DIVERSO IN VERSI
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COMUNICAZIONE PREFAZIONALE
Una giovane donna, mia referente esistenziale privilegiata, mi ha donato un libro natalizio leggendo il quale ho appreso quanto basta di come un bibliofilo francese sia riuscito a darsi un aumento di vita gabbando Azrael l’Angelo della Morte.
Da uno dei più vecchi venditori di libri già letti gli è stato suggerito di emulare chi era già riuscito a compiere tale impresa, dopo aver assunto le sembianze di una lettera dell’alfabeto, nascosto in un libro con tante lettere simili e cambiando libro spesso: tanto che l’Angelo della Morte lo ha cercato a lungo senza trovarlo nei libri presunti come nascondigli, consentendogli involontariamente un supplemento di vita.Terminata la lettura di tale libro, ho scelto la lettera della quale assumere le sembianze per consentirmi la trasmigrazione da una parola all’altra, da una pagina scritta all’altra, da un intero libro a un altro libro intero: discriminando i libri dei quali risulto “L’Autore”.
ESERCIZIO VERSIFICATORIO POUR CAUSE
(principiando un nuovo anno)
Ogni utopia deve indicare una strada da percorrere,
non deve realizzarla per essere concreta.
Immaginiamoci qualcosa d’insolito originato dal niente
senza scappare inseguiti dall’incognito incantatorio:
non c’è niente di poetico nelle notti passate in bianco.
Sono colpi di vento delle nostre vicende personali
i gesti che scuotono il nostro tran tran quotidiano.
Diamo eco al richiamo di ogni ordinamento segreto,
distinguendolo nel pullulare di anticaglie citate:
considerando esausta la propria vita da vecchi.
Emulo di Kafka impugno la scrittura come un’ascia
per colpire il mio mare di ghiaccio interiore.
In un tempo tutt’altro che ordinato
eventiamo il talento di chi ci fa sentire
obsoleto tutto ciò che ci risulta già noto.
Versifico per illuminare pensieri altrimenti indicibili
mescolati al furore comunicativo che m’incalza.
Non bisogna capire la mia scrittura, bisogna condividerla
versifico per poetare qualcosa anche nella vita altrui,
per trasportarmi nell’altura ubertosa d’altri luoghi.
La lettura delle mie poesie sia liturgia,
il luogo di lettura sia considerato Tempio.
COMUNICAZIONI VERSIFICATE DI SERVIZIO
Orgoglio, talento, ambizione mi hanno attivato.
Tutto risulta soltanto relativo dei miei punti di riferimento,
tracce indelebili del mio vissuto letteratureggiato,
quando guardo l’orologio che segna il mio tempo residuo:
i giorni brutti risultano passati, come tutti gli altri giorni.
Esamino la vita che continua a non farmi male
attento a non analizzarla come un campione d’urina.
E contrasto il declino che insidia i miei talenti,
continuando a indossare l’armatura che mi ha protetto
durante i duelli combattuti con la quotidianità ostile.
***
Esule sradicato dalla terra natia
ho difeso la mia identità armato di parole
determinato a portare a casa la pelle
salvaguardata rischiosamente durante la guerra
per essere badato soltanto dalla mia scrittura
trascorrendo i giorni superstiti… sbastonato.
***
Principiando ogni nuovo anno brindo in solitudine volontaria,
scettico ottimista in crisi d’identità anagrafica post 15° lustro,
indeciso sul ruolo da assumere per continuare ad alimentare
il falò che continua a dare luce e calore al mio fervore
sentimentale e creativo disanagrafato e disanagrafante,
restio a essere percepito con futuro bisognoso di badante.
***
Mi disapprovo sapendo di valere.
Sono in grado in ogni momento
di gestirmi e di decidere cosa fare,
col marchio della mia autostima ovunque.
Privo di radici perché radicato in me stesso,
nei momenti in cui illumino il passato,
privo della luce il mio interesse per il presente.
La mia volontà ultima di sparizione
sia all’altezza del mio bisogno di esistenza.
