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E’ MORTO L’AVV. VALERIO CAPPELLO – UN UOMO CHE E’ STATO MIO AMICO ININTERROTTAMENTE DAL 1964:… UN’ANNATA ECCEZIONALE !
E’ MORTO UN UOMO CHE E’ STATO MIO AMICO
ININTERROTTAMENTE DAL 1964:… UN’ANNATA ECCEZIONALE !
VALERIO CAPPELLO (nato in Libia nel 1928), il noto avvocato divorzista, cittadino bolognese in rapporto intenso e ravvivinato anche con le lettere e le arti, da ieri non è più tra i vivi. A futura memoria della nostra amicizia eccezionale, lo ricordo riproponendo in lettura ciò che scrissi per notiziare uno dei suoi libri.
DI UN LIBRO INTITOLATO “NOMI E COGNOMI… TANTO DI CAPPELLO !”
(scritto da Valerio Cappello e vignettato da Zap & Ida)
Tra nomi e cognomi con tanto di Valerio Cappello, scrittore ameno e docente esperto di diritto di famiglia, per apprendere che il nome deve essere unico, poiché il nome plurimo non ha diritto di esistenza legale, dilettandoci con cognomi e nomi stravaganti che possono essere cambiati o nomi di santi inesistenti: come tra monti e valli con tanto di guida sperimentata per distinguere varietà botaniche, riconoscendo le specie faunistiche. In questo libro, edito a Bologna da Arnaldo Forni, risulta scritto dei nomi e dei cognomi come micro-sistemi di segni con i quali “diciamo che…” e “diciamo a… ”: dicendo, per esempio, della fede religiosa, oppure di quella politica di chi li ha attribuiti ai propri figli apena nati; oppure della decisione genitoriale di autogratificarsi manifestando a futura memoria interessi personali per la letteratura, la mitologia, l’arte, la musica, lo spettacolo, lo sport, i protagonisti della storia sacra e profana e quant’altro ragionevole o irragionevole. Nomi e cognomi che, ciò che dicono, lo dicono con tanti altri significati, sia impliciti che espliciti, compresi i significati “doppi” che generano commenti e domande, nel momento in cui sono letti o ascoltati da chiunque per la prima volta.E’ stato scritto da un avvocato illustre con l’intenzione di divulgare, divertendosi, sapienza specifica divertente… vignettata da Zap & Id
2015 ANNO VENTENNALE DELL’ARTE LETTONE IN ARTEFIERA 1995
2015 ANNO VENTENNALE DELL’ARTE LETTONE IN ARTEFIERA 1995
QUINTO ANNIVERSARIO DEL MATRIMONIO CON DANTE STEFANI
PER LOLITA TIMOFEEVA PITTRICE LETTONE ITALIANA RUSSOFONA
EUREKAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAA !
Per la pittrice lettone italiana russofona Lolita Timofeeva il 2015 e l’anno ventennale del suo esordio espositivo nella Artefiera 1995, a Bologna: co-protagonista di una mostra collaterale collettiva intitolata L’Arte Lettone Contemporanea (10 artisti diversi, tre opere di ognuno), curatore ombra e promotore/esegeta evidente Enzo Rossi-Ròiss, bio-bibliografato come tale a futura memoria anche dai media cartacei in lingua lettone.(http://www.italo-baltica.it/wordpress/archivio)
Il 2015, però, per la stessa pittrice (nata a Riga nel 1964) e anche l’anno del 5° Anniversario del suo matrimonio anagrafico con Dante Stefani (nato a Bologna nel 1927), ex senatore comunista del parlamento Italiano, Presidente della Artefiera fino al 1999, divenuto nel frattempo ex tant’altro, adeguatamente vitaliziato da rendite pensionistiche reversibili.
L’esposizione nella Artefiera 1995 fu presenziata e badata dagli artisti espositori ospitati in delegazione con altri connazionali al seguito dell’architetto Janis Dripe, Ministro della Cultura in carica, chaperon/interprete/testimone postumo lo slavista attaché della neo Ambasciata d’Italia a Riga, divenuto ex diplomatico residente a Philadelphia negli USA, e scrittore di e-book per “I Antichi Editori Venezia” (www.iantichieditorivenezia.com)
Il matrimonio della Timofeeva con Dante Stefani è stato anagrafato il 27 maggio 2010 a Ozzano dell’Emilia, presenziato soltanto dai testimoni, per ottemperare a ineludibili esigenze di rispetto della privacy, e per essere registrato successivamente a Bologna, costituendo una nuova famiglia Stefani – Timofeeva nella residenza maritale in via Alceste De Ambris 4 (pour cause). Con la pittrice domiciliata singolarmente a Bologna in via Don Minzoni 5 (docet Pagine Bianche), co-domiciliata con la s.r.l. Italo. Sapendo che alcuni ben informati logotipati Artefiera avrebbero semantizzato la propria perplessità relativa a tale unione, non considerandola pulsionata da autentica corresponsione di amorosi sensi irreprimibili: dati gli anni di nascita dei protagonisti.
