ANDRE’ LANSKOY (Mosca 1902 – Parigi 1976)
André Lanskoy si è iniziato alla pittura giovanissimo a San Pietroburgo, durante il tempo libero, e l’ha praticata per hobby , fino a che non l’ha privilegiata come attività professionale, dopo il suo arrivo a Parigi nel 1921, in fuga dall’Unione Sovietica “rivoluzionata” dalla guardie rosse, per darsi identità sociale e sussistenza quotidiana.
Je suis l’auteur de nombreux textes sur les dernier ans de vie de Lanskoy en Italie, où il a réalisé beaucoup de mosaïques et la série des lithographies d’après Gogol. Il est difficile identifier en France des professionnels experts sur ce peintre russe. Beaucoup d’écrivains se sont déclaré experts de Lanskoy après sa morte et on été refusé par sa femme, propriétaire du copyright.
Gli ultimi quattro anni della sua vita li ha trascorsi soggiornando lungamente in Italia, con casa/atelier a Ravenna, accompagnato dalla pittrice Katherine Zoubtchenco (nata 1937): sperimentando la realizzazione di numerosi mosaici, eseguendo nuovi collages con carte colorate autoadesive, e sorvegliando con cura la stampa di 86 litografie (81 a Bologna presso la Stamperia della Quercia, 5 a Roma presso la stamperia di Alberto Caprini).
DELLA KATHERINE ZOUBTCENKO
AFFETTUOSA ACCOMPAGNATRICE DEL MAESTRO
Con Katherine Zoubtcenko ho intrattenuto soltanto un breve rapporto epistolare nel 1994, testimoniato dalle lettere che pubblico qui di seguito.
Bologna 6 agosto 1994
Gentile Signora, le invio ciò che ho già scritto e pubblicato come “anticipazioni” del “Dossier Lanskoy” che ho intenzione di editare. Di lei ho sempre parlato con Paolo Signorini, ogni volta che l’ho incontrato: è accaduto anche giovedì 4 agosto. Non le ho scritto prima perchè ho sempre pensato che lei doveva essere l’ultima persona con la quale conversare, prima di dare alle stampe il mio libro/dossier, per correggere eventuale errori e precisare circostanze. Acceta d’incontrarmi? L’avviserò per tempo del mio arrivo a Parigi, ovviamente.
Gradisca, intanto, I miei saluti cordiali.
P. S. – Chi esamina le opere del Lanskoy, riconoscendo con provata competenza le autentiche autografe, le autentiche autografate, le manipolate, le apocrife e le false, ora che il “Comitè” non è più attivo?
(Allegato un esemplare del mio “Dossier Piero Manzoni”)
Enzo Rossi-Ròiss
Paris le 11 Aout 1994
Signore, ho ricevuto la Vostra lettera del 6 Aout 1994 con i documenti concernenti il pittore André Lanskoy. Non ho avuto ancora qualcuno per farmela tradurre.
Possiamo fissare un incontro col Comitato André Lanskoy dopo il 6 Settembre: Expert Signor André Schoeller, 15 rue Drouot, 75009 Paris, tel. (1)47.70.15.22. Sono molto triste di constatare che malgrado le nostre interdizioni, l’entourage de Gian Carlo Contestabile continua le malversazioni.
Con i miei migliori sentimenti.
Catherine Zoubtcenko
Bologna 18 agosto 1994
Gentile Signora,
ho apprezzato la sollecitudine nel comunicare d’aver ricevuto la mia lettera datata 6 agosto, e ciò mi autorizza a scriverle nuovamente. Le pongo, perciò, alcune domande alle quali può scegliere di non rispondere, se la imbarazzano.
- Può elencarmi con nome e cognome le persone che considera componenti attivi dell’entourage di Gian Carlo Contestabile?
- Può precisarmi quanti dei 12.000 (o 15.000) fogli stampati per il “Journal d’un fou” sono stati firmati e numerati da Lanskoy?
- Quanti fogli sono stati firmati, invece, dopo la sua morte e da chi?
- Se è vero che Lanskoy non ha firmato alcun collage originale del “Journal d’un fou”, è anche vero che non ha firmato tanti altri collages posseduti e mercanteggiati dal Dott. Pianetti di Ravenna e da altre persone, dopo la morte dell’Artista?
