come evento organizzato e ospitato a Murano dal Museo del Vetro. Star in esposizione opere vetrose realizzate d’aprés bozzetti o maquettes di Grandi Maestri così nomati: Jean Hans Arp, George Braque, Alexander Calder, Marc Chagall, Jean Cocteau, Max Ernst, Lucio Fontana, Paul Jenkins, Oskar Kokoschka, Le Corbusier, Fernand Léger, Pablo Picasso, Mark Tobey, Andrè Verdet.
Tale esposizione è stata inaugurata, invece, il 6 luglio (chiusura il 30 settembre): intitolata “VETRO CONTEMPORANEO il futuro oltre la trasparenza. Omaggio ad Egidio Costantini”. Allestita con 47 opere, tutte accreditate come opere d’après (di proprietà degli eredi) e senza nessuna delle maxi creazioni vetrose più prestigiose, conservate e stabilmente esposte altrove, inamovibili perché sconveniente il costo del loro trasporto tutelato da adeguata polizza assicurativa, oppure perché risulta ignota la loro attuale collocazione: un esempio emblematico la grande scacchiera di Max Ernst intitolata “L’immortale” (www.maxernstmasterpiece.com) la cui dimora risulta sconosciuta. Un mini-catalogo illustrato documenta l’iniziativa a futura memoria con un testo del bio-agio-grafo familistico Egidio Comelli, preceduto da altro testo ortodosso di Roberto Ballerin, brevemente e doverosamente presentato il tutto da Chiara Squarcina, direttrice del Museo.
I cronisti locali l’hanno sommariamente notiziata, enfatizzandola come: “…omaggio all’artista di una tradizione antica…” promuovendo Egidio Costantini “…maestro vetraio muranese”, considerando tale expo costituita da opere “…frutto delle collaborazioni con i più grandi artisti del ‘900… tutti assidui frequentatori della Fucina degli Angeli” (Anonimo, Il Gazzettino, pag. 25 del 7 luglio) – “… un momento di riflessione sull’intera produzione vetraria contemporanea” (Silva Mesetto, La Nuova pag. 43 del 7 luglio). A nessuno è venuto in mente di cogliere l’occasione per stabilire contatti fertili con qualcuno dei collaboratori artistici di Egidio Costantini ancora in vita (elencati nel primo dei tanti cataloghi della Fucina: edito a Bologna dalla Fotometalgrafica Emiliana). Cominciando da Silvano Belardinelli nato nel 1942 e abitante nel Sestiere Cannaregio, che ha tanto da raccontare sulla genesi delle opere d’après progetti di Lucio Fontana (per esempio), dei bozzetti in terracotta personalmente eseguiti fino al 1970 d’aprés iconologia di Grandi Maestri e dei rapporti con i giapponesi, avendo sposato una giapponese e soggiornato lungamente in Giappone.
Indagando per raccogliere informazioni relative al contributo personale del maestro vetraio Loredano Rosin, per quanto riguarda le opere vetrose d’aprés Picasso, realizzate assente Picasso in fornace. Idem per altri come Aldo Nason padre di Emanno Nason. Ognuno longa-mano muranese, etero diretta in fornace dal Costantini straordinario imprenditore creativo anche pro intuizioni artistiche personali.
Altra esposizione non è stato possibile realizzare, perchè alla Fucina degli Angeli, morto il suo artefice multiruolato (7 ottobre 2007), è mancata una gestione manageriale del capitale d’immagine acquisito, costituito da credito artistico e rapporti internazionali con istituzioni museali. Perchè chi l’ha ereditata legittimamente ha celebrato il primo anniversario della morte di Egidio Costantini, con la tentata vendita delle opere superstiti tramite la Casa D’aste Babuino a Roma il 26 novembre 2008, anziché con l’allestimento di una esposizione celebrativa in location opportuna. Perché nessun imprenditore l’ha rilevata per gestirla come azienda e potenziarla ulteriormente, come è accaduto nel 2001 all’azienda vetraria Venini rilevata e potenziata dal vicentino Giancarlo Chimento della Italian Luxury Industries, associato alla Safilo dei fratelli Giuliano e Guglielmo Tabacchi.