Avrò avuto così una vita senza aggettivi,
con le sue corse affanni cadute e rialzate.
***
Siano un corso di approfondimento di noi stessi
gli incontri durante i quali parliamo di niente
intrattenendo silenzi vogliosi di piacerci e farci piacere gli altri.
Sia data identità e coscienza alle nostre reazioni più evidenti
deambiguatori di ciò che vediamo o fabbrichiamo
consapevoli celebratori di eccellenze parziali ingannevoli.
***
Molti non si sono uccisi per continuare a scrivere,
dipingere, concertare note musicali,
assecondare e godere innamoramenti.
Non si sono uccisi, perché si sono addormentati
ogni sera predisposti a non svegliarsi
cominciando a trascorrere il giorno dopo
prospettandosi stupefazioni ignote portate da Godot.
VERSIFICANDO NEL “GIORNO MONDIALE DELLA POESIA”
Versifico per propiziarmi un Altrove mitico:
per dare voce poetica alla mia esistenzialità,
per annerire le bugie bianche menzognere,
per dare la luce di un incendio all’immaginario.
Versifico quando penso a lungo per capirmi:
quando mi considero isolato mi autoanalizzo,
abusando della parola scritta che può spiegarmi,
consapevole di possedere una sensibilità poetica.
L’amore è una meraviglia improvvisa in ogni età
fuori dal vortice e lontano dal fuoco delle passioni:
lo stesso amore che risulta prigione dissimulata,
anche quando si concretizza connotato da libertà.
Non considero il successo una garanzia di qualità,
ai margini di una socialità che tutti mistifica:
di giorno in giorno imparo a vivere con gli sguardi,
ciò che prima ho vissuto con azioni e intenzioni.
TODAY 21 MARZO
Sia salutato/a con un sorriso chi scrive poesie
Sia interpellato/a considerandolo/a privilegiato/a
Sia data voce con la scrittura alla propria esistenza
Sia esemplificata una individualità poetica emulabile
***
Un uomo della mia età, l’età di molti,
dotato di vitalità disanagrafante,
si annovera sopravvivente considerandosi
privilegiato tra coetanei sopravvissuti.
Protagonista di un vissuto straordinario,
quest’uomo è animato da pulsioni irreprimibili,
sperimentate in attesa di eventi stupefacenti,
già vagheggiati principiandoli in loco adeguato.
OJURDUI POETE MOI AUSSI… POUR MOI MEME
http://lampisterie.ilcannocchiale.it/post/2669412.html
Ho conosciuto un uomo che, a cominciare dal 14 settembre 2011 inizierà a vivere il suo 75° anno in buona salute, come tutti gli altri anni precedenti, mai badato da persona diversa da se stesso.
“Io ho già vinto!”, mi ha detto. “Ho già vissuto tanto quanto ho desiderato vivere e a modo mio per sopraggiunta. Ostacolato da chi mi ha invidiato e disapprovato. Fortunato, però, durante ognuno dei miei giorni no. Suscitando e sperimentando innamoramenti irreplicabili che hanno connotato il vissuto di chi li ha condivisi e goduti in rapporto ravvicinato col mio vissuto. Ogni altro anno successivo al 75° lo vivrò considerandolo un premio per ciò che ho creato e dato scrivendo, per ciò che ho determinato in altri/e che hanno creato e dato stabilendo con la mia creatività scrittoria rapporti fertili di ogni tipo”.
Il testo che segue lo ha scritto quest’uomo, compiendo un esercizio di scrittura versificatoria omologa alla mia, a futura memoria di un giorno genetliaco trascorso in mia compagnia, con l’intenzione di omaggiare la conoscenza reciproca alla quale abbiamo dato inizio, ruolandoci esecutori testamentari l’uno dell’altro e viceversa.
Ad majorem scrittura poetica gloriam sua e mia!
Ho una età raggiunta la quale perfino un cardinale
termina la sua carriera pubblica ed è sostituito
da un cardinale più giovane nel governo della diocesi.