- E’ vero che dopo la morte del Lanskoy alcuni suoi grandi collages (progetti per arazzi, mosaici e altro) sono stati “frammentati” e commercializzati come opere autonome con firma apocrifa?
- Le “malversations” dell’entourage di Gian Carlo Contestabile hanno avuto inizio durante gli ultimi mesi di vita del Lanskoy, oppure subito dopo la sua morte, per le tante litografie prive della sua firma autografa e le opere incompiute o considerate minori e occasionali, “mercanteggiabili”?
- Da chi è composto il Comité che ha l’indirizzo “pubblico” dello Schoeller (15 rue Drouot)?
- Quale altra persona (amica o parente) potrebbe “certificare” l’autenticità o la falsità di un’opera del Lanskoy e curare la sua archiviazione per un ipotetico Catalogo Ragionato, delegata a fare ciò dallo stesso Laskoy in vita, con disposizione testamentaria o d’altra tipologia legale?
- E’ possibile che Lanskoy abbia avuto rapporti d’affari a lei ignoti (vendita di opere, incasso del denaro pattuito)?
- Il suicidio di Gian Carlo Contestabile fu per lei una sorpresa, oppure un evento annunciato?
- Delle difficoltà finanziarie del Contestabile e dei suoi rapporti economici con Paolo Signorini, ha mai saputo qualcosa prima?
- Non sono interessato a incontrare il Comité, prima di avere incontrato lei soltanto, gentile Signora. Degli “Esperti” ho una cattiva opinione e l’ho espressa in più occasioni (così come continuerò a esprimerla): soprattutto degli “esperti” di troppi artisti. Il mio “Dossier Lanskoy” avrà le caratteristiche editoriali e scrittòrie del “Dossier Piero Manzoni” che le invio.
A lei spetta ora di considerare opportuno o no avere rapporti con me e rispondere alle mie domande: in attesa del nostro incontro a Parigi, durante il quale le domanderò altro. Con i miei più cordiali saluti.
Enzo Rossi-Ròiss
Paris le 17 septembre 1994
Signore, grazie per il vostro libro. Sono un po’ stupita del vostro eclettismo ! Sono stata fortunata nell’incontrare una persona perfettamente bilingue per tradurre le vostre lettere, ma, aimè!, il libro e gli articoli non li ho potuti ancora comprendere. Ecco qualche risposta alle vostre domande.
Ciò che chiamo “l’entourage de Gian Carlo Contestabile”, è un entourage che si è manifestato dopo la morte del Maestro, delle persone di Bologna che posso avere incontrato non ne ricordo alcuna in particolare.
Paolo Signorini è un caro amico e potete avere interamente fiducia in lui, ha sempre rispettato e ammirato l’opera di André Lanskoy. Vi dirà, come me, quanto il Maestro era malato e affaticato, è stato atroce il momento della firma delle litografie senza arrestarsi. Dopo la sua morte è stata posta la firma an cachot.
I grandi collages frammentati e firmati apocrifi sono dei cartoni per tapisseries, unicamente. Sono 3 o 4, non più. André Schoeller è un esperto competente e onesto, è lui che certifica adesso le opere di André Lanskoy, noi ci consultiamo se ha dei dubbi, penso di essere la persona che conosce meglio l’opera del Maestro.
Un suo intimo collaboratore, come me, è stato Maurice Chessagne, che è morto. La famiglia di André Lanskoy non ha alcuna competenza.
Il presidente del Comitato ha ricevuto dallo stesso Lanskoy l’autorizzazione a riunire i documenti in vista d’un catalogo ragionato: noi continuiamo per quanto ci è possibile. Pascaline Dron ha scritto e pubblicato una monografia, spero che avrà il tempo e la forza d’intraprendere questo lavoro enorme. E’ giovane.
Nessuno degli 80 collages del “Journal d’un fou” , riprodotti in litografie, è stato firmato dall’Artista. Neanche uno !Tutte le malversazioni hanno avuto inizio dopo la morte del Maestro. In molti affari vi sono dei falsi.