Nato nel 1927 LUI vedovo genitore di una figlia adulta. Ex parlamentare del PCI in disaccordo con chi sostiene la necessità di legiferare la non reversibilità di trattamenti pensionistici pro giovani mogli strumentali, nate decine di anni dopo i mariti: come Lolita Timofeeva nata 37 anni dopo il suo terzo “sposo” anagrafico, ex senatore comunista russofilo vitalizziato con 3073 mensili.
Nata nel 1964 LEI senza figli e pluridivorziata prima come cittadina sovietica (cognomata Jaskina) da uno Juri Timofeev moscovita, e poi come cittadina italiana da un Emanuele Noviello lucano. Dando per scontata l’opinione più condivisa che tale matrimonio sia stato perseguito dalla lettone italiana russofona come risultato finale di interazioni volpine strategiche concepite ed eseguite ad hoc (mirandole come instrumentum regni !), sostenuta a far ciò da una sperimentata consigliera omoglotta gattesca in sintonia: prospettandosi la lucrosità di una vedovanza in età menopausata sovrappeso ancora attraente per suscitare desideri, redditata dal vitalizio parlamentare dell’ex senatore comunista (vita-natural-durante definitivamente smatrimoniata), con ogni altro nesso e connesso indotto acquisibile.
Per sapere di più della Timofeeva, basti ai più curiosi tutto ciò che risulta linkato e foto-documentato in Google: bio-bibliografata come pittrice (da zero alla Biennale di Venezia), a futura memoria incontestabile in un libro intitolato “Mondo lettone made in Italy”. Con tant’altro nel web, come esemplificano i link qui di seguito:
* http://lampisterie.ilcannocchiale.it/2014/12/27/della_pittrie_lettone_italiana.html
* http://www.italo-baltica.it/blog/il-%E2%80%9Ccorpus-hermeticum%E2%80%9D-di-lolita-timofeeva-esposto-in-una-galleria-gregaria-a-riga.html
Per quanto riguarda, invece, l’ex senatore Dante Stefani, poco linkato e foto-documentato in Google, risulterà opportuno leggere la scheda qui di seguito.
Dante Stefani è nato a Bologna il 19 settembre 1927. Disegnatore tecnico (tre anni scolastici di avviamento professionale), è stato “…riconosciuto partigiano non combattente col grado di sottotenente” (minorenne smedagliato) dall’1.5.1944 alla Liberazione” (“Dizionario Biografico” di Arbizzani e Onofri, vol. V°, pag. 347).
L’attività patriottica contro i nazifascisti l’ha intrapresa diffondendo stampa clandestina e partecipando alla distribuzione di chiodi scassagomme prodotti dalla fabbrica nella quale ha lavorato a Sabbiuno/Bologna, anziché partecipando ad azioni armate. Nel settembre 1944 (diciassettenne) ha contribuito alla formazione della compagnia SAP della 4a brigata Venturoli Garibaldi, della quale divenne commissario politico, distinguendosi come organizzatore, in relazione con le organizzazioni clandestine di Castel Maggiore/Bologna.
La carriera politica se l’è propiziata, quindi, compiendo tali “gesta” patriottiche nel territorio natio: segnalandosi, a ogni “major” del Partito Comunista Italiano, come “compagno” ortodosso e affidabile, rispettoso della nomenclatura al potere, e meritando la effettuazione di più soggiorni di studio nella Unione Sovietica, tanto da apprendere e parlare la lingua russa.
Ha assunto questi incarichi “politici”: consigliere e assessore comunale comunista a Bologna durante gli anni del sindaco Dozza (1951-1956) / (1964-1970), consigliere e assessore regionale comunista durante gli Anni 70 del presidente Fanti, senatore comunista della Repubblica nell’VIII e IX legislatura (1979-1987), presidente comunista della Fiera di Bologna dal 1988 al 1999 (destinato ad avere Luca Montezemolo nel ruolo di successòre), presidente ex comunista dell’Associazione nazionale delle Fiere italiane (AEFI) e vice presidente dell’Unione internazionale delle Fiere (UFI), presidente post-comunista della Fondazione del MIC (Museo Internazionale delle Ceramiche) a Faenza (dulcis in fundo) fino al settembre 2005.
DELL’AMPLESSO CONIUGALE DOVEROSO
http://lampisterie.ilcannocchiale.it/post/2736719.html
Una lettrice del mio “Vulvaepistolarium” mi ha chiesto di scrivere dell’amplesso coniugale di coppie giovani, doverosamente wikendificato ed eseguito, con le dovute accortezze antifertilizzanti, per non handicappare iter professionali precariamente intrapresi o non ancora ben tracciati.
Soddisfo i cosiddetta “desiderata” di questa mia lettrice che suppongo sia giovane e in rapporto coniugale con un uomo che comincia a farsi considerare inadeguato, scrivendo ciò che segue:
Il rapporto sessuale coniugale col passare del tempo diviene illusione dei sensi coniugati , allorchè diviene routine copulatoria, poichè il piacere di ogni amplesso doveroso non ha alcunchè da spartire con la goduria panica del desiderio osceno e oscenizzante sconiugato e ogni volta nuovamente appagato
A UNA BELLEZZA FUGGITIVA PASSANTE
Poichè ciò che sono non lo so e ciò che so non lo sono più (come Angelus Silesius – 1624/1677 – autore de “Il Pellegrino Cherubico“), alla portatrice di un mio innamoramento ineffabile, dedico trascrivendoli questi versi di Charles Baudelaire ( da I Fiori del male – XCIII).