Straniero a me stesso ho viaggiato esplorando in solitudine
spazi altrui ininterrottamente in buona salute
durante i 74 anni già vissuti profittevolmente.
Ho visitato luoghi e conosciuto persone diverse
suscitando innamoramenti e innamorandomi in ogni età.
Ho esaminato realtà sociali simboliche
smontando credenze e illusioni con emozioni
Ho amato donne diverse innamorato di ognuna diversamente.
Ho negato l’esistenza delle verità assolute
senza riuscire mai ad avere una visione d’insieme
alle prese con lo spazio sconnesso da realtà globalizzanti.
La difficoltà della comprensione critica dei sentimenti miei e altrui
ha alterato la mia percezione dei fatti e delle persone
la deambiguazione delle relazioni sociali e sentimentali
refrattario a ogni forma di appartenenza fisica e ideologica.
Ciò che mi sopravviverà di ciò che ho scritto e pubblicato
mi sopravviverà a prescindere dalle opinioni
di chi risulterà mio coetaneo/a o contemporaneo/a.
MOI MEME A VENICE…OVVIAMENTE!
http://www.rossiroiss.it/blog/?p=660
COMUNICAZIONE DI SERVIZIO
Dispongo di un tesoro personale
costituito da parole in gran numero
che aumentano, anziché diminuire,
durante ogni mio esercizio scrittòrio
compiuto per usarle ben orchestrate,
scrivendo ad libitum di accadimenti encomiabili
e… comportamenti biasimevoli.
MESSAGGIO AD PERSONAM
Mi sei apparsa imprevedibilmente in una calle,
dopo essermi apparsa improvvisamente
alcuni anni fa su un vaporetto.
“Se accadrà nuovamente d’incontrarci per caso
a Venezia, farai di me ciò che vorrai”, mi dicesti.
Poiché è accaduto, ti ho detto:
“Incontriamoci non casualmente…
perché tu faccia di me e con me ciò che vorrai,
dove e quando e come e perchè tu vorrai”.
… ti aspetto e sai dove.
DELL’APPARIRE DISANAGRAFANTE TRANSITORIO
Alla donna che appare disanagrafata ingannevolmente
Simulacro di “coguare” disponibili e avventurose
Tra coetanee …xantenni con l’orizzonte poco roseo
Sia detto che rischia di macchiettare star coeve antaizzate
Condividendo passioni amorose con partner più giovani
Sia detto che “Potrei essere tua madre” è un pensiero incombente
Poiché il toy boy come status simbol non disanagrafa
Perché non basta esibire un bel corpo come biglietto da visita
Poiché i compleanni antaizzati si sommano evidenti
Perché gli anni anagrafati non è possibile diminuirli
Poiché il corpo non trova riparo dai segni che lo antaizzano
A chi cura l’apparenza ignorando che l’apparire è transitorio
Sia detto che cancellare i confini generazionali implica rischi
VERSI-FICAZIONE MIRATA
(con destinazione esclusiva)
http://lampisterie.ilcannocchiale.it/post/2761368.html
Ognuna delle“conoscenze” mie
Divenute poi “conoscenze” tue
durante il tempo del rapporto nostro
mi comunica di averti incontrata
dove e con chi quando m’incontra.
Ogni informazione personale tua
la ricevo dopo ogni incontro tuo
con persona “conoscente” mia
“conoscente” poi d’annata nostra
alla quale continui a referenziarti.
Non rapportarti a “conoscenze” mie
presupponendole “conoscenze” tue
mallevadore di ciò che non è nostro
antaizzata da 10 lustri immodificabili
ingannevolmente iperinterelazionata.
Non riceverò altre informazioni tue.
Non leggerai altre parole scritte mie.
Risulterà archiviato il rapporto nostro.