I cartoni per tapisseries sono stati frammentati in Italia, io non so perché. E’ stato il fratello di Paolo Signorini che mi ha in formata per primo di questo vandalismo, e mi sono recata con lui e Maurice Chassagne a Milano nel 1977 per ritirare 19 falsi presso la Galleria Falchi. Non sapevo che Contestabile e Paolo Signorini avevano altri rapporti, oltre quelli di amicizia. Non mi occupavo dei problemi finanziari in quel tempo, so soltanto che dopo la morte del Maestro, delle persone in Francia hanno approfittato della sua scomparsa per diventare disonesti.
Sono stata terribilmente dispiaciuta e sorpresa della fine di Gian Carlo. Avvisatemi per lettera del vostro arrivo a Parigi. Da otto settimane sono al capezzale di mia madre gravemente malata. Datemi le vostre coordinate a Parigi e vi chiamerò.
Con i miei migliori sentimenti.
Catherine Zoubtcenko
Bologna 6 ottobre 1994
Gentile Signora, la sua disponibilità a rispondere alle mie domande, scivendo lettere in attesa del nostro incontro a Parigi, la apprezzo molto. Non si stupisca più di tanto, però, per ciò che considera “eclettismo”, il mio. Sono polimorfo come scrittore, più che eclettico come individuo creativo. Assumo più ruoli, tutti pertinenti alla mia attività di letterato giornalista e operatore culturale intellettuale tout-court.
Scritto ciò, le pongo ora altre domande alle quali non è obbligata a rispondere, ma per le quali gradirò ricevere le risposte:
1) Il Lanskoy ha trascorso in Italia periodi di tempo da solo, privo della sua compagnia? Si è recato a Roma per le stampe litografiche e in altri luoghi per altre ragioni, senza che lei le sia stata accanto?
2) Il Lanskoy ha avuto l’abitudine di riferire a lei ogni “affare” concluso, precisandole ogni volta la quantità di denaro pattuito e ricevuto, da chi e perchè?
3) Tutto il denaro che il Lanskoy ha speso durante gli ultimi anni della sua vita, trascorsi prevalentemente in Italia, chi glielo ha dato e perchè?
4) Del soggiorno in Italia di André Lanskoy e dei suoi rapporti d’affari con Gian Carlo Contestabile e il suo entourage (i finanziatori e soci palesi oppure occulti), lei ricorda soltanto ciò che ha visto e sentito nei momenti in cui è stata accanto al Maestro?
Le malversazioni dell’entourage di Gian Carlo Contestabile hanno avuto inizio prima della morte del Maestro e per la loro facile previsione. Il Contestabile si è suicidato anche per le malversazioni che lo hanno avuto complice ricattabile, vittima sacrificale predestinata e bottino finale da spartire senza tanti scrupoli.
Dei rapporti tra Paolo Signorini e Gian Carlo Contestabile lei conosce soltanto la facciata dell’edificio. Del ruolo avuto da Carlo Signorini nella vendita e frammentazione dei cartoni per tappezzeria ignora i particolari, oppure è interessata a tacerli perchè è stata lei ad affidare per la vendita tali cartoni ai Signorini finanziato dal Dott. Manetti (il collezionista cardiologo ravennate).
Lei deve ripensare e riesaminare il ruolo avuto dai fratelli Signorini nell’affaire Lanskoy: prima, durante e dopo la costosissima impresa editoriale del “Journal d’un fou” che condusse all’indebitamento, contestabile. Paolo Signorini ha avuto col Contestabile rapporti d’affari riservati, ha assunto e assolto impegni finanziari, Un giorno, però, per motivi che sarà opportuno fargli rivelare è stato privato all’improvviso della possibilità di accesso al negozio/galleria bolognese della via Farini (contiguo alla Galleria Forni), pur avendo le chiavi per la serratura che gli è risultata sostiuita.
Carlo Signorini ha venduto i cartoni per tappezzeria al Dott. Romano Manetti, lo stesso al quale lei li aveva rifiutati. Ha condiviso, probabilmente, forse soltanto approvato, la loro frammentazione e commercializzazione con firma apocrifa, realizzando così una più lucrosa speculazione economica. Carlo Signorini continua ad avere, col Manetti, rapporti ravvicinati e di dipendenza economica, per alcuni debiti contratti e non ancora saldati del tutto: tanto che continua, di tanto in tanto, a eseguire per il Manetti mosaici d’aprés Afro, senza presentargli il conto relativo.