Un lampo… poi il buio! – Bellezza fuggitiva
Che con un solo sguardo m’hai chiamato da morte.
Non ti vedrò più dunque che al di là della vita,
che altrove, là, lontano – e tardi, e forse mai?
Tu ignori dove vado, io dove sei sparita;
So che t’avrei amata, e so che tu lo sai!
(traduzione di Giovanni Raboni)
ELISABETH THATCHER: CHI E’ COSTEI? DELLA DIFFAMAZIONE IN FACEBOOK ET ALTRO ATTINENTE
ELISABETH THATCHER: CHI E’ COSTEI?
DELLA DIFFAMAZIONE IN FACEBOOK ET ALTRO ATTINENTE
Non è parente della notissima Margaret. E’ una comunissima cittadina inglese nata il 1° gennaio 1974, single nota a se stessa, con attività lavorativa e relazioni amicali eterogenee a Bologna. Ha imparato a fare e a dire ciò che fa e ciò che dice presso il Central Saint Martins College of Art and Design di Londra, presupponendosi dotata per intraprendere attività artistiche che non risulta abbia poi intrapreso con successo economico e massemediatizzato: escludendo le poche foto di paesaggi e nature morte, albumizzate in Facebook, che riproducono verismo decorativo per turisti.
Alla fine del 2009 ha cominciato a proporre la sua amicizia in Facebook accreditandosi nel Profilo con info reticenti e “sblasonanti”, in cerca di amici, sia tra le donne sia tra gli uomini, specificando che le piacciono entrambi. Risulta attiva anche come blogger.
Trattasi, quindi, di una cognomata Thatcher con la quale ho in comune meno della radice quadrata di meno uno, mai incontrata in alcun luogo, relazionata al mio (divenuto ex) web master, alla pittrice lettone italiana russofona Lolita Timofeeva, e a un sedicente giornalista bolognese italo-americano mitomane e millantatore invecchiato anzitempo, simil-agente-segreto autarchico alla deriva, nomade per quanto riguarda il domicilio personale, scrittore ombra dei testi che mi diffamano firmati Thatcher.
Ho denunciato la “signorina” inglese per diffamazione a mezzo internet, considerandola portavoce denigrante in buona fede e controfigura ingenua di altre persone a me avverse perchè da me notiziate sgradevolmente, in dimestichezza con la pusillanimità della anonimia e della denigrazione delegata.
Tale Thatcher ha rastrellato amicizie tra le mie amicizie in Facebook, inviando a tutte questa mail: “Ciao……., Elisabeth Thatcher vuole stringere amicizia con te su Facebook. Elisabeth Thatcher – Grazie, Il team di Facebook”.
Da 83 amici è stata accettata acriticamente e automaticamente come “amicizia in più” (dal singolo e dal collettivo). Da molti è stata ignorata. Da altri è stata rimossa successivamente alla mia segnalazione (Cave Thatcher!!!) che trattasi di persona diffamatrice e, perciò, intollerabile come “amicizia in comune”, soggetta a rimozione da parte mia.
Poichè le amicizie in comune si sono ridotte a 34, auspico una ulteriore riduzione tra chi mi è amico, per evitarmi l’esecuzione di altre rimozioni.
ELISABETH THATCHER: CHI E’ COSTEI? (SEQUEL)
La Thatcher è la titolare di un blog, strumentalizzato pro causa sua e senza rischiare alcunchè di personale, da Lolita Timofeeva pittrice lettone italiana russofona in difficoltà per quanto riguarda l’esposizione e la promozione dei suoi dipinti.
La Thacher mi ha calunniato e diffamato sovieticamente come persona (anche come personaggio!) ignorando che la Timofeeva mi deve molto di ciò che ha e il meglio di ciò che la curricula e bibliografa (Biennale di Venezia 1997 compresa): inclusi i libri di maggior pregio, le opere d’arte d’altri autori et altro del decoro oggettistico nella sua casa e nel suo atelier.
La Thatcher è stata usata come editore/redattore di un blog da un sedicente giornalista ombra per la pubblicazione nel web di un testo mediocre e diffamante.
La Thatcher si è così meritata la mia denuncia per diffamazione, colpevole di essersi ruolata NUNCIUS, portatore di dichiarazioni altrui non controllate o verificate, press-agent divulgatrice autarchica e dilettante di opinioni e informazioni scritte o espresse da altri, supporter di una pittrice lettone italiana russofona in età antaizzata con sempre meno occasioni espositive a disposizione.
Ha nomato “Kengaragas” il suo Blog per dare notorietà virtuale a un anonimo quartiere residenziale proletario della zona sud di Riga in Lettonia, abitato in prevalenza da cittadini di lingua russa (http://wikimapia.org/991515/lt/Kengaragas): un quartiere malfamato e marginalizzante, noto alla Timofeeva, sprovvisto di arredo urbano artistico, con nessuna opportunità d’incontri portatori di promozione sociale in loco periferico, distante dalla città vecchia 30 minuti di viaggio in tram.