L’IMMAGINAZIONE PER DOCERE ET DILETTARE
Purchè l’immaginazione sia sfrenata e divertita
Purchè l’immaginazione crei oppure sveli enigmi
Purchè l’immaginazione colga emozioni portatrici di accensioni
Purchè l’immaginazione susciti suggestioni ubriacanti
Purchè l’immaginazione c’insinui in interstizi per svelare segreti sotterranei
Purchè l’immaginazione ci attivi per rendere innocua la morte
Purchè l’immaginazione sia tradotta in parole per docere et dilectare
GIORNO VERRA’
Giorno verrà in cui ci accadrà di pensare
che abbiamo voluto bene
soltanto ad alcune donne:
che non conserviamo reperti memoriali
di tutte le altre meritevoli di ricordanze.
Giorno verrà pervaso di tristezza
per la conta delle nostre relazioni
con donne divenute inesistenti,
comprese le relazioni con donne
esistenti che ci risultano assenti.
Assenti nella nostra quotidianità appena svegli
… nel ruolo di oggetto di desiderio reciproco.
Assenti nella emozionalità di ogni nostro “oggi”
… nel ruolo di bene-fattrici o bene-ficate.
Assenti nell’immaginario di ogni nostro “domani”
… nel ruolo di partnership sessuale favorita.
Assenti nell’ etcetera irrilevante.
Orgoglio, talento, ambizione mi hanno attivato.
Tutto risulta soltanto relativo dei miei punti di riferimento,
tracce indelebili del mio vissuto letteratureggiato,
quando guardo l’orologio che segna il mio tempo residuo:
i giorni brutti risultano passati, come tutti gli altri giorni.
Esamino la vita che continua a non farmi male
attento a non analizzarla come un campione d’urina.
E contrasto il declino che insidia i miei talenti,
continuando a indossare l’armatura che mi ha protetto
durante i duelli combattuti con la quotidianità ostile.
VERSIFICAZIONE PRESAGIANTE
I
Giorno verrà in cui rifletterai
sul senso ultimo dell’esistenza.
Giorno verrà in cui scriverai
per descrivere cosa significhi essere vivi
all’interno di un corpo che invecchia.
Giorno verrà in cui ti chiederai
che cosa vale la pena di fare e quando.
Giorno verrà in cui rifletterai
sul tuo corpo contrassegnato
dai segni della vecchiaia incipiente.
Giorno verrà in cui scriverai
soltanto ciò che giudicherai opportuno
per dire soltanto come ti poni
riguardo all’esistenza residua.
Giorno verrà in cui allorché soffrirai
la frustrazione di considerare sbaglio
tradurre i tuoi pensieri in versi scritti,
ricorderai l’autore di questo consiglio:
“Prova di nuovo, sbaglia di nuovo, sbaglia meglio” (*).
Giorno verrà in cui preciserai
la tua dimensione poetica confinato
in una autoreclusione privilegiata
dove imparerai a morire amabilmente.
—————————————–
(*) Samuel Becket (1906-1989) Premio Nobel 1969
II
Giorno verrà in cui ci accadrà di pensare
che abbiamo voluto bene
soltanto ad alcune donne:
che non conserviamo reperti memoriali
di tutte le altre meritevoli di ricordanze.
Giorno verrà pervaso di tristezza
per la conta delle nostre relazioni
con donne divenute inesistenti,
comprese le relazioni con donne
esistenti che ci risultano assenti.
Assenti nella nostra quotidianità appena svegli
… nel ruolo di oggetto di desiderio reciproco.
Assenti nella emozionalità di ogni nostro “oggi”
… nel ruolo di bene-fattrici o bene-ficate.
Assenti nell’immaginario di ogni nostro “domani”
… nel ruolo di partnership sessuale favorita.
Assenti nell’ etcetera irrilevante.
SGUARDI CERCASI
Sguardi cercasi
poco usati, non truccati:
giovani, perciò.
Sguardi laici
per l’oscurità dei dogmi:
abitati da verità.
