Enzo Rossi-Roiss

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ZIBALDONE VENEZIANO

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Della Contissa Tagliapietra
vergine medioevale veneziana
Beata miracolosa abusiva

In Campo San Vio

Scrivo ciò che scrivo per rievocare e ricordare la Beata Contissa Tagliapietra non più venerata e festeggiata a Venezia, la cui miracolosità è stata invocata durante 500 anni (1300-1800) dalle mamme che hanno posto i loro “infanti“ a sedere sulla sua bara (prima cassa di legno, poi urna di marmo), esposta sopra l’Altare dei Calcineri (e di S.Antonio Abate) nell‘antica Chiesa di S.Vio demolita nel 1808. Compiendo una ritualità propiziatoria foriera di salvezza (sopravvivenza) in ogni caso di caduta nell’acqua: “…coll’opinione certa che in caso di naufragio sarebbero rimasti galleggianti sopra l’acqua, tanto tempo quanto li avevano mantenuti seduti sopra la cassa o sopra l’altare“.

Supponendo che tra questi “infanti“ possano essere annoverati anche tre veneziani illustri per aver compiuto prodigi scrittòri: Ferrante Pallavicino, scrittore seicentesco morto arso vivo ad Avignone all’età di 29 anni, per avere scritto e pubblicato un libro intitolato“La retorica delle puttane“, alludendo a poteri chiesastici esercitati puttanescamente; Giorgio Baffo poeta erotico settecentesco, morto inedito over 70 dopo aver versificato la mona a futura memoria delle sue imprese copulatorie; Giacomo Casanova scrittore e avventuriero libero-libertario-libertino, archetipo inimitabile da ogni amatore collezionista d’innamoramenti utili e futili finalizzati.
La Beata Contissa Tagliapietra, nacque borghese e benestante da Nicolò ed Elena nel 1288 a Venezia nell’attuale Campo San Vio, dove morì il 1° novembre 1308 (quattro anni dopo la nascita del poeta Francesco Petrarca): in una casa che fu demolita nel 1310, come altre costruzioni con l’affaccio di là dal canale sullo stesso campo, tra la chiesa e il Canal Grande, per ampliare il Campo e agevolare l’approdo del Bucintoro e del corteo dogale.
Non risulta nata da un Conte poichè la sua famiglia originaria (di Rovigno/Rovigo) non risulta tra le famiglie patriziate nel 1310 per essersi distinte nella Guerra con Genova 1294-1298, risultando patriziata tra le famiglie (Casade Novissime) cooptate nel 1381 per l’accesso al Maggior Consiglio, essendosi distinte nella Guerra di Chioggia. Contissa è, perciò, il suo nome di battesimo.
Ha goduto a lungo notorietà e crediti miracolistici, meritandosi l’intestazione di vie come Beata Contessa Tagliapietra, perché quasi immediatamente dopo la sua morte ebbe inizio “…l’uso di porre i bambini a sedere sul suo corpo conservato nella Chiesa di S.Vio, perchè in caso di naufragio potessero galleggiare sull’acque“: come lei stessa aveva galleggiato sull’acqua del Canal Grande (automiracolandosi) per traghettarsi su un panno di lino navigante (leggendarizzato come “tappeto navigante”) dalla riva di Campo San Vio alla riva opposta, per raggiungere nella Chiesa di S. Maurizio un Direttore Spirituale col quale colloquiare disapprovata e osteggiata dai suoi genitori che avevano proibito alle barche posteggiate sulla riva di traghettarla.