Libri già stampati
Poemi doping (1964,1974,1975), con testimonianze di Ercole Bellucci, Gualtiero De Santi, Joice Lussu, Jacques Gubler, Federico Splendiani e una epistola sui poeti di Gianni Celati | |
Poemi Doping (Canzoniere 1964-2007) |
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Carlo Leoni (1968) | |
Dal Paese dei Don (1969) | |
Romanzescherie (1969), con saggi introduttivi di Roberto Roversi e Pietro Bonfiglioli | |
Guida pratica per chi va in galera (1969,1971), con una presentazione di Luca Goldoni | |
Moglie Coscienza (1974), con testimonianze di Ruggero Jacobbi, Aldo Capitini e L.P.Spinosa | |
Il delitto Murri (1974) | |
L’innocenza di Tullio Murri (1975) | |
Il bianco, la merda, Manzoni (1979) | |
Ròiss Graffiti (1982), con testimonianze di Roberto Roversi e Peter Van Der Glossen | |
Cartapesta & Cartapestai (1983) | |
Partigiani in azione (1983), con una presentazione di Max Salvadori | |
Gli Ubunidi (1989), con testimonianze di Peter Van Der Glossen, Sarenco, Valerio Dehò e Matteo D’Ambrosio | |
Dossier Pozzati (1990) | |
Dossier Piero Manzoni (1991), con una prefazione di Peter Van Der Glossen | |
Vis d’arte (1992), con una presentazione di Vincenzo Accame | |
La Madonna col pane in mano, con una presentazione di Franco Piro (1993) | |
Solitario nel rifiuto (1993), con testimonianze di Roberto Roversi, Elio Filippo Accrocca, Eugenio Miccini | |
L’arte lettone contemporanea (1996) | |
Pendant la fete tu sera la belle (1996) | |
Francis Bacon, disegnatore in Italia (1998) | |
MagniFicaMente (2000) | |
Carmina Vulvae (2001) | |
La parola dell’arte, con l’arte della parola (2004), con 45 riproduzioni a colori d’opere d’arte di Sergio Pozzi | |
Cartapesteide (2006) | |
Vulvaepistolarium (2007) | |
Conny cara non è un carnevale (2007) | |
Mondo lettone made in Italy (2007) | |
Italia picta in Latvia di Ilze Jaunberga (Iles Célèbes Geneve, 2007) | |
Biografia
Enzo Rossi-Ròiss è nato nel 1937. Proviene dal giornalismo culturale che lo ha annoverato attivo a cominciare dal 1959, anno in cui ha sostenuto l’ultimo esame del Corso di Giornalismo presso l’Università di Urbino. Ha fondato e diretto le Edizioni Svolta e i periodici “Nucleo Arte”, “Svolta”, “Merdre” e “Art ut Art”. Poligrafo di razza a pamphlettaire d’istinto, ha già scritto e pubblicato numerosi libri. Risulta “bibbliotecato” anche come autore di versi e di testi teatrali. Nel 1957 (diciannovenne) ha partecipato al Premio Riccione, meritando l’encomio per una commedia in due atti intitolata “L’albero”. Nel 1962, accreditato da Ruggero Jacobbi, direttore della Scuola del Piccolo Teatro, ha cominciato a pubblicare a Milano alcuni atti unici (fino al 1964) che avrebbero successivamente costituito il libro fuori commercio intitolato “Moglie coscienza”, edito nel 1974. Nel 200 e nel 2001 hanno fatto notizia due suoi libri “pour les amateurs”, presentati e promossi in Artefiera, intitolati “MagniFicaMente” e “Carmina Vulvae”. In un libro intitolato “Vis d’arte”, ha ordinato in antologia un campionario dei suoi esercizi di scrittura applicata, compiuti scrivendo dell’arte, degli artisti e dell’artisticità, in versi e in prosa, durante gli anni in cui ha organizzato e promosso mostre d’arte contemporanea. Altri titoli accattivanti (per chi s’interessa d’arte e di artisti) sono: “Cartapesta & Cartapestai” (la storia, i protagonisti italiani), “Dossier Piero Manzoni” (tutto il necessario per sapere della merda d’artista e del suo autore), “Dossier Pozzati” (tutte le verità scomode su Severo, Mario e Concetto). In giornali e riviste ha pubblicato quanto basta per erudirsi su: Giovan Battista Braccelli ( secoli XVI-XVII), Oscar Dominguez (1902-1957), Francis Bacon (1909-1992) disegnatore in Italia, Ernesto Treccani (una singolare scheda disagiografica), Vetri d’artista, L’arte lettone contemporanea, Le fiere dell’arte, Il mercato dell’arte, Artiste & Artiste, L’Eros degli Artisti. E’ stato Commissario della Repubblica di Lettonia alla XLVII Biennale d’Arte Internazionale di Venezia nel 1997. Ha curato l’esposizione “Priapeide” per il Carnevale di Venezia 2006, organizzata dalla Campagnia De Calza “I Antichi”. Replicandosi nella città dei Dogi con “Vulveide in laguna” in concomitanza col Carnevale 2007., e con “D’aprés senifora gidugliata” in concomitanza col suo 70° compleanno nel settembre 2007, accreditato da Luca Colo de Fero Colferai che della Compagnia De Calza è il Procurator Grando. Ha fondato l’Associazione Culturale Italo-Baltica, della quale è Segretario Generale. Ha concepito e realizzato opere assimilabili alla operatività dei poeti visivi, che ha esposto in gallerie d’arte private e spazi aulici pubblici, con lusingheri riscontri critici e tempestive recensioni giornalistiche.