Sguardi femminili
eccitati ed eccitanti,
sognatori e sognanti,
stupefatti e stupefacenti,
tristi e allegri,
malinconici e languidi,
sedotti e seducenti,
consenzienti e dissenzienti,
attraenti e attratti,
brillanti mai opachi.
Sguardi esploratori
in cerca di trampolini,
per tuffi nella stupefazione
di ogni innamoramento.
Cercasi sguardi!
MESSAGGIO DIVERSO IN VERSI
(con destinazione esclusiva)
Ognuna delle“conoscenze” mie
divenute poi “conoscenze” tue
durante il tempo del rapporto nostro
mi comunica di averti incontrata
dove e con chi quando m’incontra.
Ogni informazione personale tua
la ricevo dopo ogni incontro tuo
con persona “conoscente” mia
“conoscente” poi d’annata nostra
alla quale continui a referenziarti.
Non rapportarti a “conoscenze” mie
presupponendole “conoscenze” tue
mallevadore di ciò che non è nostro
antaizzata da 10 lustri immodificabili
ingannevolmente iperinterelazionata.
Non riceverò altre informazioni tue.
Non leggerai altre parole scritte mie.
Risulterà archiviato il rapporto nostro.
UN BEL GIORNO PER UNA RIVOLUZIONE
(Il titolo della prossima expo di Ilze Jaunberga a Riga in Lettonia
vernissage ore 18 del 10 maggio 2013)
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* Un bel giorno vagheggiato
per una rivoluzione auspicata.
(Brutto giorno per chi ha ingannato!)
* Un bel giorno desiderato
per una rivoluzione fantasticata.
(Brutto giorno per chi ha rubato!)
* Un bel giorno proclamato
per una rivoluzione indignata.
(Brutto giorno per chi ha mal governato!)
* Un bel giorno logotipato
da una maschera massificata
distintivo rivoluzionario globalizzato
di ogni identità responsabilizzata.
SOLISTA – Un bel giorno vagheggiato
per una rivoluzione auspicata.
CORO – Brutto giorno per chi ha ingannato!
SOLISTA – Un bel giorno desiderato
per una rivoluzione fantasticata.
CORO – Brutto giorno per chi ha rubato!
SOLISTA – Un bel giorno proclamato
per una rivoluzione indignata.
CORO – Brutto giorno per chi ha mal governato!
SOLISTA – Un bel giorno logotipato
da una maschera massificata
distintivo rivoluzionario globalizzato
di ogni identità responsabilizzata
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Anonymous: maschera emblematica icona multiplicata,
Anonymous: maschera che manifesta antagonismo
Anonymous: maschera asessuata e deetnizzante
Anonymous: maschera smemozianata e disanagrafante
Anonymous: maschera della irrilevanza deidenticata
Anonymous: maschera stereotipata e globalizzante
Anonymous: maschera così è se vi pare, a ognuno la sua
Anonymous: maschera inconfondibile in cerca d’autore
ANONYMOUS MIMETICUS
ANONYMOUS AMBIGUATUS
ANONYMOUS RESERVATUS
Anonymous: maschera variamente indossata, nelle raffigurazioni dipinte su tela da Ilze Jaunberga per un ciclo intitolato “Anonymous reservatus” che ha concepito caratterizzandole con affollamenti iconici tintoretteschi allusivi e reservati, più che assertivi e propulsivi.
D’aprés senifora gidugliata
D’après senifora gidugliata
accarezzata
baciata
succhiata
erotizzata
oscenizzata
orgasmaticata
patafisicizzata
Grato e riconoscente
per aver ossificato e fatto eruttare
il mio fallo in più luoghi e occasioni
fellatiosa vorace e incomparabile
senifora rigogliosa e ficofora straordinaria
portatrice sana di azioni
reazioni e succosità durante ogni copula
predisposta ad assumere ogni posizione
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LEGGENDO SENI
Leggendo SENI:
ho vagheggiato seni ai quali non si addice la lascivia, ma la dolcezza.
Leggendo SENI:
ho vagheggiato seni lisci e sodi, senza la traccia di una piega,
né alcun indizio della rovina e della decadenza.