Lei non ricorda con nomi e cognomi le persone che ha conosciuto (e frequentato) in Italia, non ricorda chi ha avuto ruoli di rilievo o di comparsa nell’entourage di Gian Carlo Contestabile e nella sua stamperia, e ignora tante verità che io posso raccontare e documentare anche con foto. Alcune malversazioni, perciò, potrebbero non risultare tali o risultare “operazioni” effettuate col consenso del Maestro “malato e sofferente”, per gratitudine e riconoscenza.Le opere che ritiene false potrebbero risultare vendute dal Maestro, realizzate con o senza “aiuti” italiani per consentire la loro commercializzazione al Contestabile in difficoltà finanziarie per il “Journal d’un fou”.
Gli “experts judiciaires” della categoria Schoeller/Drouot non sanno alcunchè della costosissima impresa editoriale del Contestabile & C. : come sia stata concepita e compiuta e da chi, come sia stata finanziata durante il costosissimo soggiorno in Italia di André Lanskoy (compreso il suo costo). Non si devono esaminare le opere italiane (terminali) del Maestro (litografie, collages, altro) ponendo attenzione alla tecnica esecutiva e ai materiali utilizzati: comparandole alle opere realizzate in territorio francese. André Lanskoy ha utilizzato i materiali che di volta in volta ha avuto ha disposizione o che gli sono stati proposti ad hoc come i più opportuni: per realizzare le sue opere grafiche si è servito delle tecniche in uso nei laboratori o negli ateliers dove ha operato.
Siccome ho l’intenzione di approfondire l’argomento nel mio libro/dossier, lei può rendersi utile meditando sulla sua esperienza di accompagnatrice del Maestro in Italia, ricordando circostanze particolari che l’aiuteranno ad assegnare i ruoli più giusti ai Signorini, al Dott. Dante Manetti (cardiologo collezionista), al Fenati (gallerista), a Ivan Zanotti (courtier), a Franco Bertaccini (ravennate della Galleria Il Patio).
Sospenda ogni giudizio sulla falsità delle opere italiane da me inventariate e pubblicate come opere di André Lanskoy, fino a che non avrà avuto modo di valutare alcune testiomonianze e certi documenti.
Sono d’accordo sulla non competenza artistica della famiglia del Maestro (moglie e figliastra), ma continuo a diffidare della perspicacia esegetica degli experti giudiziari al servizio (mercenario) del mercato e delle case d’asta: experti in esami comparativi con archetipi o stereotipi formali e materici, autenticatori di opere uguali indentiche e d’aprés differenti omologabili. Andrè Lanskoy merita un Catalogo Ragionato delle sue opere, ma la sua realizzazione è problematica e costosa.
Pascalin Dron ha scritto ciò che ha scritto per il gallerista/mercante Pittiglio più che per il pittore Lanskoy già morto. Poi Pittiglio ha preso le distanze dall’Artista russo, concluso l’affare che intendeva concludere (le commercializzazione delle opere così “expertizzate”) e ha ceduto la galleria parigina di rue Miromesnil 15. Chi è disposto a finanziare la pubblicazione di un Catalogo Ragionato Lanskoy accreditato da Andrè Schoeller?
Andrè Lanskoy è morto nel 1976 e il Comitato parigino insediato in rue Drouot 15 che expertizza le sue opere non lo ha ancora onorato, celebrato e valorizzato con alcuna iniziativa di rilievo, sia espositiva sia editoriale: forse perché tale Comitato è composto da persone prive di sponsor e sepere specifico inconfutabile.
Per quanto mi riguarda, continuerò a pubblicizzare le opere italiane “terminali” del Lanskoy. Particolarmente quelle che mi risulteranno supportate da testimonianze e documenti attendibili. Continuando a scrivere dell’affaire Lanskoy-Contestabile-Signorini & C. Il Comitato francese contesterà, eventualmente, ciò che scriverò e pubblicherò, nell’interesse del Maestro e di chi è interessato a onorarlo e celebrarlo.