COMUNICAZIONE RISERVATA AI MIEI LETTORI BIBLIOFILI
Molti dei miei libri risultano commercializzati dalle librerie del sito web www.maremagnum.comm, oppure tramite Amazon.
Sono reperibili nelle biblioteche pubbliche, exemplate qui di seguito:
- POLO BIBLIOTECARIO UNIVERSITA’ DI BOLOGNA: http://sol.unibo.it/SebinaOpac/Opac (20 titoli).
- POLO VENETO http://polovea.sebina.it/SebinaaOpac/Opac, risultano presenti 13 pubblicazioni, reperibili nelle seguenti location:
- LA BIBLIOTECA DELLA BIENNALE DI VENEZIA (Manù – L’arte lettone contemporanea –Dossier Piero Manzoni – la rivista NUCLEO D numeri 1.2.3.4 /1962/63)
- FONDAZIONE QUERINI STAMPALIA a Venezia (Operazione Giovanna – Conny cara non è un carnevale – Dossier Pozzati – Mondo lettone made in Italy – Partigiani in azione – Poemi doping – Sepo: l’affichiste tout-court)
- FONDAZIONE GIORGIO CINI a Venezia (Il delitto Murri – L’innocenza di Tullio Murri)
- CENTRO STUDI TEATRALI DI CASA GOLDONI a Venezia (Moglie coscienza)
- ISTITUTO VENEZIANO STORIA DELLA RESISTENZA (Partigiani in azione)
- BIBLIOTECA NAZIONALE CENTRALE DI FIRENZE ( risultano presenti 22 pubblicazioni)
http://opac.bncf.firenze.sbn.it/opac/controller.jsp?action=search_basesearch&query_fieldname_1=keywords&Submit=Cerca&query_querystring_1=enzo+rossi+roiss
- UNIVERSITA’ DEL SALENTO – SIBA
http://sibamillennium.unile.it/search*ita~/a?searchscope=1&searchtype=a&searcharg=rossi+roiss&SORT=D&SUBMIT=cerca
Nelle biblioteche pubbliche insediate in alcuni comuni della provincia leccese, sono reperibili soltanto alcune delle mie numerose pubblicazioni, come è possibile verificare cliccando:http://www.bibliando.it/SebinaOpac/bibliando.do
I miei primi ebook sono disponibili come nel sito: www.iantichieditori.ii
Testimonianze biobiblioiconografiche
2007 LXX PRIMI E GIDUGLIATI PER ENZO ROSSI-ROISS
di Luca Colo de Fero Colferai (Il Ridotto, settembre 2007 Venezia) Arriva in splendida forma a settant’anni l’artista patafisico erotico, poliedrico e infaticabile, Enzo Rossi-Ròiss. I Antichi lo festeggiano aprendo in anteprima il loro circolo alla sua nuova mostra plastica “D’aprés Senifora Gidugliata” (dal 7 al 21 settembre) organizzando una cena in campo per il giorno del suo compleanno, venerdì 14 *** Dopo ”Vulveide in laguna”, con i suoi maxidadi iconovulvati rossi e neri durante il Carnevale 2007, e la mostra internazionale “Priapeide”, inevitabilmente erotica, Enzo Rossi-Ròiss affonda nel suo polittico immaginario con un’operazione plastica e dichiaratamente patafisica. intitolala “D’aprés senifora gidugliata”. Busti di donna (e che donna e che busto!) multicolori e gidugliati, ovvero marchiati nel bonilogo (luogo eccelso e primario) con una spirale ovviamente verde in onore di Padre Ubu e del suo creatore Alfred Jarry., esposti in Campo San Maurizio. *** “D’aprés senifora gidugliata” è il titolo di una installazione artistica che lo scrittore e poeta Enzo Rossi-Ròiss ha realizzato per la Compagnia De Calza “I Antichi”. E’ sottotitolata “United colored breasts of Ròiss”, perché è costituita da un insieme multicolore di calchi che raffigurano seni muliebri in grandezza naturale “ideale”.La “giduglia” (gidouille!”) che contrassegna ogni calco è il logo (simbolo) della Patafisica: scienza delle soluzioni immaginarie che tutto ingloba e contiene all’infinito.Nel 1987, anno cinquantenario della propria nascita, il Rossi-Ròiss fondò e diresse ”Merdre” (antologia periodica semestrale del sapere patafisico, n.5 volumi per 892 pagine complessive).Con l’installazione “D’aprés senifora gidugliata” intende celebrare il suo 70° compleanno – venerdi 14 settembre 2007, dalle ore 17 in poi – nella sede rinnovata della Compagnia De Calza “I Antichi” a Venezia (Campo San Maurizio 2674 – San Marco 30124).Presentatore Luca Colo de Fero Colferai, autore del testo che segue pubblicato nella brochure-invito. *** Emulando e parafrasando Ramon Gomez De La Serna, scrivo che Enzo Rossi-Ròiss è un delicato iconizzatore di seni muliebri non siliconati, comprensivo e riconoscente per le piacevolezze che le sue mani senza età si concedono ogni volta che li accarezzano.