Leggendo SENI:
ho vagheggiato seni che, appena toccati, cedono
con l’elasticità e la morbidezza della prima maturazione.
Leggendo SENI:
ho vagheggiato seni puliti, magnanimi e benevoli,
bianchi e rotondi, eccitanti senza inganno.
Leggendo SENI:
ho vagheggiato seni che hanno delineato un esteso panorama ai miei occhi.
Leggendo SENI:
ho vagheggiato seni che non mi sono risultati calzini gonfi,
saccocce o tasche isolate e allungate.
Leggendo SENI:
ho vagheggiato seni magistrali che ho toccato per sincerarmi d’esser vivo,
seni che mi hanno fatto riconoscere l’alba palpeggiando la loro sfericità.
Leggendo SENI:
ho navigato nella laguna veneta assolata su una barca
pilotata dalle mani di una giovane donna
che ho vagheggiato a me accostata con i seni nudi al vento
affondati nell’onda di ogni mio abbraccio condiviso.
Leggendo SENI:
ho vagheggiato accarezzamenti ai seni di una giovane donna
che ho soltanto ammirato furtivamente con sguardi sovrastanti
nell’unica occasione in cui mi è stata accanto e ha fatto muovere
passi decisi e veloci senza inciampare al mio desiderio amoroso.
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Leggendo “Seni” di Ramon Gomez De La Serna (1988-1963)
(http://lampisterie.ilcannocchiale.it/2007/10/29/leggendo_seni.html)
LONELY BOOK
patabook ostensorio
LONELY BOOK
patabook reliquiario
LONELY BOOK
patateca o patabacheca bookmorfa
con amuletisaglia varia et similia ostentata metamorfosabile.
LONELY BOOK
patalibro gidugliato, solitario, unico,
con lampi di pensiero fertile autografo (lampisterie)
e reperti biografanti…
trovati, asportati, trafugati, conservati, collezionati, salvaguardati, feticizzati, repertorizzati, classificati, cassettizzati, semantizzati, mummi… ficati, monumentalizzati, artisticati,
santini..ficati & poeti…ficati
MOI MEME A VENICE…OVVIAMENTE!
http://www.rossiroiss.it/blog/?p=660
Poiché ho scelto Venezia come mia ultima dimora terrena e vi risiedo stabilmente da alcuni anni ben mappato, non dovessi morirvi, ho già scritto per stabilire che desidero tornarvi ridotto in ceneri ed essere disperso nelle acque lagunari tra le isole Murano e Torcello.
Ricordo di essere arrivato a Venezia per la prima volta, percorrendo il Ponte della Libertà a bordo di una Citroien DS Squalo guidata dal suo proprietario: il pittore Roberto Crippa (1921-1972). E’ accaduto nel giugno 1964, per partecipare al vernissage e alla inaugurazione della 32a Biennale D’Arte che avrebbe premiato la Pop Art (20 giugno – 18 ottobre): Roberto Crippa nel ruolo di pittore protagonista di una esposizione personale allestita in una sala del Padiglione Italia ai Giardini, io nel ruolo di giovane scrittore/giornalista in rapporti amichevoli col Crippa e suo ospite, non soltanto nella Citroien DS Squalo, ma anche nell’Hotel Bonvecchiati. In una camera del quinto piano (la n. 556) dove ho scritto questi versi, durante le ore notturne per propiziarmi il sonno.
tre orologi segnano la stessa ora mai
contemporaneamente e ne conto i colpi
tre volte a mezzanotte sveglio in un letto
enorme matrimoniale al quinto piano
mentre fuori piove su 22 cupole e
campanili visti dalla finestra in un albergo
che non aiuta a riposare chi lo abita
solo con un carico di sentimento
…………………………da smaltire
Scrivo ciò perché sia ricordato nel giorno della mia ultima navigazione nelle acque della laguna veneziana, o del mio ultimo viaggio portato a Venezia per essere disperso nelle acque lagunari.