Il suo corpo mummificato, con abbigliamento e accessori settecenteschi, risulta conservato in una bara vetrinizzata di cm.132, collocata in un vano la cui base di appoggio misura cm.140. Si può supporre, quindi, che abbia avuto in vita una bassa statura. E’ visibile, a richiesta, “loculato” nel vano sottostante il piccolo altare della Sacrestia nella Chiesa San Maurizio ricostruita e consacrata nel 1829 in Campo San Maurizio, convenientemente occultato agli occhi dei visitatori. Dopo essere stato esposto poco distante dalla Chiesa della Salute, nella Chiesa di San Vio (luogo di sepoltura anche del corpo della pittrice Rosalba Carriera), fino al 1808 , anno in cui tale chiesa è stata chiusa prima di essere demolita nel 1813.
La Tagliapietra, però, non fu mai beatificata dall’Autorità Ecclesiale Vaticana, malgrado la sua miracolosità. Anche perchè il suo culto fu vanamente proibito nel 1581, poichè fu considerato “superstizioso“ da alcuni Visitatori Apostolici, memori delle norme riformatrici del Concilio di Trento (1545-1563) e allarmati dalla diffusione del protestantesimo generato da Martin Lutero (1483-1546) con l’affissione delle sue 95 tesi sulla porta della chiesa di Wittenberg il 31 ottobre 1517. Fu beatificata soltanto dalla opinione popolare condivisa per convenienza (congruità) dall’Autorità Ecclesiale Veneziana.

Una formale richiesta di beatificazione inoltrata dall’Autorità
Patriarcale veneziana al Pontefice Clemente XIII nel 1765 fu ignorata. Fino al momento in cui il Cardinale Jacopo Monico, Patriarca veneziano dal 1827 al 1851, al termine di una sua Santa Visita, non decretò la sospensione del culto popolare, promuovendo un approfondito chiarimento della questione riguardante la sua personalità.
Una personalità con proprietà taumaturgiche riferite soltanto oralmente ”…per fama antica e costante e insistita tradizione…mai interrotta“, e ”…per averle sentite da tutti li vecchi della Parrocchia“, e ”…per aver trovato certi tratti di queste verità in carte vecchie“ che non erano sopravvissute ai roghi disinfestanti durante ogni peste: col di più distrutto probabilmente dall’incendio delle scritture della Chiesa di S. Maurizio residenza del Direttore Spirituale della Tagliapietra, il venerabile Antonio Del Corpo, citato da Leonardo Carrara in una memoria registrata nel 1632.
Una personalità descritta sommariamente e leggendarizzata, quindi, di secolo in secolo da persone invecchiate, portavoci acritiche di antenati ancora più vecchi a cominciare dal 1300, anno medioevale durante il quale furono utilizzate (strumentalizzate) reliquie generate e accreditate a gogò per ogni uso chiesastico, compresa la Sacra Sindone: viventi Dante Aligheri (1265-1321) già autore di molti libri, impegnato a scrivere dal 1300 la Divina Commedia (nel supposto tempo “mezzo del cammin” di sua vita), e Francesco Petrarca (1304-1374) impegnato a scrivere i testi per il suo “Canzoniere“.
Il più antico e unico documento tipografico consultabile è un opuscolo stampato nel 1765, illustrato con la riproduzione calcografica di un dipinto agiografico: quasi certamente un dipinto appartenuto ai Fratelli Lucchini, “…di mano antica e bene espresso, fatto al terminare del 1400, venendo il 1500“, come si legge in un expertise dei pittori Giuseppe Angeli e Tomaso Bernardi, sottoscritto il 10 settembre 1764.
Il testo che segue si legge sul frontespizio: Alla Santità del Nostro Signore CLEMENTE XIII Memoriale di Monsig. Patriarca di Venezia e Vescovi Suffraganei per la conferma ed augmento del culto della Beata Contissa detta volgarmente Contessa Tagliapietra vergine nobile veneta in Venezia MDCCLV. La raffigura anche un dipinto (cm.104×77) espertizzato il 19 aprile 1765 dallo stesso pittore Bernardi come “…opera di mano dell‘Aliense fatto dell’anno 1600“, collocato dal 1620 con altri 27 (stesse dimensioni) raffiguranti altri Santi e Beati veneziani, nella Cappella della Natività di Gerusalemme della Chiesa dei R.R.Padri Cistercensi della Madonna dell’Orto (sestiere Cannareggio).

Written by rossiroiss

novembre 22nd, 2015 at 1:53 am