2006 – ROISSEIDE di Piergiuseppe De Matteis (in Cartapesteide) Enzo Rossi-Ròiss è nato primogenito a Novoli distante 10 km da Lecce il 14 settembre 1937 in via San Giuseppe. Fu battezzato con i nomi Vincenzo e Antonio. Il primo nome per desiderio del padre Giuseppe (1908-1983), nato terzogenito a Barletta nel 1908 da Vincenzo Rossi funzionario dell’azienda ferroviaria dell’epoca, morto quarantaseienne a Barletta il 21 febbraio 1915, dopo essere nato a Caserta parente dei Rossi famigliari del giornalista Ernesto Rossi. Il secondo nome per la devozione a Sant’Antonio da Padova della madre Rosaria Pescenata a Monteroni di Lecce (1912-2001). E’ nato, perciò, da genitori entrambi immigrati a Novoli/Lecce, senza parentela residente nello stesso luogo. Il farmacista del paese, Pietro Centonze, è stato il suo padrino e promoter: nel giorno del battesimo regalò ai genitori del futuro scrittore un anello con piccola pietra preziosa incastonata, accompagnato a un biglietto sul quale aveva scritto: “Con l’augurio che vostro figlio diventi un grand’uomo”. Il “vissuto” di Enzo Rossi-Ròiss ha avuto inizio così. Come, poi, abbia continuato a costituirsi e manifestarsi ci è noto soltanto parzialmente documentato dai reperti bio-bibliografici reperibili che commentano e illustrano l’esistenzialità e l’attività intellettuale che lo hanno formato ed evoluto, determinandolo a compiere gesta e ad esprimere opinioni che gli hanno procurato gioie e dolori, ma gli hanno anche fatto scrivere tanti testi destinati a sopravvivergli. Enzo Roissi-Ròiss ha manifestato la propria personalità e si è dato uno stile scrittòrio laico e mordace subito. Prima della sua emigrazione dal territorio salentino, in età minorile per la legislazione del suo tempo. Chi ha pensato e detto, tra i suoi conterranei coetanei, che il trascorrere del tempo e l’avvicendarsi degli eventi esistenziali lo avrebbero addomesticato “strada intellettual facendo”, riconoscano che hanno pensato e detto superficialità. In un suo libro intitolato “Cartapesteide”, è possibile leggere alcune “schede” biografanti, ordinate cronologicamente, che illustrano le gesta e le opinioni di uno scrittore e giornalista radicale con tanto sapere e tanti sapori. Farcite con testimonianze scritte e illustrazioini significative ed emblematiche (anche prestigiose!). A futura memoria della posterità che indagherà (eventualmente) per dire e scrivere più diffusamente della sua caratterialità e dei suoi libri. L’evoluzione del letterato nato aNovoli/Lecce e acculturatosi in altri e diversi territori, italiani e stranieri, risulta, così, rappresentabile delineata soltanto da un segno grafico che significa “crescita”. Da un sommario inventario di tutto ciò che ha già pubblicato in giornali, riviste e libri vari, dopo aver conseguito nel 1959 il bacca laureato del Corso di Giornalismo presso l’Università di Urbino, Enzo Rossi-Ròiss risulta essere il più prolifico e poligrafo scrittore di ogni tempo tra i numerosi Autori nati aNovoli/Lecce. Quasi certamente perché ha trasferito la sua residenza altrove, a cominciare dal 1960, anno del suo primo matrimonio civile con una farmacista marchigiana nel territorio della Repubblica di San Marino, e dell’inizio della sua attività giornalistica a Milano, dopo aver soggiornato a lavorato alcuni mesi a Roma. Non è parente del caricaturista l 2003 – I TANTI VOLTI DI UNO SCRITTORE ENGAGE di Vanina Priccelli (Mythos, novembre-dicembre 2003) Pochi grandi amori fertili, anziché tanti flirts sterili: con le donne, come con l’attività creativa. Proviene dal giornalismo che ha esercitato e continua occasionalmente a esercitare d’istinto, prescindendo dai comunicati-stampa e dalle notizie già note: per dare risposte personali ai famosi “chi-dove-come-quando-perché?”. La giuria del Premio Riccione ha giugicato meritevole dell’encomio una sua commedia in tre atti, “L’albero”, nel 1957, anno del suo arrivo a Bologna (diciannovenne), proveniente da Lecce: con all’attivo anche esperienze canore (baritono col “do” sotto le righe, allievo presso il “Tito Schipa” a Lecce) e recitative (in una cronaca de “Il Resto del Carlino”, aprile 1957, è citato come attore giovane del Teatro Minimo diretto da Renato Lelli a Bologna). I suoi libri più recenti, già acquisiti dagli amatori e persino dalla Biblioteca Universitaria Centrale di Bologna, è possibile procurarseli soltanto via internet cliccando i loro titoli: “MagniFicaMente” e “Carmina Vulvae”. Cliccando il nome del loro autore si può apprendere da Google anche altro sulle performances scrittòrie di un operatore culturale creativo straordinario, polimorfo e multiruolato. Molto di più si può