Grato per le risposte alle mie domande precedenti e sperando di ricevere un’altra lettera con le risposte alle mie nuove domande, la saluto cordialmente.
Enzo Rossi-Ròiss
Paris le 22 Octobre 1994
Signore, non ho potuto ancora farmi tradurre la vostra lettera, causa la malattia e il decesso di mia madre in questi ultimi giorni. Volevo tanto aggiungere un post scriptum a una lettera precedente: in effetti lo stesso progetto del mosaico per la Facoltà di Rennes (38 x 3,56 mt) è stato ugualmente frammentato. Spero di rispondere il più presto possibile, bien à vous.
Catherine Zoubtcencko
Paris le 12 Novembre 1994
Signore, sono molto arrabbiata per la vostra lettera del 22 ottobre 1994. Voi disonorate la memoria del Maestro. Non avete capito niente nè dell’Uomo nè dell’Opera di un grande pittore. Accusate gravemente i miei amici Paolo e Carlo Signorini, quelli che hanno sempre rispettato l’opera di André Lanskoy. Inoltre siete male informato su di me personalmente, per quanto riguarda il periodo drammatico in Italia e dopo. Vi consiglio vivamente di non pubblicare le riproduzioni dei dossier che mi avete indirizzato, rischiate d’essere deriso dai veri amatori e collezionisti.
Vi prego ugualmente di scrivere d’ora in avanti in lingua francese, devo essere sicura di comprendere il senso di ciò che mi scrivete. Trasmetto il vostro dossier al Comitato Andrè Lanskoy, attento al pittore e non al giurista, le vostre preoccupazioni non sono di ordine artistico, penso che la corrispondenza cortese tra noi deve essere terminata.
Per concludere devo farvi notare che nessuno ha mai regalato denaro a André Lanskoy. Durante la sua vita lo ha vinto con il suo difficile lavoro di pittore, per se stesso e i suoi prossimi. Può essere che il senso delle vostre frasi sia stato mal tradotto?! Lo spero.
Catherine Zloubtcenko
ANNOTAZIONE
Il mio rapporto epistolare con la Zoubtcenko (nata nel 1937) si è così concluso. Non mi risulta notiziata (linkata) in Google nè come pittrice, nè come artefice d’iniziative pro-Lanskoy, sia editoriali sia espositive, con o senza il supporto del “Comitato” e dell’esperto Andrè Schoeller. Vent’anni dopo lo scambio epistolare, potrebbe continuare a risultare ancora abitante a Parigi in rue Marivaux 7 (tel. (1) 42.96.91.87. Il progetto di una Fondazione André Lanskoy (disapprovato dalla vedova dell’Artista) non mi risulta sia stato realizzato: idem la pubblicazione (soltanto “annunciata”) di un Catalogo Ragionato delle sue opere. Ignoro il detentore del copyright, beneficiario del cosiddetto “diritto di seguito” generato dalla vendita all’asta di opere lanskoyane.
Mi risulta “citata” in un saggio critico di Charlotte Waligòra (webizzato), “…édité par le MAM de Villeneuve d’Ascq à l’occasion de l’exposition André Lanskoy (2011), intitolato: “André Lanskoy: De Saint-Pétersbourg à «Byzance» – Pour un autre spirituel dans l’art “.
Così annotata:
[10] Peintre née en 1937 en Russie, Catherine Zoubtchenko arrive en France après la Seconde Guerre et suivra les cours d’André Lanskoy qu’elle rencontre en 1958. Elle deviendra son «second» et accompagnera celui qu’elle a souvent nommé le «maître» jusqu’à son décès.
[40] Catherine Bernard-Guinle, «Esquisse», in «André Lanskoy 1902 -1976 œuvres sur papier des fonds Maurice Chassagne et Catherine Zoubtchenko» Catherine Bernard – Michel Guinle, 2004, p. 52.
[44] Catherine Zoubtchenko, «André Lanskoy», in André Lanskoy 1902-1976, Palace Editions, Moscou, 2006, p. 11. (Texte rédigé en septembre 1989).
[77] Par chance, il a connu Ravenne, ville Byzantine, et là, parmi les somptueuses mosaïques de Galla Placida, et les siennes propres, il se sentait dans son élément.