Un solo imprenditore vetrario, Adriano Berengo, enfant du pays lagunare, nato da un arsenalotto nel 1947 in un appartamento del complesso urbano angiportesco denominato “Marinaresca” (contiguo alla via Garibaldi del Sestiere Castello), si è proposto come acquirente del brand Fucina degli Angeli, ma non è stato accettato come interlocutore dal Costantini (vivente), che lo ha giudicato non idoneo a subentrare nel ruolo di suo continuatore “ideale”, perché in rapporto pragmatico e disinvolto col business più che in rapporto creativo e sconveniente con l’artisticità “angelicata” (oppure angelicabile). Lo stesso Adriano Berengo destinato a essere (successivamente) disapprovato dal Costantini (e avversato in una disputa giudiziaria), per essersi data visibilità blasonante una-tantum nella fiera dell’arte Arco 2000 a Madrid (alienandosela) con un allestimento fieristico supportato da maxi riproduzioni non autorizzate di documenti fotografici della Fucina degli Angeli.
L’Egidio Costantini omaggiato dal Museo del Vetro a Murano, è stata webizzato dai suoi eredi con un sito nel quale il logo “Fucina degli Angeli” risulta registrato e le gesta del suo titolare risultano bio-biblio-agiografate (con le opinioni del medesimo, anche), illustrate da riproduzioni di foto d’annata. Inspiegabile l’assenza, tra le pubblicazioni monografiche webizzate, del maxilibro/catalogo edito a Bruxelles nel 1990: “Fron Picasso to Fontana, Egidio Costantini – Il Maestro dei Maestri”,con testi di Autori Vari, curatore Jacques Lierneux, Espace Kiron/Espace Medicis.
Chiunque voglia acquisire la documentazione relativa all’autenticità di opere create da e per la Fucina degli Angeli, è invitato a inviare all’indirizzo mail info@fucinadegliangeli.com, le foto con notizie dettagliate relative alle misura e alla collocazione attuale di ogni opera. (Il costo della autenticazione non risulta precisato). Significando, così, che quasi tutte le opere vetrose più illustri logotipate Fucina degli Angeli, per quanto riguarda la Firma autorale che le dota di plus-valore artistico e mercantile, sono destinate a essere considerate e valutate in primis come opere d’aprés realizzate da maestri vetrai muranesi incaricati (e istruiti) a fare ciò da Egidio Costantini che, a cose fatte (come suol dirsi), si è attivato per ottenere l’approvazione “autorale”, testimoniandola a futura memoria con foto che lo illustrano e accreditano in compagnia dell’artista autore, in location e circostanze portatrici di plus-valore relazionale. Considerando “eccezioni” la manu-fattura muranese (pro-Fucina) di alcune opere, come i “concetti spaziali” di Lucio Fontana, che sono stati realizzati durante gli anni 1964-65, incontestabilmente su precise indicazioni del Maestro relative ai supporti legnosi o metallici utilizzati come superfici per l’incastonatura (ancoraggio) di bolle vetrose policrome variamente dimensionate.
autentiche a posteriori da chi ha legittimamente ereditato e registrato il marchio Fucina degli Angeli, ma discriminate dai certificatori di autenticità delle opere dei Grandi Maestri. Tutte opere idonee per essere commercializzate e collezionate come opere vetrose realizzate d’aprés opere plastiche o grafiche di Grandi Maestri, più che come opere concepite vetrose da Grandi Maestri: particolarmente quelle modellate dai maestri vetrai muranesi per Egidio Costantini, senza le indicazioni del Grande Maestro presente in corso d’opera, di volta in volta, nella fornace.