apprendere, ovviamente, incontrandolo a Bologna nel suo studio in Via Senzanome (un toponimo migliore di questo non poteva esistere per la dimora del nostro personaggio!), tra i suoi libri e alcuni dipinti d’autori contemporanei: Piero Manzoni, Lucio Fontana, Joseph Beuys, Jiri Kolar, Leon Gischia, Philip Martin, Asger Jorn, Andrè Lanskoy, qualche surrealista, i poeti visivi più noti. La sua bibliografia edita è costituita da 22 titoli, fuori catalogo e commercializzati dalle librerie antiquarie. A questi possono essere sommati i cinque volumetti (892 pp.complessive) di “Merdre”, antologia periodica del sapere patafisico fondata nel 1987, anno cinquantenario della sua nascita. Numerosi altri titoli li ha già attribuiti a libri inediti, e molti altri li concepirà ad hoc, eventualmente, per libri nei quali ha intenzione di antologizzare, accorpato per tematiche diverse, il meglio di ciò che ha disperso in giornali e riviste a partire dal 1959, anno primo dé “La Tribuna del Salento” edita a Lecce, e della conclusione dei suoi studi come allievo del Corso di Giornalismo presso l’Università di Urbino. Enzo Rossi-Ròiss è un poligrafo e un pamphlettaire di razza, come hanno scritto in tanti, e la sua produzione libraria lo testimonia. In un suo epigramma si può leggere: “So quantovalgo / Di più non spendo / Al cambio sono stabile / Il prezzo per avermi è fisso”. Nel 1974 ha venduto il maggior numero di copie di un suo libro intitolato “Il delitto Murri” (Forni Editore), al quale dette seguito l’anno dopo con “L’innocenza di Tullio Murri” (SvoltaEd.). “Cartapesta & Cartapestai” (Libera Università Europea -Urbisaglia/Macerata 1983) è un testo fondamentale per i cultori della materia. “Solitario nel rifiuto” (Severgnini Ed.Milano1993) è il titolo di una sua importante raccolta poetica con testimonianze di Roberto Roversi, Elio Filippo Accrocca ed Eugenio Miccini, successiva alla raccolta d’esordio “Poemi Doping” (Urbino 1964), riedita nel 1975 con una “epistola sui poeti” introduttiva di Gianni Celati. In “Vis d’arte” (Svolta Ed.1992), con prefazione di Vincenzo Accame, ha pubblicato una raccolta di testi scritti per cataloghi di mostre d’arte. Tutto il necessario per sapere della clamorosa “merda d’artista” e del suo facitore, lo ha pubblicato in “Il bianco-lamerda-Manzoni” (Other Ed. Bologna1979) e in “Dossier Piero Manzoni”(Svolta Ed.1991). Così come ha pubblicato tutti i “segreti” relativi a un affaire, ancora oggi rimasto insoluto, nel libro intitolato “Francis Bacon, disegnatore in Italia” (Iles Célèbes,Geneve 2001).Il Rossi-Ròiss è considerato per tutto ciò, dagli addetti ai lavori della scrittura creativa e dai bibliofili, un “Autore di nicchia”. Quasi certamente perché: “…è un poeta, anche e sempre, anche quando scrive libri che definisce pamphlets per certe affinità con Diderot, Voltaire & C., che pretende glisiano riconosciute”. (Così ha scritto Franco Piro, presentando “La Madonna col pane in mano” (Svolta Ed. 1993), altro libro sulle apparizioni mariane reperibile nella sua nicchia per bibliofili, in compagnia della “Guida pratica per chi va in galera”, con presentazione di Luca Goldoni, edita dal magazine persoli uomini “Io”, in primis e a puntate, diretto da Valerio Miroglio a Torino, su suggerimento di Adriano Spatola, e riedita a Bologna in volume (Svolta Ed.1971). Il nostro personaggio fa razza per conto suo da sempre nel mondo dell’arte e della cultura, nel senso che fa il solista e si esibisce preferibilmente in “assoli”(siano libri, mostre d’arte, periodicid’arte e cultura). Tra l’ altro ha fondato “Nucleo Arte” a Milano nel 1962 (dirigendolo fino al 1990 diversamente fogliato e provvisto di spazio espositivo) e “Svolta” a Urbino nel 1964. Solista “…per non concorrere a produrre forza, unito a singoli che sono deboli singolarmente”, com’è stato scritto. Noi condividiamo tale giudizio, predisponendoci a leggere in anteprima anche i suoi prossimi libri. 2001 – HO FIRMATO IL CONTRATTO DI BERLUSCONI di Michele Smargiassi (laRepubblica, 27 maggio 2001 Bologna) “Egregio onorevole, la prendo in parola, accetto e sottoscrivo”. E con questo, da oggi, il “contratto con gli italiani” firmato unilateralmente da Silvio Berlusconi è legalmente valido. Mancava, ed è arrivata, la controfirma dell’italiano medio. Eccola. Il nome è quello del più medio degli italiani medi: il signor Rossi. “I contratti valgono solo se sono stipulati fra due parti. Berlusconi, in televisione, ha presentato una carta dove compariva solo la sua firma: quello era al massimo un impegno, una dichiarazione d’intenti. Perché fosse un vero contratto gli serviva almeno un contraente. Io mi sono offerto volentieri”, spiega EnzoRossi-Ròiss, 64 anni, critico d’arte e scrittore bolognese. Non è uno scherzo, non è un’ironia. L’idea è nata, racconta il signor Rossi, durante una cena fra amici, politici (molti del Polo) e avvocati. Questi ultimi, per l’appunto, mettevano in dubbio la correttezza della definizione di “contratto” applicata da Berlusconi al suo impegno di legislatura (cioè: non ripresentarsi alle elezioni del 2006 se non avrà mantenuto almeno quattro delle cinque grandi promesse del suo programma): “Non è un contratto se non prevede il consenso esplicito di almeno due contraenti”. “Tutto qui? Eccomi”, ha risposto generosamente il critico d’arte. E la mattina successiva, cioè ieri, si è messo in moto. Poche righe, “oggetto: accettazione contratto pubblico”, spedita seduta stante per raccomandata con regolare ricevuta di ritorno al leader del Polo, presso la Camera dei Deputati, Roma. “Dichiaro di accettare formalmente…Distinti saluti, Vincenzo Rossi”, indirizzo, data e firma. E con questo, giura il signor Rossi, il “contratto” che finora era poco più di un volantino elettorale, diventa “un atto perfettamente valido anche sotto il profilo del codice civile”. Anche se a controfirmare è solo un italiano su sessanta milioni? “Ma certo. Fra cinque anni io potrò rivolgermi a un giudice e preten
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fotoritratto di Fabio Ceccato
con Roberto Crippa a Milano nel 1962
nello studio di Roberto Crippa a Milano, 1962 con Lucio Fontana a Venezia nella Biennale 1964
opera di Carlo Gajani, 1964 opera di Remo Brindisi, 1980 opera di Silvio Crea, 1989 a Parigi nel 1991 opera di Lolita Timofeeva2000
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Cartapesteide
E’ destinato a suscitare commenti eterogenei, perchè si propone come ” Lectio Magistralis” sull’arte della cartapesta, ieri-oggi-domani, in ogni tempo e in ogni luogo: non soltanto a Lecce e nel territorio salentino, a cominciare dall’antico Egitto esemplificato dall’opera che illustra la copertina.
A tutti coloro che lo considereranno libro irrispettoso dei cartapestofori e dei cartapostologi salentini chiamati in causa con nomi e cognomi, l’Autore dichiarerà: “Bando alle chiacchere dei cartapestologi stanziali autoreferenziali! L’arte della cartapesta abbia artefici ed esegeti meno autoreferenziali, e meno pubblicazioni ad usum delphini et istituzioni locali sponsorizzatrici. Qualche studente della Università di Lecce si laurei con una tesi che abbia per argomento l’arte della cartapesta e i cartapestai, realizzata rinunciando ad antologizzare acriticamente il già scritto e pubblicato: una tesi realizzata svolgendo ricerche comparate anche in altri luoghi e altri ambiti (l’associazionismo municipale, la letteratura e la pubblicistica minore occasionata da eventi locali, l’aneddotica relativa a riti e miti strapaesani, la parrocchianità editrice di “Bollettini”, gli inventari notarili dell’oggettistica “ereditata”, etc.). Sia organizzato un convegno o seminario da una Istituzione culturale leccese. Sia documentato ulteriormente ciò che nel mio libro risulta ipotizzato e parzialmente documentato. In modo particolare sia indagato il ruolo avuto da Benedetto Mazzotta, frate dell’Ordine dei Celestini nato a Novoli nella prima metà del 1600, professore della Università di Bologna e autore di un libro intitolato “De triplici philosophia” edito nel 1653 da Battista Ferroni a Bologna, viaggiatore da Lecce a Bologna e viceversa con regalie per conoscenti e confratelli”.
Sono tante le novità e le verità, relative all’arte della cartapesta e ai suoi artefici, in questo libro intitolato “Cartapesteide”: dal novolese Benedetto Mazzotta nato durante il 1600, al novolese Enzo Rossi-Ròiss nato durante il 1900, entrambi attivi come scrittori e operatori culturali a Bologna.
Vulvaepistolarium con Carmina Vulvae
Iles Célèbes Geneve, Euro 20
2007, p.148 + 8, con illustrazioni
E’ un libro che in altri tempi sarebbe stato pubblicato pour les amateurs in edizione clandestina, stampato astutamente a Bruxelles, perché sarebbe stato considerato prodotto letterario pregiudizialmente marginale e impresentabile, destinato a librai specializzati e lettori voyeurs. I tempi sono cambiati, però, e la letteratura erotica è divenuta business anche per editori prestigiosi che pubblicano e monetizzano con disinvoltura libri intitolati “Scopami”, “Conos (fiche)”, “MagniFicaMente”, “I monologhi della vagina” et similia. Ragion per cui il licenzioso è divenuto lecito: tanto più se ha qualità poetiche e letterarie come il libro del Rossi-Ròiss, che non risulta sia stato scritto in precedenza da altro Autore in altri tempi o con altro linguaggio.